sabato, 5 Ottobre 2024

Che cosa c’è nel DDL Concorrenza?

Rafforzare il mercato italiano e migliorare la competitività del Paese. Con il DDL Concorrenza, il Consiglio dei ministri punta a incoraggiare l’adozione di nuove tecnologie e processi produttivi più efficienti, aumentando le opportunità per le società italiane a livello globale. Il disegno di legge fa parte delle misure attuative del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e mira a raggiungere specifici obiettivi stabiliti nel Piano stesso. Prevede il potenziamento della rete elettrica, promozione di contatori intelligenti e rafforzamento dei poteri dell’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato).

Le novità del DDL Concorrenza

Tra le novità introdotte c’è il concetto di “cold ironing”, ovvero l’elettrificazione delle banchine, che coinvolge tutte le strutture, opere e impianti situati sulla terraferma per fornire energia elettrica alle navi ancorate nei porti che possono così spegnere i motori. Tale servizio è ritenuto di interesse economico generale e si prevede un’agevolazione sulle tariffe a beneficio degli utenti finali.

Il DDL stabilisce anche che l’attribuzione delle concessioni per il commercio al dettaglio in aree pubbliche avvenga attraverso processi pubblici, basati su principi di parità e trasparenza. In questo modo si proteggono gli interessi degli attuali concessionari e dei loro lavoratori, si valorizzano i requisiti dimensionali della categoria delle microimprese e si limita il numero massimo di concessioni per ogni operatore, la cui durata non deve superare i 10 anni. Prevede inoltre che i processi di rinnovo delle concessioni in scadenza al 31 dicembre 2020, non completati entro l’entrata in vigore della legge, debbano concludersi entro i successivi sei mesi, con l’assegnazione delle concessioni in base alle norme vigenti al momento della scadenza e, quindi, per una durata di 12 anni.

Il DDL Concorrenza è considerato innovativo perché affronta una serie di questioni strutturali che hanno limitato la crescita economica dell’Italia negli ultimi anni.

Concessioni balneari

Intanto, la Corte di Giustizia Europea stabilisce che le concessioni per le proprietà balneari italiane non possono essere rinnovate automaticamente e devono essere soggette a un processo di selezione imparziale e trasparente tra diversi candidati. La decisione si basa sulla Direttiva Bolkestein, che impone la concessione delle licenze per occupare le aree costiere italiane attraverso una selezione competitiva e non tramite rinnovo automatico. La proroga delle concessioni da parte del governo italiano fino al 2033 era stata precedentemente condannata dalla Corte di Giustizia dell’UE. Il caso riguarda oltre 20 stabilimenti balneari e ha implicazioni per le entrate statali derivanti dalle licenze balneari, che attualmente ammontano a €55 milioni all’anno nonostante un settore del valore di circa €15 miliardi, deve essere soggetto a un processo equo per ripristinare le libertà di mercato. ©