Nel cuore dell’innovazione tecnologica, la robotica è una realtà concreta che prende forma nei laboratori e negli incubatori delle Startup più visionarie.
Il 2024 è stato un anno da record per l’automazione industriale. Per il quarto anno consecutivo, le installazioni mondiali hanno superato la soglia del mezzo milione, raggiungendo quota 542mila unità. È quanto emerge dal rapporto World Robotics 2025, pubblicato dall’International Federation of Robotics (IFR), che traccia un quadro approfondito dello stato di salute del settore a livello globale. Il dato segna un raddoppio rispetto a dieci anni fa, confermando una tendenza di lungo periodo che vede i robot sempre più protagonisti nelle linee produttive di numerosi settori industriali.
I settori in crescita
A livello settoriale, la novità più significativa riguarda il comparto Automotive, storicamente trainante per l’automazione, che nel 2024 ha registrato un calo del 7% nelle nuove installazioni. A riconquistare la vetta è il settore dell’elettronica, che segna un lieve ma significativo aumento del 2%, sufficiente a superare l’Automotive in termini di volumi.
Ma è l’industria alimentare a guidare la crescita con un balzo del 42% in un solo anno, segno che anche i settori tradizionalmente meno automatizzati stanno accelerando l’adozione di tecnologie robotiche. A seguire, si distinguono il comparto chimico-plastico, che cresce del 18%, e quello dei metalli e macchinari, in aumento del 16%.
Una menzione a parte meritano i robot collaborativi, o Cobot, progettati per lavorare fianco a fianco con gli operatori umani. Dopo una flessione nel 2023, i Cobot tornano a crescere con forza: nel 2024 sono state installate 64.542 unità a livello mondiale, segnando un incremento del 12% rispetto all’anno precedente e stabilendo un nuovo record storico. Oggi rappresentano quasi il 12% delle vendite globali di robot industriali, un dato che conferma la loro centralità nelle strategie di automazione delle imprese, soprattutto nelle PMI e nei contesti produttivi ad alta variabilità.

Panorama europeo e mondiale
Dal punto di vista geografico, il baricentro della robotica industriale rimane saldo in Asia, che concentra il 74% delle nuove installazioni.
Al secondo posto l’Europa, con il 16% del totale, seguita dalle Americhe al 9%. La Cina si conferma come il più grande Mercato mondiale, totalizzando 295mila robot installati, pari al 54% del totale globale.
Un dato ancora più rilevante è che, per la prima volta, i produttori cinesi hanno superato i concorrenti stranieri all’interno del proprio Mercato: la loro quota interna è salita al 57%, rispetto a una media storica del 28% nell’ultimo decennio. Un cambio di paradigma che potrebbe avere importanti implicazioni sulla competizione internazionale.
In Europa, invece, le installazioni sono calate dell’8% rispetto al 2023, scendendo a 85mila unità. Tuttavia, questo dato resta il secondo più alto mai registrato nel continente, sostenuto anche dal fenomeno del Nearshoring, che spinge le imprese a riportare parte della produzione più vicino al Mercato europeo.
All’interno dell’Unione Europea, che concentra l’80% delle installazioni continentali, la Germania si conferma primo player con 26.982 unità (-5%), seguita dall’Italia, dove il calo è stato più marcato: -16%, pari a 8.783 installazioni. Questo arretramento ha fatto scivolare l’Italia dal sesto al settimo posto nel ranking globale, superata dall’India, che continua la sua ascesa nella robotica industriale. Il Regno Unito registra un vero e proprio crollo: -35% rispetto al 2023, con appena 2.500 unità installate.
Il picco dell’anno precedente (3.800 unità) era stato favorito dagli incentivi fiscali alla super-deduzione, terminati nel primo trimestre del 2023. Concluso questo stimolo, il Mercato britannico è tornato su livelli più contenuti, segnando una tendenza laterale nell’ultimo decennio. Oggi il Regno Unito è scivolato al 19esimo posto mondiale. Anche la Francia perde terreno, con un calo del 24% (4.900 unità), cedendo il terzo posto europeo alla Spagna (5.100 unità).

