Nella sfida Roma – Napoli scende in campo alle 18 anche uno scontro finanziario che vede già un vincitore.
Da una parte c’è la Roma di Dan Friedkin, che vive da anni situazioni societarie all’insegna del riassetto economico e a cui il nuovo presidente americano sta cercando di dare maggiore sostenibilità. Dall’altra c’è il Napoli di Luigi De Laurentiis che, invece, a discapito della maggior parte dei top club italiani che fanno i conti con situazioni debitorie perennemente in rosso, gode di una certa stabilità e solidità patrimoniale, tanto che le casse azzurre segnano un più 123 milioni di euro e nessun debito finanziario, inserendo il Napoli tra le squadre più virtuose d’Europa.
QUI ROMA – Una condizione che a Roma non conoscono e dove la parola d’ordine è indebitamento: 400 milioni di euro al 2021 per sostenere la carenza di liquidità, che caratterizza un po’ tutta l’azienda calcio italiana. Una fetta importante del debito finanziario della Roma è figlia dell’aumento dei debiti bancari per finanziamenti di lungo periodo e dei finanziamenti soci erogati da Romulus and Remus Investments, ossia il veicolo con cui la famiglia Friedkin controlla il club giallorosso. Se a questo si aggiungono lo shock finanziario dovuto alla pandemia con il conseguente congelamento dei ricavi da botteghino e il colpo duro che la società giallorossa ha subito con la mancata assegnazione a Sky degli highlights della Serie A, il risultato non è poi così inatteso. Dazn infatti, ha garantito l’affare diritti TV a cifre decisamente inferiori rispetto al trend assicurato negli ultimi tre anni dalla TV satellitare. Dopo un anno la gestione Friedkin ha speso 387 milioni di euro, divisi in quelli investiti per l’acquisto del club, circa 199 milioni al netto dei debiti e 188 milioni immessi per versamenti in conto di aumento capitale. Ma l’aver fallito la qualificazione alla Champions League nella passata stagione ha portato minor liquidità e spinto Fil patron ad aumentare il volume debitorio per reperirla. Mentre sullo sfondo, la situazione stadio è in stand-by: abbandonato il progetto Tor di Valle, la proprietà lavora a un nuovo progetto, che al momento non vede la luce nemmeno sulla carta. Molto dipenderà dal nuovo primo cittadino della capitale, Roberto Gualtieri.
QUI NAPOLI – Sul versante Napoli, fermo restando il segno più in bilancio, una rarità per il nostro campionato, De Laurentiis ha sempre imposto al club una gestione autarchica: squadra che si regge sulle plusvalenze generate dal calciomercato, sugli introiti di sponsor e Uefa e poco o nulla sul portafogli del patron. Che non sembra aver intenzione di farlo adesso. Anche perché il Covid-19 ha presentato il conto pure per le sue attività extra-calcistiche, cinema in primis. Se a questo si aggiunge la mancata qualificazione alla Champions nella scorsa stagione e conseguentemente zero bonus Uefa da incassare che generano entrate di lungo inferiori di quelle ottenute con l’accesso all’Europa League, la situazione sportiva, non può di certo sorridere: tra malumori e una piazza che non ha mai dimenticato Maradona e gli anni d’oro, chissà se l’ex di lusso Spalletti potrà bastare per placare gli animi e far tornare quella serenità sportiva che a Napoli manca da un pò.
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