Nella giornata di oggi gli elettori tedeschi sono chiamati ad esprimere la propria preferenza. Tra turbolenze interne e voto anticipato, le politiche sulla Sostenibilità sembrano essere un fattore determinante. Ma come influirà il voto sulle direzioni dei Paesi membri dell’UE?
Energia e clima, Paese diviso
A pochi giorni dalle elezioni anticipate, necessarie dopo la sfiducia del Parlamento verso l’attuale Cancelliere Olaf Scholz, la Germania appare divisa sulle politiche Green. I maggiori partiti occupano posizioni molto diverse, dibattendo su quote di emissione e scadenze normative, produzione di energia atomica, utilizzo di auto elettriche e abbattimento di energie fossili.
In ballo esiste l’obiettivo della neutralità climatica, normativa europea fissata per i Paesi membri al 2050. Questa misura prevede di pareggiare, entro il 2050, le emissioni complessive di gas serra generate dalla produzione a quelle in grado di essere assorbite.
Le posizioni dei singoli partiti
La coalizione di centro di Cdu e Csu intende mantenere l’obiettivo al 2045, come deciso dalle scorse amministrazioni tedesche. Il piano è quello di proporre una riduzione delle tariffe elettriche e aumentare le tassazioni sulle emissioni di carbonio. D’altra parte, però, è esplicita la posizione di apertura riguardo la riconsiderazione dell’energia nucleare e l’intenzione di revocare il divieto, fissato ora per il 2035, di auto a combustibile fossile.
Fdp, partito liberale, propone invece di posticipare la neutralità climatica al 2050, in linea con i Paesi membri dell’Unione e chiede l’abrogazione di ulteriori regolamenti che riguardino obiettivi in termini di Transizione Green.
Agli antipodi, invece, AfD e i Verdi. Recentemente alla ribalta per posizione ultra-conservative e per aver accolto gli elogi di Elon Musk, il partito di destra AfD ha assunto posizioni nette sul tema dell’energia: sostegno totale allo sviluppo di combustibili fossili, ripristino delle centrali nucleari e del gasdotto Nord Steam, che evidenzia quindi una decisa direzione filo-Russia. Tendenze che confermano la volontà del partito capeggiato dalla Presidente Alice Weidel di uscire dall’Accordo di Parigi 2015 sull’emergenza climatica.
Dall’altra parte ci sono i Verdi, forza politica focalizzata proprio sulle istanze riguardanti il cambiamento climatico e il Green. Forte sostengo quindi alla Transizione, con la volontà di eliminare quasi totalmente l’utilizzo e la distribuzione di energie fossili, a favore dell’uso di energie rinnovabili. Tra le proposte, quella di orientare il Mercato automotive esclusivamente su auto elettriche e promuovere la condivisione energetica rinnovabile e sostenibile entro il 2035.
Cosa cambierà in Europa e in Italia?
La direzione che la Germania prenderà in tema di energia e sostenibilità nelle prossime elezioni nazionali potrebbe ridefinire il futuro dell’Europa e dell’Italia. Da un lato, un governo tedesco fortemente orientato verso la Transizione Green – come proposto dai Verdi – potrebbe accelerare l’adozione di energie rinnovabili, stimolando investimenti in solare, eolico e idrogeno verde, con benefici per le imprese italiane già attive nel settore.
Al contrario, una politica più conservatrice e scettica, sostenuta da AfD, potrebbe rallentare gli obiettivi climatici europei, riaprendo il dibattito su nucleare e combustibili fossili. In entrambi i casi, l’Italia dovrà farsi trovare pronta: sia per cogliere le opportunità di una rivoluzione verde guidata dalla locomotiva tedesca, sia per adattarsi a un’eventuale frenata, mantenendo una strategia di lungo periodo per la competitività energetica e industriale.
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