Le diverse dinamiche
Le previsioni economiche per il biennio 2025-2026, secondo OCSE e FMI, indicano una crescita globale compresa tra il 2,9% e il 3,1%. Tuttavia, questo scenario è minacciato da tensioni geopolitiche, guerre, interruzioni delle catene di fornitura e incertezza finanziaria. Nonostante questi rischi, la robotica industriale sembra mantenere una traiettoria positiva.
Nel 2025 le installazioni globali dovrebbero aumentare del 6%, raggiungendo quota 575mila unità. Entro il 2028, si prevede il superamento della soglia delle 700mila installazioni annue.
Il settore non è più dominio esclusivo di nicchie tecnologiche o Venture Capital specializzati. Negli ultimi anni, sempre più grandi fondi d’investimento stanno puntando sulla robotica come pilastro strategico dell’industria del futuro.
In Europa, il comparto ha registrato un tasso di crescita annuo del 24% negli ultimi quattro anni. In confronto, la crescita negli Stati Uniti è stata appena dell’1%, e in Cina del 3%. Questo cambiamento è accompagnato da una crescente maturità del settore, con soluzioni sempre più integrate, scalabili e adatte anche alle esigenze delle piccole e medie imprese.
Il ruolo dell’intelligenza artificiale
Alla base del nuovo slancio della robotica c’è l’integrazione con l’intelligenza artificiale. I robot non sono più semplici macchine programmabili: diventano sistemi autonomi, in grado di apprendere, adattarsi e ottimizzare i processi produttivi. Grazie a sensori evoluti, visione artificiale e apprendimento automatico, i robot possono ora reagire in tempo reale ai cambiamenti di contesto, rilevare anomalie e migliorare le proprie prestazioni senza interventi esterni.

L’integrazione dell’AI nella robotica industriale, infatti, sta modificando i processi produttivi. I sistemi di visione artificiale sono ormai standard per attività come il bin-picking (prelevare oggetti disordinati da un contenitore) e il controllo delle superfici, mentre la programmazione low-code e l’utilizzo del linguaggio naturale riducono i tempi di setup fino al 30%. La manutenzione predittiva, basata su modelli AI per l’analisi di vibrazioni e consumi energetici, permette di prevenire fermi macchina imprevisti, ottimizzando la produttività.
Le funzioni di sicurezza dinamiche, supportate da AI e sensori evoluti, rendono inoltre più efficienti e affidabili le celle collaborative. Nei laboratori si sperimentano già robot in grado di riprogrammarsi autonomamente, riconoscere variazioni minime nei cicli produttivi e ottimizzare sequenze operative con un’intelligenza centrale condivisa. Un’evoluzione che promette di abbattere i costi e aumentare l’efficienza anche in contesti ad alta personalizzazione.
Nuove frontiere
Nel boom globale della robotica, le Startup assumono un ruolo cruciale, portatrici di innovazioni e di idee audaci, si configurano infatti come il veicolo ideale per introdurre tecnologie all’avanguardia e sviluppare nuovi prodotti in grado di rispondere velocemente alle esigenze del Mercato. La robotica è fondamentale per la crescita della produttività e il miglioramento della qualità della vita. È essenziale per affrontare le sfide socioeconomiche e geopolitiche del prossimo decennio. Dai robot umanoidi cognitivi, passando per le sedie a guida autonoma e la microchirurgia a ultrasuoni.

Tra le tendenze in ascesa spicca il modello Robotics-as-a-Service (RaaS), che permette alle aziende di affittare robot in abbonamento anziché acquistarli. Questa formula riduce drasticamente i costi iniziali, rendendo l’automazione accessibile anche a realtà di piccole dimensioni. Parallelamente, cresce il fenomeno del retrofit tecnologico: molti impianti esistenti vengono aggiornati con sistemi di visione 3D, sensori intelligenti e software AI per migliorare prestazioni e precisione. La robotica si espande anche in settori finora poco esplorati: agricoltura, sanità, alimentare e farmaceutico. Dalla mungitura automatica alle sale operatorie, i robot stanno conquistando spazi sempre più ampi, aprendo a nuove opportunità di sviluppo industriale.
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