venerdì, 19 Aprile 2024

Il business del padel cresce: da 150 a 5mila impianti

DiSimone Vazzana

1 Marzo 2022 ,
Sommario
italian padel campo

A schiacciare il punto più importante sul campo è l’esplosione degli appassionati. Il padel è il fenomeno sportivo degli ultimi anni e le stime di crescita sembrano ancora alte. Qualche dato: nel 2020 – primo anno di pandemia – ci sono state oltre 1,6 milioni di prenotazioni di campi, sette volte di più rispetto al 2018 (dove sono state 241 mila). L’ultimo censimento conta circa 5 mila impianti in tutta la Penisola: nel 2015 erano appena 150.

Nel mondo, tra le prime 100 giocatrici, 7 sono italiane come Chiara Pappacena, premiata da poco ai SuperTennis Awards insieme alla nazionale femminile formata anche da Carlotta Casali, Giorgia Marchetti, Carolina Orsi, Emily Stellato, Giulia Sussarello, Valentina Tommasi, Erika Zanchetta e capitanata da Marcela Ferrari. Hanno riscritto la storia del padel tricolore ai campionati mondiali a squadre dello scorso novembre a Doha, in Qatar, salendo per la prima volta sul podio iridato dietro a Spagna e Argentina.

IL PADEL E LA SPINTA DELLA PANDEMIA

Una spinta dovuta principalmente al periodo di pandemia, dove gli sport a distanza hanno preso il posto di quelli a contatto. Un amore “al primo smash”, ha definito recentemente il quotidiano britannico The Guardian l’esplosione in Italia di questo sport. Nato negli anni ’60 tra Messico e Spagna, dal 2008 è sotto l’egida della Federazione Italiana Tennis, ma è presente in Italia dal 1991. Per questo molte aziende, che con il lockdown hanno sofferto, hanno scelto di convertire la propria produzione e dedicarsi ai mercati più redditizi, proprio come questo.

«Ci troviamo davanti a un fenomeno mondiale in grande ascesa», dice Claudio Galuppini di Forgiafer, fabbrica di cancelli e recinzioni in ferro battuto e oggi – con Italian Padel – produttrice di campi per il padel in tutta Europa. Il fatturato di Forgiafer nel 2019 è stato di 4,8 milioni di euro. Nel 2020 ha superato i 6 milioni di cui il 70% è dovuto proprio a questa attività. Negli ultimi sei anni la richiesta è stata di 2 mila campi in 19 Paesi del mondo, Dubai e Maldive comprese e i principali acquirenti esteri sono Svezia e Danimarca. «Oltre il 25% di loro incentiva a creare strutture resilienti, ecosostenibili e autonome, offre l’opportunità di produrre in modo inclusivo, innovativo e sostenibile. Inoltre educa i fruitori dei servizi a un rispetto dei valori e di un ecosistema che va salvaguardato».

ITALIAN PADEL E LA SOSTENIBILITÀ

Per questo l’azienda ha avviato una serie di collaborazioni in tema di sostenibilità. Nell’abbigliamento con CI.ZERO®, azienda mantovana di intimo termico e abbigliamento sportswear. Si distingue sul mercato grazie alla particolare lavorazione di materiali e filati ideali per sportivi professionisti e amatoriali. Ha sviluppato il TRAINING TECH PADEL, una tuta che, grazie agli elettrodi elettro stimolanti e alla rivelazione wireless di dati biometrici di cui è dotata, è l’unico capo sportivo in grado di rilevare in tempo reale i parametri vitali e prestazionali di un atleta.

Per le attrezzature, Italian Padel si affida a EYES VISION SRL, start-up italiana fondata nel 2016 e specializzata nelle tecnologie della computer-vision applicate alla pratica degli sport con racchette. Ha sviluppato EYES ON, un sistema di telecamere per la ripresa e la video analisi automatica con cui i giocatori hanno la possibilità di ricevere feedback sulle loro prestazioni sportive (traiettoria di ogni colpo, caratteristiche cinetiche della pallina giocata, etc.).

Per il settore della costruzione di impianti e superfici da gioco, l’alleata invece è PLAY-IT®, tra le aziende leader nella costruzione e ristrutturazione di campi da tennis e polivalenti, che ha progettato e sviluppato PLAY-FLEX COMFORT®, superficie con particolare elasticità per la realizzazione di campi da tennis, pallacanestro, pallavolo, calcio a 5 e, soprattutto, padel.

