martedì, 14 Gennaio 2025

Negro Ferrero, Blockchain4Dummies: «come parlare di blockchain all’utente finale»

Sommario
Blockchain

La Blockchain è una delle tecnologie più rivoluzionarie dell’era digitale, ma spesso viene percepita come complessa e distante dalla quotidianità. Altre volte è fraintesa, circondata da miti e pregiudizi.

Comprendere come funziona e quali vantaggi può offrire è fondamentale per sfruttare appieno il potenziale, non solo nei settori tecnologici ma anche nella vita di tutti i giorni. «Alcuni dei miti più comuni sulla Blockchain sono legati alla comprensione limitata del suo funzionamento e delle sue applicazioni pratiche», dice Emanuela Luisa Negro Ferrero, Founder di Block-chain4Dummies.

L’influenza della Blockchain nelle nostre vite quotidiane e nel mondo finanziario

In che modo la Blockchain sta già influenzando le nostre vite quotidiane, anche se forse non ce ne rendiamo conto?

«È più presente nelle nostre vite di quanto sembri, specialmente in settori come l’agroalimentare e il lusso, dove aziende innovative la utilizzano per la tracciabilità dei prodotti. Nella filiera agroalimentare, marchi come Birra Peroni e Caffè Barbera sfruttano tecnologie Blockchain per monitorare e certificare la provenienza e qualità degli ingredienti, offrendo ai consumatori la sicurezza di acquistare un prodotto autentico e di alta qualità. Anche nel lusso, aziende come Panerai (storico produttore di orologi, ndr) adottano soluzioni in grado di garantire l’autenticità e la trasparenza del ciclo di vita dei loro prodotti.

Nel mondo finanziario, invece?

«In campo bancario, viene adottata per accelerare e ridurre i costi delle transazioni internazionali. Una tecnologia come XRP (di Ripple) si sta affermando come una soluzione popolare per velocizzare le transazioni, superando i tempi lenti e i costi elevati associati ai metodi tradizionali di trasferimento di denaro. Questo consente ai clienti di usufruire di pagamenti transfrontalieri più rapidi e meno costosi, trasformando profondamente il modo in cui le banche gestiscono i trasferimenti globali».

Spiegare la tecnologia in modo semplice

Qual è il modo più semplice per spiegare il valore della Blockchain a chi non ha mai avuto esperienze nel mondo tecnologico?

«Bisogna immaginarsi un registro digitale che tutti possono consultare, ma che nessuno può modificare senza il consenso di tutti gli utenti. È un po’ come se un gruppo di amici tenesse un quaderno per annotare le spese: tutti possono vedere le voci registrate e nessuno può cancellare o cambiare i dati già scritti. Questo sistema permette di garantire trasparenza e sicurezza, soprattutto quando molte persone devono fidarsi di una stessa informazione. Credo fortemente che arrivare davvero alle persone comuni sia fondamentale offrire spiegazioni semplici e accessibili, senza ricorrere a tecnicismi inutili. Con il mio progetto, Blockchain4Dummies, mi sono posta proprio questo obiettivo.

L’idea è quella di spiegare concetti complessi in modo chiaro, con esempi quotidiani e accessibili a chiunque. In Italia, abbiamo ancora tanto da fare per aumentare il livello di alfabetizzazione digitale, e questo è solo uno degli ambiti su cui puntare. Proprio come Michelle Obama ha lanciato un’iniziativa educativa utilizzando la musica rap per coinvolgere i giovani, anche noi possiamo usare metodi vicini al nostro pubblico. La chiave è parlare la lingua di chi ci ascolta.

L’importante è fare formazione in modo inclusivo, lasciando i dettagli più tecnici a ingegneri e professionisti come avvocati e commercialisti, ma concentrandosi sull’aspetto divulgativo. Il nostro non è solo un progetto didattico, ma un modo per diffondere la conoscenza, aiutando le persone a sentirsi a proprio agio con questi temi e a comprendere come questa tecnologia possa migliorare vari aspetti della vita quotidiana, dalla sicurezza dei dati alla tracciabilità dei prodotti».

