Le sirene delle banche e dei fondi di investimento tentano sempre più la Lega Serie A, che rimanda la decisione riguardo i diritti commerciali e televisivi del massimo campionato di calcio. Le opzioni sul tavolo della Lega sono quattro. L’ultima è la più suggestiva e starebbe prendendo sempre più quota: l’acquisto di Sky Italia. Un’operazione complicata per diversi fattori, primi fra tutti il costo e la volontà del gruppo Comcast, ma non impossibile. L’ultima assemblea dei club ha confermato il criterio per definire la “quota audience” adottato l’anno scorso, ma non ha sciolto i nodi principali. Tuttavia, la riunione ha messo in evidenza le diverse posizioni che convivono nella Lega Calcio. Dove vedremo le prossime partite? Nascerà finalmente la tanto attesa media company del calcio? Lo sapremo il 31 marzo, forse.
La Serie A non decide, ma ascolta con attenzione le sirene estere
L’ultima assemblea della Lega Serie A non è stata risolutiva ma ha mostrato che diversi club sarebbero interessati alla proposta di aprire la porta a banche e fondi di investimento nel sistema calcio italiano. Allo stesso tempo, esiste un’agguerrita frangia contraria che preferirebbe gestire in prima persona la commercializzazione della Serie A, invece di cedere quote azionarie della nuova media company ai fondi.
«Oggi c’è stata una informativa sulle manifestazioni di interesse da parte degli investitori, dopo averla ascoltata i club hanno preso tempo per esaminare la corposa documentazione e ci aggiorneremo nuovamente nell’assemblea già programma del 31 marzo. Sono state tenute aperte tutte le opzioni, è stato ritenuto prematuro prendere decisioni ora sul percorso. Sono nove proposte, di cui due arrivate negli ultimi giorni», ha affermato il Presidente Lorenzo Casini al termine dell’assemblea di lunedì scorso.
Le manifestazioni di interesse a investire nel calcio italiano proverrebbero dai fondi Apollo, Searchlight, Relevent e dalla cordata Carlyle, Three Hills e Apax. Il settore degli istituti finanziari sarebbe rappresentato invece da JP Morgan, Barclays, Citi, Goldman Sachs e Jefferies.
Le opzioni sul tavolo della Serie A
I possibili scenari futuri che si aprono ora sono quattro. I finanziatori potrebbero versare direttamente alla Serie A i soldi sotto forma di credito per il campionato. L’istituzione avrebbe poi il compito di distribuire queste risorse tra i club.
In alternativa, le banche e i fondi di investimento potrebbero acquisire una partecipazione della nascente media company della Lega Serie A. La terza opzione è che l’azienda in questione gestisca solamente i diritti commerciale e televisivi a livello internazionale. Questo vorrebbe dire un flusso meno corposo di soldi verso le casse del sistema calcio.
La quarta e ultima opzione è la più intrigante. La Lega Serie A potrebbe comprare Sky Italia, canale tematico seguito da 4,2 milioni di persone.
La Serie A acquisterà Sky Italia? La suggestione
I soldi delle banche potrebbero aiutare a realizzare il sogno segreto della Lega: possedere un proprio canale televisivo. L’amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo, sarebbe tra i principali promotori dell’acquisto della piattaforma dal colosso Comcast, proprietario dell’azienda dal 2018. Una mossa che permetterebbe ai club di possedere un canale di proprietà affermato. La Lega potrebbe trasmettere in prima persona le partite, guadagnando in termini economici e di credibilità agli occhi dei mercati esteri.
Gli ostacoli principali che bloccano questo ambizioso piano sono il costo dell’operazione e la volontà di Comcast di vendere il proprio asset. Solo cinque anni fa il gruppo ha acquistato Sky da Rupert Murdoch per 40 miliardi di dollari. Per convincere la dirigenza a privarsi di uno dei propri canali tematici servirebbero almeno 2 miliardi di euro. Soldi che la Lega potrebbe reperire appunto da banche e fondi di investimento. Strade alternative che l’assemblea dei club potrebbe decidere di intraprendere sono l’acquisto di Sky Sport oppure l’accordo con un partner industriale che possa gestire gli altri temi.
Da anni ormai si parla di un canale di proprietà della Lega Serie A. L’ultimo tentativo risale al 2021, quando l’ex presidente Paolo Dal Pino ha provato a creare una media company che potesse detenere i diritti tv. Il progetto prevedeva l’ingresso dei fondi CVC, Advent e FSI, che sarebbero diventati proprietari del 10% della società versando 1,2 miliardi di euro. L’opposizione di diversi club del massimo campionato italiano ha però bloccato tutto.
Le certezze? Lo scarso appeal della Serie A
Maggiori certezze si avranno nella prossima assemblea della Lega Serie A, prevista per il 31 marzo. Nel frattempo, la Lega dovrebbe assumere un consulente esterno per portare avanti i colloqui con le banche e in fondi interessati. L’obiettivo è strappare l’offerta migliore per aiutare il sistema calcio a risollevarsi dalla crisi puntando sui diritti tv, attualmente la maggiore fonte di introiti per i club.
Nel 2021 il valore del mercato dei diritti audiovisivi della Premier League ha superato i 3 miliardi di euro (3,26), confermando il ruolo di campionato più redditizio. Segue a distanza la Liga spagnola, che ha guadagnato 1,55 miliardi di euro dalla trasmissione delle partite. L’Italia si posiziona al terzo posto della classifica, con 1,38 miliardi di euro, ma la Bundesliga è pericolosamente vicina (1,27 miliardi di euro).
Il sorpasso della Germania ai danni dell’Italia è riuscito nel valore economico medio dei club, dove i campionato tedesco occupa il terzo posto con 70,6 milioni, seguito dalla Serie A (69,3 milioni di euro). Nelle prime posizioni troviamo sempre la Premier League (163,5 milioni di euro), che anche in questo settore doppia la Liga, ferma a 78 milioni. È quanto emerge dal report dello Sports Business Institute di Barcellona.