Volatilità dei Mercati: concetto che descrive l’ampiezza e la frequenza delle oscillazioni dei prezzi degli strumenti finanziari – come azioni, obbligazioni, materie prime, valute –, in un determinato periodo di tempo.
«In sostanza, con valori e valutazioni che salgono e scendono sui listini finanziari, la volatilità misura quanto un prezzo varia rispetto alla sua media», dice Massimo Peri, consulente finanziario e socio ANASF (l’Associazione nazionale consulenti finanziari), di cui è responsabile territoriale Educazione finanziaria per la Toscana e protagonista del progetto Economic@mente – Metti in conto il tuo futuro, rivolto agli studenti delle scuole superiori.
Volatilità dei valori, rischi e opportunità
È un aspetto delle quotazioni e degli investimenti collegato a rischi e opportunità. E quindi influenza le decisioni da prendere: da un lato, una volatilità più alta indica un rischio maggiore per gli investitori, in quanto, se i prezzi oscillano ampiamente, le perdite potenziali sono più elevate.
Ma, allo stesso tempo, un’alta volatilità può anche offrire opportunità di guadagno per coloro che sono disposti a prendere rischi maggiori. Mentre gli investitori più avversi al rischio tendono a evitare strumenti finanziari altamente volatili.
Un indicatore chiave per gli investitori
«È quindi un indicatore chiave per gli investitori, poiché fornisce informazioni sul rischio associato a un determinato investimento. Comprendere la volatilità è essenziale per prendere decisioni di investimento consapevoli».
In questo quadro, allora, cosa determina la volatilità dei valori finanziari? Ha numerose cause e può essere influenzata da diversi fattori come:
Eventi economici: diffusione di dati macroeconomici e risultati finanziari; decisioni delle banche centrali, ad esempio sui tassi d’interesse; guerre commerciali; nuovi accordi e strategie; successi e flop.
Eventi politici: crisi politiche o il risultato di nuove elezioni, con cambi e novità nelle stanze del potere; guerre e tensioni internazionali; politiche fiscali e industriali.
Mix di domanda e offerta: aumentando o diminuendo l’offerta di titoli finanziari circolanti di una società, è possibile influenzare significativamente il prezzo.
Sentiment (umore) degli investitori: ottimismo e fiducia o pessimismo e diffidenza dei Mercati possono amplificare le reazioni ai fattori precedenti. Deriva più dall’emotività che dai fondamentali economici. Può generare senza preavviso picchi di volatilità a breve termine.
Speculazione: l’attività di Trading speculativo può aumentare la volatilità, in particolare sui Mercati e settori più liquidi, più esposti alle manovre e che reagiscono subito alle novità.
Liquidità: anche una bassa liquidità di un Mercato finanziario può amplificare le oscillazioni dei prezzi.
Come si calcola la volatilità
Ecco come si calcola: «la volatilità viene misurata utilizzando la deviazione standard delle variazioni di prezzo in un determinato periodo. Più alta è la deviazione standard, maggiore è la volatilità». Alta volatilità significa che i prezzi oscillano ampiamente in un breve periodo di tempo. Con bassa volatilità i valori si muovono in modo più lento e stabile.
Un Indice di volatilità misura il tasso di oscillazione complessivo di un Mercato o di un Portafoglio. «La volatilità storica è quella calcolata su dati del passato. La volatilità implicita è invece quella prevista e attesa dal Mercato per il futuro. È una stima dell’incertezza che gli investitori si aspettano ci sarà sul prezzo di un asset».
La volatilità implicita è, quindi, spesso considerata un indicatore del Sentiment degli investitori. Molti Trader la utilizzano per prendere decisioni di Trading. Ad esempio, comprano titoli quando è bassa e li vendono quando cresce e torna alta. ©️
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