Le motivazioni sulla difficoltà della Blockchain

Perché questo argomento è considerato così difficile da comprendere?

«Può sembrare complesso per due ragioni principali: il linguaggio tecnico usato per descriverlo e il funzionamento decentralizzato di questa tecnologia, un concetto nuovo per chi è abituato a pensare a sistemi centralizzati e a entità di controllo singole. A differenza di un’app o di un sistema tradizionale, la Blockchain si basa su una rete distribuita e su principi come l’immutabilità e il consenso, che possono apparire astratti.

Tuttavia, la vera sfida non sta tanto nella comprensione della tecnologia in sé, quanto nella necessità di spiegarne le applicazioni pratiche e le opportunità per il mondo del lavoro. Non è necessario che tutti conoscano i dettagli tecnici di sviluppo: la maggior parte delle persone non sa programmare né comprende come funziona il codice sottostante, ma questo non impedisce loro di utilizzare strumenti digitali ogni giorno, proprio come accade con l’invio di messaggi o email.

Il punto cruciale è rendere chiaro come questa tecnologia sia pervasiva e come possa trasformare vari settori. Spesso si parla della Blockchain con l’idea allarmante che possa eliminare posti di lavoro, quando invece è importante comprendere che il digitale, compresa la Blockchain, rappresenta semplicemente un modo diverso di lavorare, che può essere appreso.  Proprio come si impara a guidare o a usare un nuovo strumento digitale, anche in questo caso si richiede solo un nuovo approccio, non competenze tecniche avanzate».

Il progetto Blockchain4Dummies

Come cercate di mettere in pratica questi precetti?

«Nel mio progetto Blockchain4Dummies cerco di mostrare come la Blockchain possa migliorare settori come la finanza, il supply chain management, la sanità, e persino il settore legale, fornendo esempi concreti e accessibili. Semplificare il linguaggio e rendere chiari i vantaggi concreti è essenziale: le persone devono poter vedere non solo gli aspetti di minaccia, ma anche le possibilità di evolvere e adattarsi ai cambiamenti, apprendendo nuovi metodi e competenze, come abbiamo fatto per ogni innovazione tecnologica del passato».

I falsi miti sulla tecnologia Blockchain

Esistono falsi miti sulla Blockchain che hanno bisogno di essere chiariti?

«Certo, questi sono i più comuni:

• Blockchain e criptovalute sono la stessa cosa: un equivoco diffuso è quello di considerarli come sinonimi. In realtà, la Blockchain è la tecnologia che sta alla base delle criptovalute, ma ha molte applicazioni oltre al mondo finanziario.

Quella di Bitcoin, per esempio, è strettamente legata all’emissione del token BTC, che funge da riserva di valore. Tuttavia, con lo sviluppo di Ethereum, le potenzialità della Blockchain si sono ampliate enormemente. Grazie agli smart contract, ora è possibile creare applicazioni decentralizzate (dApp) che vanno ben oltre la semplice emissione di criptovalute, con usi che spaziano dalla gestione di asset digitali alla creazione di ecosistemi di pagamento e molto altro.

• Il valore dei token è solo economico: un altra bufala è che i token esistano solo per speculare. In realtà, molte criptovalute hanno utilità pratiche che possono avere un impatto concreto nella vita reale. Ad esempio, ADA, il token della Blockchain di Cardano, supporta progetti in ambito educativo e sanitario, mentre Solana è progettata per le dApp ad alte prestazioni, ideale per applicazioni nel settore della finanza decentralizzata.

In questo senso, è importante che le persone vadano oltre il prezzo e comprendano la progettualità che sta dietro a ogni valuta, leggendo i whitepaper e informandosi sugli obiettivi dei singoli progetti.

