venerdì, 21 Marzo 2025

MIB ESG: IL PRIMO INDICE VERDE DI PIAZZA AFFARI

Anche Piazza Affari ha il suo indice “verde”. Euronext e Borsa Italiana annunciano la nascita del MIB ESG, l’indice che raccoglie al suo interno le principali azioni di gruppi che operano utilizzando i criteri ESG. Si tratta di linee guida non finanziarie che una società decide di utilizzare, affiancandole ai consueti obiettivi di profitto. Nel dettaglio, ESG è l’acronimo di Environment, Social, Governance, ovvero ambiente, sociale, buon governo delle aziende. Pertanto, chi decide di adottare questi criteri si impegna mettere in pratica una gestione attenta al rispetto dell’ambiente, alle tematiche sociali (relazioni con il territorio, i dipendenti, i fornitori, la comunità con cui si interagisce). Tutto ciò utilizzando modelli di governo societario compatibili con i migliori standard internazionali e con principi etici: parliamo quindi di politiche di retribuzione dei manager, rispetto degli azionisti (quelli di minoranza soprattutto), trasparenza nei processi decisionali.

Il MIB ESG è il secondo indice basato su questi criteri prodotto da Euronext, il gruppo che controlla le borse di Parigi, Amsterdam, Brusselles, Dublino, Lisbona, Oslo e dallo scorso aprile anche Milano. Il primo è stato il CAC 40 ESG lanciato lo scorso marzo. Qual è la motivazione alla base della scelta di creare indici di questo tipo? La principale è la crescente attenzione per gli investimenti sostenibili: si stima che a fine 2020 la massa gestita (AuM, Asset under Management) in strumenti ESG abbia raggiunto oltre un terzo del totale AuM, con un trend di crescita ben superiore a quello degli investimenti “standard”. Bloomberg Intelligence stima che nel 2025 le masse in strumenti ESG supereranno i 50 mila miliardi di dollari. Di qui la necessità di disporre di indici di nuova generazione in grado di tracciare le performance in borsa del segmento ESG.

Il MIB ESG è costruito partendo da una base formata dalle 60 società più liquide tra quelle quotate a Piazza Affari. La metodologia prevede di selezionare da queste le 40 che dimostrano di adottare le migliori pratiche ESG. Come avviene questa selezione? Una prima scrematura viene effettuata in base all’eleggibilità delle società: in occasione delle revisioni periodiche trimestrali dell’indice, vengono dichiarate non eleggibili le società che, in base ai dati di V.E (società del gruppo Moody’s attiva nella fornitura di soluzioni e servizi in ambito ESG) sono implicate nella produzione di armi, di carbone o energia generata con carbone, sabbie bituminose e shale oil, tabacco. Inoltre, in ogni momento ciascuna delle 60 società può essere dichiarata da V.E non eleggibile qualora presenti una grave controversia riguardante lo UN Global Compact.

In occasione delle revisioni periodiche la composizione dell’indice MIB ESG viene rimodulata: a ogni società viene assegnato, sempre ad opera di V.E, un punteggio ESG calcolato utilizzando la metodologia Equitics®. Quest’ultima si basa su 38 criteri suddivisi per sei aree (ambiente, diritti umani, risorse umane, territorio e comunità, clienti e fornitori, governo societario). Le 40 migliori società vengono selezionate in base al punteggio ottenuto e inserite nell’indice con un peso determinato in base capitalizzazione di mercato corretta per tenere in considerazione il flottante.

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