domenica, 28 Aprile 2024

Stop ai prezzi calmierati del pellet, quanto costerà in più

Sommario

Tra qualche ora stop ai prezzi calmierati del pellet. A partire dal 1° marzo l’IVA a tasso agevolato del 10% tornerà all’ordinario 22%. A pagare la differenza saranno i consumatori? Ovviamente sì. Nella Legge di Bilancio 2024 il bonus pellet è stato infatti prorogato di soli due mesi: gennaio e febbraio. Applicato automaticamente all’acquisto di sacchi di qualsiasi dimensione, sarà abolito. Il prezzo è quindi destinato a salire nei prossimi giorni.

L’aumento dei prezzi

Nelle vendite al dettaglio l’Associazione Italiana Energie agroforestali e Altroconsumo stimano rincari tra il 10% e il 15% del costo attuale. Il calo dell’IVA nel 2023 ha permesso un ribasso dei prezzi di oltre il 40%. Il costo medio nazionale è passato così da 13 euro a 6,19 euro per un sacchetto da 15 chili. A dicembre si è assistito a un lieve aumento: 6,4 euro al sacco per il pellet certificato. Per quanto riguarda invece quello sfuso il prezzo di vendita dai circa 600 euro a tonnellata del 2022 è arrivato a 376 euro a tonnellata a fine 2023. È però attesa un’evoluzione al rialzo.

Il pellet nelle case degli italiani

Lungo lo Stivale vengono alimentati a pellet circa 2 milioni di impianti tra camini, stufe, caldaie e cucine. L’Italia ne consuma 3,35 milioni di tonnellate l’anno, ma ne produce solo 450mila. Per soddisfare il fabbisogno di famiglie e imprese che usano questo biocombustibile lo importiamo da Austria, Croazia, Slovacchia e Repubblica Ceca. Un aspetto che ci rende particolarmente vulnerabili all’oscillazione dei prezzi. Il Pellet Statistical Report 2023 della Bioenergy Europe fotografa come nel 2022 l’aumento dei costi per l’acquisto dei sacchetti abbiano scoraggiato gli italiani, facendo registrare un calo delle vendite del 10%. Una riduzione che comunque non ha scalfito il primato europeo che detiene l’Italia, in prima posizione nel settore del riscaldamento residenziale a pellet occupando il 19,4% del mercato europeo.

Bonus stufa a pellet

Dal 2024 non è più possibile usufruire dello sconto fattura per l’acquisto di impianti a pellet, ma alcuni incentivi restano attivi. È possibile accedervi beneficiando del Bonus Mobili inserito all’interno del Superbonus, dell’Ecobonus e del Bonus Ristrutturazione (con divisione delle spese in 10 rate). Misure che consentono di detrarre il 50% dal costo del dispositivo. Alcune regioni come Lombardia, Piemonte, Lazio, Veneto ed Emilia-Romagna hanno stanziano ulteriori fondi per consentire sconti extra per promuoverne la diffusione sul territorio.

Pellet, come risparmiare

Per risparmiare e continuare a scaldarsi chi ha una stufa a pellet dovrà fare attenzione a limitare i costi. Come? Gli esperti consigliano materiale di qualità, con una bassa percentuale di umidità che ne riduce l’efficienza aumentando i consumi. L’ideale sarebbe al di sotto del 10%. Comprare il pellet sfuso e non in sacchi è un altro stratagemma che potrebbe far risparmiare qualche euro. Allo stesso modo monitorare la potenza del bruciatore riducendola dopo l’accensione sembrerebbe contribuire ad abbattere la spesa per alimentarlo. ©

📸 Credits: Canva

Giornalista professionista appassionata di geopolitica. Per Il Bollettino mi occupo di economia e sviluppo sostenibile. Dal 2005 ho lavorato per radio, web tv, quotidiani, settimanali e testate on line. Dopo la laurea magistrale in Giornalismo e Cultura Editoriale, ho studiato arabo giornalistico in Marocco. Ho collaborato a realizzare in Saharawi il documentario La sabbia negli occhi e alla stesura della seconda edizione del Libro – inchiesta sulla Statale 106. Chi è Stato?