Altri miti da sfatare

• La Blockchain è completamente anonima e decentralizzata: mentre molti pensano sia del tutto anonima, in realtà la maggior parte delle catene sono pseudonime. Questo significa che le transazioni sono pubbliche e associate a indirizzi, anche se questi ultimi non sono direttamente legati all’identità reale degli utenti. Inoltre, il concetto di decentralizzazione può variare.

In ogni Blockchain esiste un primo nodo o un gruppo di nodi principali che svolge un ruolo di verifica e aggiornamento della rete. Ciò significa che, in un certo senso, esiste un livello di controllo. Anche se parlare delle organizzazioni decentralizzate (DAO) potrebbe essere complesso in questo contesto, è utile sapere che ci sono diverse strutture organizzative che cercano di bilanciare la decentralizzazione con un livello di gestione strutturata.

• È impossibile da hackerare: anche se le Blockchain sono progettate per essere molto sicure, non sono infallibili. Esistono attacchi che possono minare la sicurezza, come il “51% attack”, che si verifica quando un gruppo o una singola entità ottiene il controllo della maggior parte della potenza di calcolo della rete. Mentre questo tipo di attacco è altamente improbabile su sistemi consolidati come Bitcoin ed Ethereum, catene più piccole e meno decentralizzate possono essere più vulnerabili».

Le competenze necessarie per lavorare in questo settore

Quali competenze o conoscenze sono necessarie per lavorare nel mondo della Blockchain?

«Lavorare nel settore richiede competenze variegate che dipendono molto dal ruolo specifico. Insieme al progetto CHAISE, stiamo sviluppando percorsi formativi pensati per coprire le diverse competenze richieste dal settore, suddividendole in tre principali aree:

• Tecnologia: chi aspira a ruoli tecnici deve acquisire conoscenze approfondite di programmazione (ad esempio, con linguaggi come Solidity per sviluppare smart contract), crittografia e sistemi distribuiti. Questo percorso è cruciale per chi vuole operare direttamente nello sviluppo o nella manutenzione di soluzioni Blockchain.

• Strategia: mi sono specializzata in questa area, che combina la conoscenza della tecnologia con competenze di marketing e strategia aziendale. Per aiutare un’azienda a valutare se la Blockchain può effettivamente incrementare il fatturato, è fondamentale capire sia come la tecnologia funziona sia come si può applicare nel contesto specifico di quell’azienda. Questa combinazione è alla base di una nuova figura professionale: il consulente strategico per la Blockchain, che affianca le imprese nell’integrazione delle tecnologie per obiettivi commerciali concreti.

• Comunicazione e divulgazione: è essenziale anche saper comunicare in modo efficace i concetti Blockchain, soprattutto se si lavora nella divulgazione, nella vendita di soluzioni o nella formazione. Per farlo è importante essere in grado di semplificare e rendere accessibili concetti complessi, cosa che permette di coinvolgere non solo esperti ma anche un pubblico più ampio».

Altri aspetti rilevanti

Quali sono alcuni ulteriori aspetti rilevanti?

«Per chi lavora in aree legate alle criptovalute o alla finanza decentralizzata (DeFi), comprendere i fondamenti dell’economia e delle strutture finanziarie è essenziale, oltre alla conoscenza dei protocolli DeFi. Inoltre, chi opera a contatto con istituzioni finanziarie o Governi deve avere una buona comprensione delle normative legate alla Blockchain e alle criptovalute.

Questa competenza è sempre più richiesta, poiché il settore è in rapida evoluzione dal punto di vista legale e regolamentare.Insomma, il settore offre opportunità a persone con background molto diversi, ma tutte queste competenze devono essere sviluppate con percorsi formativi mirati per acquisire una preparazione solida e utile nel mondo professionale».

L’importanza generale della Blockchain

Quanto è importante che le persone comprendano la Blockchain, anche se non operano nel settore tech?

«Comprendere almeno i principi di base è fondamentale, anche per chi non lavora direttamente nel settore tecnologico. In particolare, molte persone hanno già riconosciuto il valore del Bitcoin come riserva di valore, ma la Blockchain e le criptovalute vanno ben oltre: abbracciano anche i nuovi sistemi di pagamento e la gestione sicura dei dati.

