Occhi bassi e orgoglio ferito per i Blues del Chelsea, che domani sera entreranno in campo contro il Lille con l’ennesima spada di Damocle che pesa sul loro patron (ormai quasi ex) Roman Abramovich. Forte dell’appoggio dei suoi tifosi e anche circondato dall’affetto del team, il numero uno a Stamford Bridge è un bersaglio dall’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina per i suoi benevoli rapporti con Vladimir Putin e da poche ore è entrato a tutti gli effetti nella blacklist del governo inglese. Lo stesso governo UK ha alzato gli scudi contro i supporter della squadra londinese, colpevoli durante l’ultima partita di aver intonato cori pro Abramovich: un gesto non andato giù al premier britannico Boris Johnson. «Possiamo capire la forza del sentimento della gente nei confronti del club, ma questo non può giustificare un comportamento che in questo periodo è completamente inappropriato. Riteniamo che le persone possano mostrare la loro passione e il loro supporto al Chelsea senza dover ricorrere a cose del genere», ha tuonato.
Abramovich, sottratti due miliardi al governo russo?
A rincarare la dose di diffidenza verso il magnate arriva uno scoop della BBC, tv pubblica del Regno Unito. Durante un programma sportivo il russo è stato accusato di aver sottratto 2 miliardi di sterline. Il tutto grazie all’acquistato di una compagnia petrolifera dal governo russo, la Sibneft, in un’asta truccata nel 1995. All’epoca Roman Abramovich pagò circa 190 milioni di sterline per la Sibneft prima di rivenderla al governo russo per ben 9,9 miliardi di sterline nel 2005. L’ormai ex patron del Chelsea, andò a processo per questo caso e venne prosciolto. La assoluzione arrivò perché non c’erano prove che avesse potuto accumulare tanta ricchezza grazie a quell’affare. Il documento che è riuscito a trovare la BCC dimostrerebbe invece il contrario, aggiungendo ulteriori dettagli accusatori sull’affare Sibneft e potrebbe mettere in seri guai Roman Abramovich, se confermati. Ma sul piatto dell’Impero di Roman, come definiscono la squadra da tempo i suoi sostenitori, c’è anche la vendita tanto annunciata per timore di trascinare calciatori e tutto il team nell’inferno delle sanzioni, quando arriveranno a bussare anche alla sua porta.
Più di cento offerte per il Chelsea
I gruppi interessati all’acquisto del Chelsea si stanno affrettando a presentare le loro proposte d’acquisto. Dalle parti di Stamford Bridge fanno sapere che negli ultimi giorni,siano arrivate più di cento offerte per l’acquisizione del club londinese. La Raine Group, la banca statunitense incaricata di gestire la vendita, ha concesso ai potenziali acquirenti fino a venerdì per fare le loro offerte. L’obiettivo è che il processo si svolga senza intoppi, dato che i ritardi potrebbero aumentare le possibilità che il Chelsea cada in gravi problemi finanziari. Dobbiamo ricordare che al momento il Chelsea, si trova in una situazione di totale immobilismo a livello gestionale e commerciale, dopo il provvedimento del governo inglese. Lo spettro dell’amministrazione controllata rimane sempre più probabile e la Raine Group vuole evitare questa ipotesi. L’advisor rimane comunque fiducioso che entro la fine del mese si possa trovare una soluzione. A rafforzare l’ottimismo della Raine Group sono i parecchi gruppi interessati. Sono molte le società che stanno già effettuando la due diligence sui conti del club, prima di finalizzare le loro offerte. Bisogna correre perché prima di concludere definitivamente un accordo, la nuova proprietà dovrebbe superare anche il giudizio di ammissibilità del governo inglese.
Non solo i Sauditi per il Chelsea
Tra le innumerevoli offerte arrivate sul tavolo di Roman Abramovich non c’è solo la Saudi Media Gruop. Pronto all’offerta c’è Woody Johnson, proprietario dei New York Jets, e della famiglia Ricketts, proprietaria dei Chicago Cubs. Oltre a Johnson, c’è anche il consorzio guidato da Hansjörg Wyss, Todd Boehly e Jonathan Goldstein. I tre già dalla prima ora hanno manifestato il loro interesse e si sono già messi al lavoro per provare l’affondo decisivo. I membri del consorzio erano presenti anche allo stadio per assistere alla vittoria del Chelsea sul Newcastle, nell’ultimo match di Premier League. L’offerta che però fa sognare i tifosi dei Blues è senza dubbio quella che potrebbe presentare la Saudi Media Gruop. La mediagroup guidata da Mohamed Alkhereiji è una società per azioni con sede a Riyadh, in Arabia Saudita, nota soprattutto per la pubblicazione di stampe e la distribuzione di varie pubblicazioni. Una potenza economica che genera più di 770 milioni di sterline all’anno. A rafforzare quest’offerta è anche il legame di Alkhereiji con Khalid Al Saud membro della famiglia reale saudita, che l’amministratore delegato della Saudi Media Group avrebbe coinvolto nell’affare Chelsea. Per capire l’eventuale potenza economica basti pensare che la casa reale saudita ha come patrimonio netto 1,19 trilioni di sterline. Molto di più di quanto Newcastle e Manchester City, i club più in Inghilterra, abbiano a loro disposizione. I proprietari dei citizens, l’Abu Dhabi Group insieme a Sheikh Mansour, hanno un patrimonio netto di circa 9,2 miliardi di sterline. Il Fondo di investimento pubblico dell’Arabia Saudita, detentori del pacchetto di maggioranza del Newcastle ha circa 500 miliardi di sterline.
Il precedente del Newcastle a favore dei sauditi
I legami con la famiglia reale però potrebbero rappresentare un problema per l’eventuale chiusura dell’affare. La FA e il Governo Britannico potrebbero non valutarli positivamente. giudicando bin Khalid Al Saud un soggetto politicamente esposto. Fonti vicine a Alkhereiji hanno però assicurato che il membro della famiglia reale saudita, non avrebbe nessun coinvolgimento nell’affare. A favore della possibile conclusione positiva del deal c’è il precedente proprio del Newcastle. I bianconeri sono stati acquistati dal fondo di investimento pubblico dell’Arabia Saudita, e alla fine ha avuto il via libera definitivo della Football Association e dal governo inglese.
Massimiliano Guerra
Foto di Andreas H. da Pixabay