sabato, 8 Febbraio 2025

Tornabene (Cosmico): «Startup, la sfida delle incertezze normative»

Sommario

Meno di una Startup su dieci riesce a sopravvivere ai primi 4 anni di vita. Il tasso di fallimento in Italia varia tra il 90 e il 95%, a seconda dell’area geografica. Qual è il motivo? Le nostre giovani imprese pagano lo scotto di un sistema non sempre favorevole.

Anzi, spesso ostile all’innovazione: barriere culturali, resistenza al cambiamento, difesa dello status quo. Sono solo alcuni degli ostacoli nell’avviare e far crescere una giovane realtà. «Per sviluppare una Startup è essenziale riuscire a muoversi con velocità», dice Simone Tornabene, co-fondatore insieme a Matteo Roversi e Francesco Marino e anche Chief Marketing Officer di Cosmico. «In questo le leggi possono essere un grosso ostacolo».

Startup specializzata nel selezionare professionisti e talenti di Coding, Marketing e comunicazione, Design, Dati & AI, Cybersecurity, e metterli in collegamento con aziende e progetti, Cosmico è stata fondata 4 anni fa e ha completato due acquisizioni rilevanti, inglobando Flatmates e Bioss. Operazioni che punta a convertire in un fatturato di gruppo di 10 milioni di euro nel 2024.

La prima difficoltà: le regole cambiano spesso

«Le difficoltà che incontri in generale quando avvii una nuova realtà, sia come imprenditore, sia come startupper, sono sempre le stesse, o comunque molto simili. Quella principale in Italia è il fatto che le regole cambiano spesso, troppo spesso: pochi anni dopo sono già diverse da quelle che hai affrontato in precedenza».

Ci spieghi meglio…

Spesso quando si parla di Startup in Italia si fa subito il riferimento all’eccessiva presenza di norme, leggi e cose da sapere. In realtà, secondo me il problema vero non è questo, ma è legato al fatto che si cambia di continuo. Quindi è difficile avere nel lungo periodo un approccio costante. La seconda difficoltà è il grado di aleatorietà di certe regole e norme. Questo è un paradosso, perché sono scritte in modo estremamente dettagliato, ma poi interagiscono spesso male tra loro e quindi creano vaghezza, soprattutto nelle necessità di interpretazione. La terza sfida, strettamente collegata alla seconda, è circondarsi di consulenti giusti, professionisti che sul fronte fiscale, amministrativo e giuridico riescano a supportarti. E questa è una difficoltà nella difficoltà, perché alle Startup non dovrebbe essere richiesto fin da subito di pagare tutti questi consulenti che, ovviamente, più sono bravi più sono cari. È un costo occulto legato alla struttura delle normative che abbiamo».

Startup, leggi in ritardo e Gap culturale

Lo scenario, però, sta cambiando…

«Si sono fatti passi avanti. Rispetto a quando ho iniziato a fare impresa, più di 15 anni fa, sono state varate alcune leggi che avevano il buon senso di portarci anche nella contemporaneità, spesso andando nella direzione di altri Paesi. Il problema è che queste leggi cambiano in continuazione o vengono svuotate di senso».

Ci faccia qualche esempio

«Pensiamo al progetto di fare la S.r.l. semplificata. Era un’ottima idea, la normativa era giusta, ma poi la pratica era impossibile, perché non si trovavano notai che la sbrigassero. Un’altra delle più grandi difficoltà è dover combattere con un Mercato che per definizione è nuovo, il che porta via tante energie e risorse economiche, e parallelamente badare a questa realtà fatta di Compliance».

E poi c’è la mentalità

«Sì. Un altro esempio è il Gap culturale. Quando si lancia una Startup, spesso si punta a cambiare l’esistente, lo status quo. Ma le leggi lo proteggono: il problema in Italia è che ci troviamo di fronte a un dilemma che nel mondo anglosassone – per esempio – è più facile da gestire: la loro tradizione legislativa infatti è di Common Law, quindi non strutturata come la nostra. D’altronde, lo status quo è un equilibrio di diritti e di doveri e – in quanto tale – è una forma di tutela dei cittadini. Ma quando il sistema è troppo ingessato impedisce al nuovo di entrare e complica molte cose».

Talenti su richiesta, cresce il Talent-as-a-Service

Fornite servizi di tipo Talent-as-a-Service, talenti su richiesta, come funzionano?

«Il modello del Talent-As-A-Service è un servizio dove i fornitori come Cosmico si rivolgono alle aziende per permettergli di accedere a un Pool di talenti specializzati, disponibili da tutto il mondo in presenza o da remoto, per essere impiegati in uno o più progetti in meno di 24 ore. Obiettivo: avere i migliori professionisti pronti a lavorare da subito, abbattendo i sempre più lunghi iter costosi e Time consuming della ricerca e assunzione del personale e le barriere burocratiche tipiche dei processi di Recruitment».

Come si sta sviluppando il settore?

«È un Mercato che a livello globale si prevede possa passare da un valore di 390 milioni di dollari nel 2022 a un miliardo e 170 milioni di dollari entro il 2032, con un tasso di crescita annuale composto dell’11,7%. Ma fatica ancora a penetrare in Italia a causa di un certo conservatorismo nei modelli di ricerca e assunzione tradizionali».

Chi sono i maggiori Player in Europa?

«Il maggiore Player europeo è Malt, Startup francese nata nel 2013 e presente oggi in una decina di Paesi, con un fatturato nel 2022 di 400 milioni di euro. E poi Lemon.io, nata nel 2015 in Ucraina, è oggi una realtà con un fatturato di oltre 15 milioni di dollari, specializzata nell’offrire i migliori sviluppatori informatici, che lavora molto con il mercato americano».

