venerdì, 29 Marzo 2024

Piqué torna in campo e ci guadagna

Piqué Kings League

Novantamila tifosi gridano dagli spalti del Camp Nou. Lo stadio di Barcellona esulta, ma non per i blaugrana. È tutto esaurito per le Final Four di Kings League, uno strano torneo di calcio a 7 con regole che includono carte e interventi del pubblico, inventato da Gerard Piqué. Da dove arriva questo clamoroso successo?

I numeri della King’s League

La Kings League nasce da un’idea di Gerard Piqué, ex capitano del Barcellona, dopo il suo ritiro dal calcio giocato. Si tratta di un torneo di calcio a 7, con pesanti elementi di gamification. Per spingere il campionato, le squadre arruolano grandi nomi del calcio ormai ritirati. Casillas e Aguero sono presidenti di due club, il 1K e il Kunisports. 

La prima parte della stagione è andata in onda in streaming su Twitch, YouTube e TikTok. La media degli spettatori è stata di circa 500.000, ma si parla di concurrent. Nello streaming non si calcola infatti l’audience, ma gli spettatori segnalati dal contatore del sito, che si aggiorna ogni pochi secondi. Mezzo milione di concurrent sono un numero altissimo, che viene raggiunto solo da grandi eventi di e-sport.

Difficile al momento calcolare quanto valga questo campionato, ma le potenzialità sono state evidenziate dalle final four, svoltesi al Camp Nou di Barcellona a fine marzo. Stadio pieno e incasso di 3 milioni di euro. La prossima edizione ha già annunciato la partecipazione di Neymar come presidente di un club, e sarà trasmessa anche in televisione dall’emittente catalana Televisió de Catalunya.

Le regole del gioco

La Kings League prende buona parte del proprio regolamento dal calcio a 7. Sport a metà tra i due più famosi futsal e calcio a 11, si svolge al chiuso ma con un campo più grande di quello del calcio a 5.

Ci sono poi alcune piccole modifiche, che fanno somigliare la Kings League al calcio a 11, come il fuorigioco e la rimessa con le mani, e altre create per rendere i match più spettacolari, come le sostituzioni illimitate, le espulsioni a tempo e il calcio di inizio con palla al centro e squadre a fondocampo che si contendono il pallone.

A questa base però, Piqué ha aggiunto elementi di gamification che possono decidere le partite. Ogni squadra ha delle armi segrete, delle carte che può giocarsi per cambiare l’andamento del match. Questi poteri, simili a quelli che potrebbero esistere in un videogioco, permettono di raddoppiare i punti ottenuti segnando un gol per due minuti, ottenere un rigore, escludere dal gioco un avversario o rubare il potere dell’avversario.

Infine i cambiamenti nel regolamento vengono votati dai fan, per coinvolgere di più il pubblico. Un format che attrae soprattutto giovani, con colpi di scena continui e partite frenetiche, e che ora punta ad espandersi sempre di più.

Attento alle tendenze e profondo conoscitore della stampa estera, è laureato in Storia del giornalismo all’Università degli Studi di Milano. Dinamico, appassionato e osservatore acuto, per il Bollettino si occupa principalmente del mondo dello sport legato a quello finanziario e del settore dei videogiochi, oltre che delle novità del comparto tecnologico e di quello dell’energia.