venerdì, 3 Maggio 2024

Ecco quanto costa una carbonara

Sommario

La corsa dei prezzi del carrello della spesa ha lievemente rallentato. Ma per un piatto di carbonara, specialità della cucina romana, si spende sicuramente più di qualche anno fa. Basta sedersi al tavolo di un qualsiasi ristorante della capitale e dintorni per toccare con mano la differenza.

Il ristorante ormai intoccabile

Il ristorante costa a febbraio 2024 il 4,9% in più rispetto allo stesso mese dello scorso anno. A dirlo il report del Comune di Roma che segnala mensilmente l’andamento dei prezzi al consumo nella città. La ristorazione è uno dei settori che aumenta maggiormente, seguita proprio dai prodotti alimentari e dalle bevande analcoliche, che registrano un +4,2%. Ecco quindi che per un semplice primo di carbonara si possono toccare facilmente i 15 euro, specie in posti più ricercati.

Rincari anche a casa

Perfino preparare in casa una pietanza a base di pochi ingredienti è più dispendioso di prima. La vera ricetta della carbonara comprende solo pasta, pecorino, uova, guanciale e pepe. Il grano ha conosciuto però uno dei rincari maggiori degli ultimi anni. Come ha calcolato Altroconsumo, un pacco di pasta da 1 kg costava in media circa 1,29 euro nel 2020. Nel 2023 si è arrivati a 1,76. E meno male che per la carbonara si può fare a meno dell’olio, grazie al grasso del guanciale: il costo di quello extra vergine di oliva si è moltiplicato in tre anni dell’80%, passando dai 4 euro al litro ai 7,21 del 2023.

Giù i prezzi del pecorino

Buone notizie invece per il formaggio tipico laziale. Il prezzo medio su base annua del pecorino si attesta sui 12,26 euro al kg, in calo dell’11,9 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La speranza è che non torni a salire in prossimità del primo maggio, quando la richiesta si impennerà per fave e pecorino, tipiche in occasione della Festa dei lavoratori.

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📸Credits: Canva

Giornalista professionista, classe 1981, di Roma. Fin da piccola con il pallino del giornalismo, dopo la laurea in Giurisprudenza e qualche esperienza all’estero ho cominciato a scrivere per i giornali, quasi sempre online. All’inizio di cinema e spettacoli, per poi passare a temi economici, soprattutto legati al mondo del lavoro. Settori di cui mi occupo anche per Il Bollettino.