Infine nel campo della sostenibilità e del riciclo dei materiali, Italian Padel ha stretto una partnership con SABBIA DI PARMA, che si occupa di produzione e distribuzione di sabbie silicee e quarzifere, nonché una delle uniche due società al mondo dotate della tecnologia per riciclare i campi in erba sintetica, che ha ideato e sviluppato un impianto di riciclo e un centro di raccolta progettato per l’elaborazione e la trasformazione dell’elemento sintetico a nuova materia prima

Quanto costa un campo da padel a chi lo ordina?

«Si spendono dai 27 ai 30 mila euro. Adesso tutti scrivono di essere certificati, la realtà è che non ci sono controlli. Chi lavora bene costa caro. Si trovano in giro campi sui 18 mila euro, una cifra inferiore al costo industriale. Oltre il 70% dei materiali a basso costo arriva dall’estero e i campi che vengono costruiti non hanno i profili strutturali, non sono zincati, non sono certificati. Si vedono subito: arrugginiscono, collassano, si deformano».

Poi c’è l’installazione

«Un impianto a norma passa dalle opere murarie, dai calcoli dei cementi armati: serve un ingegnere, servono dei professionisti e dei permessi. Diciamo che, partendo da un terreno vegetale, la spesa è di 50 mila euro a campo. Si sale a 120 mila euro per una struttura coperta».

Claudio Galuppini, Italian Padel

Quanto tempo ci vuole?

«La media è di 60 giorni. Ma dipende dalla disponibilità: noi, per esempio, nei magazzini ne abbiamo 50 in pronta consegna. Abbiamo un portafoglio ordini di 640 campi in tutto il mondo».

Tutto made in Italy?

«Noi abbiamo una produzione italiana al 100%. Dai tappeti in Italia all’acciaio e ai vetri, fino alla copertura: lavoriamo solo con aziende italiane. Anche questo è indotto che genera tanti posti di lavoro. Con 1.900 campi ho dato lavoro ad almeno un migliaio di persone, tra interni e fornitori».

Stando ai dati gli affari del settore vanno bene, ma l’aumento delle bollette peserà anche su di voi…

«Sì, ed è un problema perché così non si può programmare un listino prezzi. Nell’ultimo anno abbiamo avuto rincari del 150% per quel che riguarda l’energia 150%, del 100% per il gas».

E la carenza – e conseguente incremento dei prezzi delle materie prime – non aiuta di certo

«Dal 2021 al 2022 l’acciaio ha toccato dei massimi del 230%. I vetri del +50%».

IL PADEL È UNA BOLLA? L’IMPORTANZA DELLA FIDELIZZAZIONE

Da inizio 2021 a oggi, il padel è passato da 92 scuole a più di 200 riconosciute in tutta Italia. E i ragazzi Under 20 coinvolti nei primi raduni del solo Centro Sud sono ben 336, distribuiti su otto realtà.

«La promozione nell’ultimo trimestre dell’anno scorso è stata fondamentale per fidelizzare sempre di più gli appassionati all’interno dei circoli», ha detto Michelangelo Dell’Edera, direttore dell’Istituto Superiore di Formazione Roberto Lombardi – ovvero l’università del tennis – parlando di Sistema Italia Padel, una rete avviata a inizio 2022 con le funzioni di monitoraggio, formazione e produzione di qualità.

«Oggi crescono e prosperano club di solo padel, per i quali è molto importante affiliarsi alla Fit. Si riconoscono progettualità organizzativa e amministrativa che porterà grandi vantaggi in futuro. Perché oggi i campi si riempiono facilmente con le prenotazioni, ma domani vincerà chi oggi si fidelizza».

Tra le aziende che hanno cavalcato l’onda delle sponsorizzazioni sportive non mancano quelle del Bel Paese come Telematica Italia, società di professionisti della finanza agevolata a supporto delle imprese, scesa in campo come sponsor per Z Padel Club, startup made in Italy innovativa che strizza l’occhio alla sostenibilità.

«Il mercato delle sponsorizzazioni sportive si sta evolvendo e ampliando a una velocità senza precedenti», ha affermato Marco Maillaro, uno dei soci fondatori di Z Padel Club. Un ulteriore punto di evoluzione del settore riguarda la tipologia di aziende che hanno iniziato a investire in sport sponsorships: cresce, infatti, il numero di marchi tecnologici, soprattutto fintech, e B2B, ma anche aziende dell’ambito consulenziale e della finanza agevolata.

Simone Vazzana

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