martedì, 23 Aprile 2024

Caffè al bar? La tazzina la porteremo da casa

Sommario
caffè

Il 20% delle bevande da asporto vendute da ogni bar dovrà essere servito in imballaggi riutilizzabili o nei contenitori dei clienti entro il 2030. Percentuale che nel 2040 salirà fino all’80%. Sono gli sfidanti obiettivi delineati dall’Unione nella proposta di revisione della legge sul Packaging e suoi rifiuti. Misure che si propongono di accelerare la transizione Green di diverse filiere, prima fra tutte quella legata al caffè. Ma la normativa interessa anche altri settori del food e dell’abbigliamento. La proposta verrà ora esaminata dal Parlamento e dal Consiglio europeo. Intanto, la crescente attenzione dei consumatori per l’ambiente rende la transizione un’opportunità per le imprese di aumentare i profitti e diminuire le spese.

La roadmap verso la sostenibilità del caffè

Il percorso verso la sostenibilità immaginato dall’Unione Europea prevede importanti target di riutilizzo per i prodotti, con percentuali che saliranno gradualmente fino al 100% nel 2050.

La transizione delle aziende verso la sostenibilità è un obiettivo che richiede uno sforzo non indifferente poiché investe ogni ambito, dai processi ai prodotti. Motivo per il quale le associazioni di rappresentanza di diverse filiere chiedono di abbassare queste percentuali. Le organizzazioni non governative, al contrario, accusano la norma di non essere abbastanza incisiva.

Certo è che i consumatori sono sempre più orientati verso l’acquisto di prodotti sostenibili. Il costo maggiore è considerato il giusto prezzo da pagare per salvaguardare l’ambiente.

Quando l’imballaggio del caffè diventa rifiuto

Ogni cittadino europeo genera in media 180 kg di rifiuti di imballaggi all’anno. Rifiuti composti per la maggior parte da plastica e carta. Carta e cartone sono i principali responsabili, con 32,7 milioni di tonnellate. Seguono plastica e vetro con circa 15 milioni di tonnellate ciascuno.

Il packaging utilizza infatti il 40% della plastica e il 50% della carta utilizzate nel territorio europeo. I numeri sottolineano quindi che è quello degli imballaggi settore chiave su cui intervenire per compiere la transizione verso la sostenibilità. Se non si agisce con decisione, la situazione rischia di peggiorare ulteriormente. L’Unione Europea stima un aumento del 19% dei rifiuti da imballaggi da qui al 2030. Percentuale che per il packaging in plastica salirebbe addirittura del 46%.

Le plastiche compostabili

Un punto importante che la proposta di legge sul Packaging solleva riguarda le plastiche compostabili, composti che si degradano cioè nell’ambiente in meno di 3 mesi.

La posizione dell’Unione Europea è che questi materiali dovrebbero essere utilizzati nell’industria solo quando esiste un adeguato sistema di raccolta e trattamento dei rifiuti biologici, non arrecano danni all’ambiente e non influenzano negativamente la qualità del compost prodotto. I prodotti dovrebbero essere certificati per il compostaggio industriale e in linea con tutti gli standard UE. Se la norma verrà approvata, le plastiche biocompostabili saranno consentite solo per bustine di tè, cialde e pastiglie da filtro, sacchetti di plastica molto leggeri.

Plastiche biodegradabili

Stesso discorso vale sulle plastiche biodegradabili, innovazione su cui diverse aziende hanno investito in questi anni. La Commissione Europea sottolinea che avranno un ruolo nel futuro sostenibile ma solo per applicazioni specifiche. La condizione è sempre che il loro utilizzo porti benefici in termini di ambiente e economia circolare rispetto a altre soluzioni. L’etichetta dovrà mostrare chiaramente tempi e condizioni della bio-degradazione.

📩 [email protected]. Il mio motto è "Scribo ergo sum". Mi laureo in "Mediazione Linguistica e Interculturale" e "Editoria e Scrittura" presso La Sapienza, specializzandomi in giornalismo d’inchiesta, culturale e scientifico. Per il Bollettino mi occupo di energia e innovazione, i miei cavalli di battaglia, ma scrivo anche di libri, spazio, crypto, sport e food. Scrivo per Istituto per la competitività (I-Com), Istituto per la Cultura dell'Innovazione (ICINN) e Innovative Publishing. Collaboro con Energia Oltre, Nuova Energia, Staffetta Quotidiana, Policy Maker e Giano.news.