venerdì, 26 Aprile 2024

Università del futuro tra AI e Green. Iannantuoni: «Serve dialogo con il sistema produttivo»

L’Università deve riguadagnare terreno rispetto alla posizione degli altri Paesi europei, grazie ai nuovi investimenti nella ricerca e alla collaborazione con le imprese. «Mondo accademico e mondo del lavoro devono sempre comunicare», dice Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’Università degli Studi di Milano – Bicocca, di recente entrata a far parte di un ambizioso progetto europeo che renderà Milano un polo fondamentale di Intelligenza Artificiale. «Occorre investire in azioni, tempo e persone. Le università devono abbandonare la propria torre d’avorio, dobbiamo aprire le nostre porte e dialogare con il sistema produttivo per garantire una ripresa economica sostenibile e stabile». Un dialogo che è al centro di una efficace attuazione del PNRR. L’apporto dell’Università è fondamentale, sia dal punto dello sviluppo di nuove tecnologie e saperi specifici, sia per la formazione di un capitale umano adeguato, un punto particolarmente critico in Italia.

I dati OCSE ci dicono che il 37,1% della popolazione italiana adulta non ha completato la sua educazione secondaria e solo il 20,1% ha un titolo di studio terziario, un dato nettamente sotto la media. Come si può recuperare questo scompenso?

«Bisogna ammettere che l’Italia, rispetto ad altri Paesi europei, è ancora indietro per numero di laureati. I dati Eurostat ci dicono che il 27 % degli italiani tra i 30 e i 34 anni ha conseguito la laurea, mentre questa percentuale sale al 40% a livello continentale. Per colmare questo divario, esistono sicuramente buone prassi e per metterle in pratica bisogna ancora superare delle rigidità tenendo conto dell’obiettivo da raggiungere, che è quello di formare professionisti pronti a entrare nel mercato del lavoro. L’università, dal canto suo, deve saper essere attrattiva con la propria offerta formativa, garantendo uno spazio aperto e inclusivo».

Sempre secondo l’OCSE, più del 25% dei giovani italiani tra i 20 e i 24 anni non studiano né lavorano. Il mondo dell’istruzione può aiutare a “rimettere in carreggiata” questi elementi?

«Credo che non solo possa, ma debba: è compito del mondo della scuola prima, dell’Università poi, cercare di includere tutti, essere attrattiva e stimolante. Se così non fosse, sarebbe il fallimento di un intero Paese».

Di recente l’Ateneo ha stretto un accordo con Bocconi, Statale e Politecnico sull’AI. Cosa significa per la ricerca tecnologica una partnership come questa?

«Con questo accordo, i quattro Atenei sono diventati una delle Unit di ELLIS (European Laboratory for Learning and Intelligent Systems), l’associazione che riunisce i migliori scienziati e accademici europei di intelligenza artificiale e machine learning, al centro di una rivoluzione tecnologica e sociale che sta cambiando ogni aspetto della società. In questo modo, Milano investe ancora una volta sul futuro: dar vita a un polo di eccellenza per la ricerca e la formazione nell’intelligenza artificiale e nel machine learning significa infatti esser pronti ad accettare la sfida dello sviluppo scientifico a livello europeo. Milano-Bicocca ha già promosso iniziative congiunte con altri Atenei lombardi in tema di AI: il bachelor in Artificial Intelligence è un corso di Studi realizzato insieme a Università di Milano e Università di Pavia, con le quali si stanno progettando due CdS magistrali in AI. Per quanto riguarda la ricerca in questo settore, Milano-Bicocca è attiva su svariate tematiche, quali ad esempio l’analisi e la comprensione del linguaggio naturale, la biologia computazionale e la medicina, l’analisi di immagini, e la definizione di approcci innovativi relativi alla AI neuro-simbolica».

Nel corso della pandemia la scuola e l’università sono state costrette a sperimentare modalità e mezzi con cui non si erano ancora confrontate. Quante di queste innovazioni resteranno nel nostro quotidiano anche a emergenza passata?

«L’università in cui ho sempre creduto è fatta di persone che la vivono appieno, nello spazio e nel tempo. L’accademia deve tornare a essere un luogo di scambio, di confronto tra generazioni e tra culture. Un tale processo può essere proficuo solo se le persone che lo mettono in atto hanno l’opportunità di relazionarsi, di condividere esperienze guardandosi negli occhi.

Non va rinnegata in alcun modo l’importanza della tecnologia, un’ancora di salvezza nei momenti di emergenza. Gli importanti investimenti sostenuti dal mio ateneo negli anni scorsi hanno reso le nostre infrastrutture all’avanguardia e le nostre aule multimediali, permettendoci di reggere l’onda d’urto del lockdown. Continueremo su questa strada perché il digitale è nel nostro presente e nel nostro futuro. Ora però è tempo riprendersi quella vita universitaria ricca di contatti umani e di sorrisi».

È in passaggio in Senato un disegno di legge che mira ad abolire definitivamente il divieto di iscriversi a due corsi di laurea in contemporanea. Crede che costituirebbe un arricchimento per le nostre università?

«Penso che tutte le decisioni in grado di offrire un’offerta più flessibile e ampia, anche libera da alcuni vincoli legali, costituiscano un ampliamento delle possibilità di formazione per gli studenti. L’abolizione del divieto di iscriversi a due corsi di laurea in contemporanea ci allineerebbe inoltre agli altri grandi Paesi europei e renderebbe accessibile a tutti gli studenti quello che prima era un privilegio per pochi, per esempio facilitando in concreto gli accordi tra atenei italiani in materia di titoli congiunti».

Si parla molto di scuola del futuro: come pensa debba essere?

«Penso a una scuola davvero inclusiva, che offra ai nostri giovani percorsi formativi stimolanti e all’avanguardia, Tutto questo deve poter esser fatto in ambienti sostenibili e ideati per lo studio e il benessere psico-fisico degli studenti».                                                ©

Marco Battistone

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Crediti: Giovanna Iannantuoni

Studente, da sempre appassionato di temi finanziari, approdo a Il Bollettino all’inizio del 2021. Attualmente mi occupo di banche ed esteri, nonché di una rubrica video settimanale in cui tratto temi finanziari in formato "pop".