venerdì, 26 Aprile 2024

L’Inter rompe con Digitalbits, “spariti” 85 milioni di euro

Inter rompe con Digitalbits

L’Inter rompe con il proprio sponsor Digitalbits. L’azienda di NFT, che da mesi aveva problemi con i pagamenti che doveva ai nerazzurri per la sponsorizzazione dello scorso anno, lascerà le maglie dell’Inter dopo il mondiale del Qatar, a gennaio. Stracciato il contratto da 85 milioni di euro, mentre il marchio crypto continua a perdere valore: la sua valuta XDB vale meno di due decimillesimi di dollaro.

La squadra ha fatto registrare lo scorso anno un passivo di 120 milioni di euro, quasi dimezzato rispetto all’anno precedente, ma comunque importante. Accettare la perdita significherebbe peggiorare ulteriormente una situazione di debito che la società prova da anni a migliorare. Gli ultimi eventi avrebbero infastidito anche Nike, sponsor tecnico che dovrà smaltire 200 mila maglie con il vecchio sponsor, rischiando grosse perdite.

Inter, Roma e Digitalbits, la storia dall’inizio

Digitalbits compare nel mondo del calcio italiano a luglio del 2021. Appare accanto alla faccia dell’allenatore della Roma José Mourinho in una campagna pubblicitaria. Poi, all’inizio del campionato, il brand campeggia sulle maglie di Roma e Inter, anche se in posizione secondaria rispetto agli sponsor principale. In molti si chiedono cosa sia questa azienda, e la risposta più immediata è che fa NFT.

Secondo il sito della Roma, l’unico che ancora ospita lo sponsor essendo esso scomparso da quello dell’inter, sarebbe meglio definire digitalbits come “un blockchain network che facilita la sicurezza, la velocità e il risparmio di costi”. La prima stagione va molto bene per tutti. Il marchio di NFT, creato da Zytara Labs, verserà nelle casse delle due società di Serie A 120 milioni nei prossimi quattro anni. I contratti con le due società sono faraonici se si considerano nella loro intera lunghezza: 35 milioni in tre anni alla Roma, ben 85 in quattro anni all’Inter, con la promessa di diventare sponsor di maglia.

E così accade: nell’estate 2022 Digitalbits sostituisce Socios e diventa il secondo sponsor di maglia più ricco della Serie A dietro soltanto a Jeep, che campeggia sulle maglie della Juventus. A fine luglio iniziano però a circolare alcune voci: il Sole 24 Ore riporta che Digitalbits sarebbe in ritardo con i pagamenti per la scorsa stagione all’Inter. Il nome del brand scompare dalla sezione partner del sito. Secondo alcune fonti le parti sono al lavoro per una soluzione, ma la situazione precipita nel mese di Agosto. Digitalbits scompare prima dalle maglie della primavera, poi da quelle della squadra femminile ed infine anche dalle maglie della squadra maschile. L’Inter rompe quindi con Digitalbits definitivamente.

Cos’è Digitalbits, e cosa sta succedendo

Capire cosa sia accaduto e cosa stia accadendo dentro a Digitalbits è complesso. Sia perché l’azienda sembra avere problemi nei pagamenti all’Inter, ma non alla Roma, sia perché è complesso il modello di business di Zytara. L’azienda si occupa di NFT, e opera utilizzando il protocollo Digitalbits e la sua criptovaluta XDB. E proprio guardando a questa “coin”, e al grafico che rappresenta il suo prezzo sul mercato, si può capire cosa stia andando storno nel progetto Digitalbits.

Al 18 settembre 2022, XDB vale 0,00188 euro a coin. A novembre 2021 aveva raggiunto il proprio massimo a 0,72 euro. La criptovaluta su cui si basano gli scambi che sono il servizio offerto da Digitalbits ha perso praticamente tuto il proprio valore in meno di un anno. Di ciò che valeva la coin Digitalbits un anno fa, è rimasto lo 0,2%. Le ragioni dietro a questo tracollo non sono chiare, ma potrebbero rientrare nel quadro difficile del mercato delle criptnovalute, dovuto alla stretta sui tassi di prestito attuati dalla FED e dalla BCE. I mercati ad alto rischio soffrono la mancanza di liquidità, e le criptovalute non fanno eccezione. A questo si aggiunge la crisi energetica, che ha reso il mining di criptovalute molto più costoso.

Cosa può fare quindi l’Inter per risolvere la situazione? Escluse iniezioni di denaro da parte della proprietà cinese, a causa delle restrizioni agli investimenti all’estero imposti dal governo di Pechino, all’Inter serve un nuovo sponsor. L’idea di uno sponsor a fine benefico, come fece il Barcellona con Unicef, ventilata da alcuni giornali, potrebbe non essere sostenibile. Se la società non dovesse trovare una soluzione, le mancate entrate dovranno essere coperte in altro modo, sia esso tagli o la vendita di un altro dei gioielli della rosa nerazzurra durante il mercato di gennaio. A meno che la società non faccia causa e riesca a recuperare i soldi per vie legali. ©

📸 credits: Pixabay

Attento alle tendenze e profondo conoscitore della stampa estera, è laureato in Storia del giornalismo all’Università degli Studi di Milano. Dinamico, appassionato e osservatore acuto, per il Bollettino si occupa principalmente del mondo dello sport legato a quello finanziario e del settore dei videogiochi, oltre che delle novità del comparto tecnologico e di quello dell’energia.