Definizione: il redditometro è una modalità per misurare la capacità di spesa di tutti i cittadini.
Spiegazione: chi a partire dal 2016 ha avuto uscite accertate superiori al 20% dei redditi dichiarati viene segnalato al Fisco. Le autorità competenti si occuperanno delle opportune verifiche necessarie a valutare se il contribuente evade le tasse. Come? Andando a sommare o stimare quanti soldi abbia speso: per l’affitto, per le bollette, per consumare pasti fuori casa, per il parrucchiere, per il veterinario, per i giochi on-line, per prendere il bus, ecc. Si tratta di una misura introdotta nel 2015 dal Governo Renzi, congelata nel 2018 dal Governo Conti, rispolverata dal decreto del 7 maggio 2024 del Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze e sospesa pochi giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Ha come obiettivo individuare la capacità contributiva delle persone fisiche in base alla determinazione dei redditi complessivi percepiti. Il redditometro al momento è bloccato. Il nuovo atto di indirizzo prevede lo stop all’applicazione di tali parametri alle spese sostenute dai cittadini, in attesa di un provvedimento che riformi la disciplina della materia.
È come se una nonna (LO STATO) volesse verificare se i nipotini le abbiano detto una piccola bugia. Notando macchie di cioccolato, marmellata e zucchero filato (SPESE MISURATE DAL REDDITOMETRO) sulle loro magliette chiederà cosa abbiano mangiato. Qualora rispondessero «nulla» andrà in cucina (ACCERTAMENTO FISCALE) a vedere se manca qualcosa dalla dispensa. ©
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