Senza una comprensione adeguata di come funziona, le persone rischiano di sentirsi scoraggiate o vulnerabili a truffe, specialmente in un ambito ancora in evoluzione come questo.

Diventa quindi essenziale imparare le basi per acquisire familiarità e fiducia, approcciando con consapevolezza le nuove tecnologie. Le criptovalute, in particolare, rappresentano una porta di accesso per il grande pubblico, in quanto consentono di prendere contatto con questa tecnologia e integrarla gradualmente come una nuova normalità. Questa consapevolezza, che si costruisce man mano, è cruciale anche a livello terminologico».

In che modo?

«Molti termini usati in questo contesto possono sembrare complessi o astratti, ma imparare a comprenderli è un passaggio importante per far proprie le opportunità offerte da questi strumenti.

La Blockchain sta cambiando settori come la finanza, la sanità e la gestione dei dati, perciò più persone comprendono come funziona e cosa può offrire, più si potrà implementare in modo sicuro, efficace e consapevole nella vita di tutti i giorni. Ho scritto il libro Bitcoin4Starters proprio seguendo questo principio».

Le sfide etiche

Quali sono le principali sfide etiche?

«Le sfide sono complesse e variegate: si articolano su vari fronti:

• Privacy e tracciabilità: sebbene spesso associata all’anonimato, la Blockchain è in realtà pseudonima. Gli indirizzi dei wallet possono essere tracciati e collegati alle identità degli utenti, specialmente quando interviene la procedura KYC (Know Your Customer), ormai obbligatoria per molte realtà finanziarie nel settore Crypto. Questo può sollevare dubbi sul confine tra trasparenza e diritto alla privacy.

• Accessibilità e divario digitale: esattamente come accadde per i social media e le email, la Blockchain necessita di una fase di apprendimento per diventare familiare. Persone come me, attraverso corsi, libri ed eventi, lavorano per colmare questo divario. È un percorso lento, ma con il giusto impegno formativo, questa tecnologia può diventare accessibile a tutti.

• Sostenibilità: il consumo energetico elevato di alcune Blockchain, come quelle basate sul Proof of Work, è spesso criticato. Tuttavia, soluzioni innovative stanno emergendo. El Salvador, ad esempio, ha iniziato a sfruttare l’energia geotermica dei vulcani per alimentare le attività di mining, mostrando un modello sostenibile che anche in Italia, con la sua geografia vulcanica, potrebbe teoricamente essere applicato.

• Equilibrio tra trasparenza e anonimato: è una tecnologia in grado di registrare in modo indelebile le transazioni, e sebbene ciò aumenti la fiducia, comporta anche una necessità di riflessione sull’anonimato parziale che offre, specialmente nel settore finanziario.

Considerazioni personali

A livello personale, cosa pensa di questa innovazione?

«Per me, la tecnologia non è solo un argomento di discussione, ma una passione concreta. Non mi piace parlare, preferisco agire, fare. L’ho fatto creando contenuti, scrivendo, sviluppando corsi e consulenze per aiutare le persone a comprendere e ad applicare la tecnologia, in modo che potessero navigare in un mondo sempre più interconnesso e  digitalizzato.

La Blockchain è diventata una delle aree in cui mi sono impegnata con maggiore convinzione, come mezzo per abbattere le barriere e aumentare la consapevolezza delle sue potenzialità». ©

Articolo tratto dal numero del 15 dicembre 2024 de Il BollettinoAbbonati!

📸 Credits: Canva

Imparare cose nuove e poi diffondere: è questo il mio obiettivo. Proprio questo mi ha portato ad approfondire il mondo del web3, della finanza digitalizzata e delle crypto. Per il Bollettino mi occupo di raccontare una realtà ancora poco conosciuta in Italia, ma con un grande potenziale.