Dall’exploit dei Golden State Warriors alla storia di New York Knicks e Los Angeles Lakers: le franchigie della NBA, la lega di pallacanestro più conosciuta al mondo, continuano a incrementare il loro valore a dismisura.
GLI SPONSOR E I CONTRATTI TELVISIVI
Guadagni provenienti dai contratti milionari con le reti televisive, ma anche frutto di investimenti imponenti. Dai palazzetti agli sponsor, che dal 2017/18 trovano spazio anche sulle canotte delle stelle NBA. Proprio queste ultime sarebbero uno dei motivi dei continui guadagni al rialzo delle franchigie. Se nella loro stagione di esordio avevano portato circa 150 milioni di dollari in dote alle 30 squadre che compongono la NBA, si stima che in quella in corso la cifra supererà i 225 milioni di dollari.
In questo senso è da segnalare l’accordo quinquennale tra i Lakers e Bibigo, uno dei brand più famosi per quanto riguarda il cibo coreano, dal valore di 100 milioni di dollari. C’è chi fa ancora meglio e sono i Brooklyn Nets, che a settembre 2021 hanno raggiunto l’accordo per mostrare sulle proprie canotte lo sponsor Webull, piattaforma di trading online con sede a New York ma di proprietà della società cinese Fumi Technology. Valore annuo: 30 milioni di dollari.
Ciò che influisce di più sul valore medio delle franchigie NBA è però la potenza dei contratti televisivi. Quello attuale, firmato nel 2014 tra NBA TV ed ESPN e Turner Sports – a scadenza nella stagione 2024/25 – ha un valore di 24 miliardi di dollari, ma secondo la CNBC, la NBA starebbe già valutando la cifra per il prossimo accordo.
La Association vorrebbe chiudere un contratto da 9 anni a 75 miliardi di dollari. Una risposta alla NFL, che ha sottoscritto un contratto dal valore di 113 miliardi di dollari per 11 anni. L’ex presidente di CBS Sports, Neal Pilson, si è detto possibilista: «Finché il pubblico mostrerà attraverso i dati che sta guardando la NBA, possiamo aspettarci un aumento del contratto. Penso che l’NBA cercherà di arrivare ad aumenti significativi da un punto di vista economico». Un contratto del genere potrebbe rivoluzionare gli equilibri anche sportivi della NBA. Un aumento annuale del contratto televisivo di 5,7 miliardi di dollari farebbe schizzare il Salary Cap a 171 milioni di dollari, rispetto agli attuali 112,4 milioni.
MA QUALI SONO LE FRANCHIGIE CHE VALGONO DI PIU’?
Sul podio delle squadre con più valore si incontrano tre grandi mercati cittadini, prima che sportivi: New York, San Francisco e Los Angeles. I Knicks, pur non vincendo il titolo NBA dal 1973, sono la franchigia che vale di più. 5,8 miliardi di dollari, aumentando dal 2020 al 2021 del 16% il proprio current value. I ricavi sportivi incidono per il 35% sul totale, mentre il market – ovvero un misto tra la capacità di mercato della squadra e la città – rappresenta oltre il 42% del totale. Altro asset che non ha eguali in NBA è la world’s most famous arena, il Madison Square Garden. Rinnovato nel 2013, ha una capacità di oltre 19mila posti a sedere e il costo medio del biglietto è di 140 dollari.
LA “GOLDEN ERA” DEGLI WARRIORS
Poco distanti i secondi in classifica, i Golden State Warriors. La franchigia della Baia ha aumentato, negli ultimi vent’anni, più di ogni altra squadra professionistica americana il proprio valore: dal 2001 è incrementato del 3273,5%, posizionandosi a 5,6 miliardi di dollari.
Gli attuali proprietari, Joe Lacob e Peter Guber, acquistano gli Warriors nel 2010 per 450 milioni di dollari, nonostante le difficoltà a livello sportivo. Una sola partecipazione ai playoff nei quindici anni precedenti. Da lì però la storia cambia. Golden State diventa una dinasty. Dal 2015 al 2019 arrivano sempre in finale NBA, vincendo tre titoli e assicurandosi, nel 2016, Kevin Durant, che li trascinerà agli ultimi due titoli, prima di lasciare la West Coast per Brooklyn.
Proprio per questo, oltre la metà del valore totale della franchigia, circa 2 miliardi e 880 milioni di dollari, è rappresentato dagli sports income. In più nel 2019 gli Warriors abbandonano la storica Oracle Arena e si trasferiscono al Chase Center.
IL FASCINO DI LA LA LAND
Al terzo posto i Los Angeles Lakers, la squadra più vincente, insieme ai Boston Celtics – quinti in questa speciale classifica – della storia NBA. I purple & gold sono una delle istituzioni della lega. Dai tempi dello showtime di Magic Johnson, passando per i titoli vinti dalla coppia Kobe Bryant e Shaquille O’Neal, fino ai successi del biennio 2009/2010. Il mercato losangelino – che impatta per il 46% sul totale – può contare anche sulle stelle di Hollywood, spesso in prima fila alle partite casalinghe dei Lakers. Dal punto di vista sportivo, il successo nella bolla di Orlando durante la pandemia del 2020, ha incrementato il valore della franchigia, ma è soprattutto l’estate del 2018 e l’arrivo di LeBron James a rimettere i Lakers, nobile decaduta, sulla mappa della NBA.
Nell’autunno del 2021, inoltre, lo Staples Center, casa dei Lakers – e dei Clippers, anche se ancora per poco – per più di 20 anni, cambia nome e diventa la Crypto.com Arena.
L’accordo per i naming rights dell’arena situata a downtown Los Angeles sarà il più remunerativo nella storia dello sport americano: 700 milioni di dollari per 20 anni.
A chiudere la top ten, i Chicago Bulls al quarto posto (3,65 miliardi di dollari) e i già citati Boston Celtics al quinto (3,55). Quindi Los Angeles Clippers (3,3), Brooklyn Nets (3,2), Houston Rockets (2,75), Dallas Mavericks (2,7) e Toronto Raptors (2,48).
Alessio Incerti
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