Round di finanziamento e Venture capital

Dal punto di vista finanziario come vi siete mossi e come siete cresciuti?

«Abbiamo fatto ricorso sia a capitali propri, sia al Venture capital, sia alle forme tradizionali di debito con le banche. Dopo il nostro primo Round Seed di 1,8 milioni di euro nel 2023, nell’aprile scorso abbiamo realizzato un nuovo Round Serie A da 4 milioni. Lead investor dell’operazione è stato PranaVentures, fondo di Venture capital specializzato in investimenti Seed e Post-seed che ha scelto di reinvestire considerando i risultati positivi della società. L’operazione ha visto anche la partecipazione di alcuni Business angel come Roberto Marsella, Fabio Troiani, i Fmily office di 40Jemz e Intesa Sanpaolo».

Come utilizzate questi finanziamenti?

«Il Round Serie A ci permette di consolidare il nostro posizionamento in Italia e accrescere la Community di talenti, a fronte di una richiesta sempre maggiore di professionisti in ambito tecnologico e creativo. Inoltre, i fondi vanno ad accelerare la crescita internazionale dopo la recente apertura della sede spagnola di Madrid».

In 4 anni avete acquisito due società. Qual è la logica di queste operazioni?

«Quando siamo partiti avevamo 100mila euro di cassa in autofinanziamento. Ora stiamo crescendo, ma i casi delle nostre due acquisizioni sono diversi. Da un lato c’è il caso di Flatmates (agenzia di influencer marketing, ndr), per rafforzarci nel marketing e nella comunicazione, dove eravamo più deboli. Nel caso di Bioss (servizi di consulenza, ndr) invece acquisendo questo tipo di soggetti acquisiamo contratti, acceleriamo la crescita sui clienti, soprattutto quelli corporate più grandi, e li riusciamo a servire anche con altre attività e funzioni».

Comprare altre Startup per crescere più in fretta

Quali sono le vostre direzioni di sviluppo?

«Le due direzioni dell’M&A per noi sono queste: aumentare la scala acquisendo competitor e, dall’altro lato, puntare a dei soggetti che possano portare dentro il gruppo competenze nuove in termini di servizi, che siano interessanti per i nostri clienti e quindi espandere di fatto la nostra offerta».

In concreto, la prossima tappa?

«Riuscire a raggiungere i 10 milioni di euro di fatturato, obiettivo che ci siamo dati per quest’anno. Oggi siamo a livello aggregato a circa 7 milioni di euro, quindi siamo abbastanza fiduciosi di riuscire a raggiungerlo. Come crescita, invece, stiamo studiando nuove acquisizioni per l’anno prossimo: se quest’anno raggiungiamo l’obiettivo dei 10 milioni, l’anno prossimo ci sfideremo a farne 20».

Come pensate di arrivarci?

«O scalando organicamente il business attuale, che cresce comunque tra il 70% e l’80% l’anno, o portare nuovi fatturati e clienti più velocemente con le M&A».

Altri obiettivi?

«Quest’anno abbiamo aperto le nostre attività in Spagna. Abbiamo iniziato a luglio, per cui ci aspettiamo di focalizzarci lì per l’anno prossimo. Se tutto va secondo i piani, vorremmo aprire anche in un terzo Paese, eventualmente nel 2026, in base a quanto velocemente crescerà la Spagna nei prossimi 12 mesi. Quindi crescita in Italia attraverso M&A, crescita organica e internazionalizzazione».

Startup e Venture capital: il focus

l Mercato del Venture capital (VC) in Italia nel 2023 ha totalizzato una raccolta di quasi 1,1 miliardi di euro, distribuiti in 302 Round di finanziamento. Un risultato in flessione rispetto a 1,9 miliardi di euro e 349 Round nel 2022.

La Lombardia si conferma la regione leader, rappresentando il 46% del Mercato complessivo, seguita da Lazio e Piemonte (13% e 8% rispettivamente). Per settori, l’ICT ha attirato il 38% degli investimenti, al secondo posto l’Healthcare (12%) e poi i Servizi educativi (9%).

5 motivi per cui il Venture capital è così importante

Ci sono almeno 5 motivi per cui il Venture capital è molto importante per le Startup:

Finanziamento. Le nuove imprese spesso hanno bisogno di capitali per sviluppare prodotti o servizi, espandere le operazioni e puntare a nuovi Mercati. Il Venture capital fornisce questi fondi in cambio di una partecipazione azionaria.

Supporto strategico. Oltre al capitale, i Venture capitalist offrono competenze strategiche e consulenza. Aiutano le Startup finanziate a muoversi nelle sfide operative e a prendere decisioni cruciali per la crescita.

Credibilità. Ottenere finanziamenti da un fondo di Venture capital può aumentare la credibilità di una Startup verso il Mercato, rendendola più attraente per altri investitori e partner commerciali.

Accesso a reti e Network. I Venture capitalist hanno una vasta rete di contatti che possono essere utili per la Startup, inclusi altri potenziali investitori, partner e clienti.

Orientamento all’innovazione. Il VC è spesso focalizzato su Startup innovative e con alto potenziale di crescita. Questo tipo di finanziamento permette quindi alle aziende di concentrarsi sullo sviluppo, ottenendo allo stesso tempo le necessarie risorse finanziarie.

© Articolo tratto dal numero dell’1 ottobre 2024 de Il Bollettino. Abbonati!

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