sabato, 5 Ottobre 2024

Adani Group precipita. E la risposta dell’economia indiana?

Sommario
Una bandiera indiana con un grafico in netto calo. Rappresenta il tracollo di Adani Group.

La crescita esplosiva dell’India sembra inarrestabile. Con popolazione ed economia in netta espansione, sta diventando una potenza strategica sempre più formidabile. Ma il recente scandalo di Adani Group, uno dei conglomerati industriali più importanti del Paese, ne mette alla prova credibilità e istituzioni politiche.

Le proiezioni economiche

Secondo le proiezioni, alla fine di quest’anno il subcontinente indiano toccherà per la prima volta una popolazione superiore a quella cinese. Diverrà così la nazione più popolosa al mondo, sfiorando il miliardo e mezzo di abitanti. Un risultato simbolicamente importante, che fa il paio con le previsioni economiche incoraggianti. Nel 2023, per il PIL dell’India è prevista una crescita compresa tra i 4,8 e i 5,9 punti percentuali (Kotak Economic Research). Un ritmo nettamente più veloce della media globale del +1,8%. Insomma, le prospettive per l’anno sono più che positive, fatti salvi eventuali scossoni. Ma un primo grande imprevisto è già arrivato, nella forma dello scandalo multimiliardario che ha colpito il gruppo Adani. Il conglomerato da 24 miliardi di fatturato ha perso oltre 100 miliardi di capitalizzazione in seguito alla pubblicazione di una scottante indagine dell’americana Hindenburg Research. Una caduta che ha portato con sé più del 2% della capitalizzazione del Nifty, il principale indice di borsa indiano.

Il report dietro il tracollo

Fondata nel 1988 per il commercio di materie prime, Adani è divenuta nel tempo un colosso nei settori di energia, logistica e infrastrutture. Il suo fondatore, Gautam Adani, è noto per aver raggiunto nel 2022, secondo Forbes, la posizione di terzo uomo più ricco al mondo nella nota classifica. Ma con la pubblicazione del report di Hindenburg, nel giro di pochi giorni il market cap di Adani Group è crollato di più del 50%, portandosi con sé anche oltre 20 miliardi della fortuna di Gautam. L’analisi, pubblicata il 24 gennaio, contiene ben 88 accuse rivolte contro il gruppo e la sua presunta cattiva gestione finanziaria. Tra i dubbi sollevati nel testo, il principale riguarda un’eventuale manipolazione del mercato. In particolare, l’azienda si sarebbe avvalsa di una rete di entità offshore, basate alle Mauritius e controllate da Vinod, fratello del fondatore, per acquistare segretamente quote di partecipazione in alcune controllate. Queste attività sarebbero state finalizzate a gonfiare il valore delle azioni della holding e a nascondere una più ampia partecipazione della famiglia Adani nell’azionariato.

La replica e le implicazioni per il Paese

Per rispondere, il CFO Jugesinder Singh ha cercato di spostare il bersaglio della polemica. Ha parlato di un «attacco calcolato all’indipendenza, all’integrità e alla qualità delle istituzioni indiane e alla storia di crescita e alle ambizioni dell’India». Ma, nonostante il goffo tentativo di sviare la tempesta dal conglomerato, la risposta di Hindenburg non si è fatta attendere. Dagli USA hanno replicato che «la frode non può essere nascosta dal nazionalismo» e che Adani Group «si è avvolta nella bandiera indiana mentre saccheggiava sistematicamente la Nazione».

In effetti, le implicazioni del crollo di Adani sul Paese appaiono, nel lungo termine, irrisorie. Diverso è il discorso se si parla delle conseguenze per la credibilità dei rappresentanti politici. Infatti, a partire dal suo insediamento, nel 2014, il primo ministro Narendra Modi si è avvalso in più di un’occasione dell’aiuto di Adani. Ad esempio in progetti internazionali in Sri Lanka, Australia e Indonesia. Il tutto in cambio, a detta delle opposizioni, di favori che hanno concesso al gruppo di allargare la sua influenza. Adani si è così potuta espandere in settori strategici come difesa e infrastrutture, cementando la sua reputazione internazionale. Insomma, una collaborazione fianco a fianco, che però solleva una domanda, centrale per lo scioglimento della vicenda. L’esecutivo deciderà di schierarsi con Adani anche questa volta? Se ciò non avvenisse, potrebbe essere una buona occasione per riaffermare un barlume di giustizia in un Paese in grande sviluppo, ma ancora afflitto dai mali annosi della disuguaglianza e della corruzione.

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Da sempre appassionato di temi finanziari, per Il Bollettino mi occupo principalmente del settore bancario e di esteri. Curo una rubrica video settimanale in cui tratto temi finanziari in formato "pop".