sabato, 20 Aprile 2024

Il fast fashion guadagna sulle spalle della Gen Z

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Il fast fashion corre verso i 200 miliardi di dollari sfruttando la debolezza economica di Millennials e, in particolare, Z Generation. Questo accade perché l’aumento del costo della vita ha un impatto diretto sulla capacità dei consumatori di acquistare prodotti sostenibili. Le più colpite sono le fasce d’età più giovani. Tanto che una recente indagine (di Untold Insights) afferma che rincari e inflazione stanno impedendo al 96% della Generazione Z e dei Millennials di effettuare acquisti eco-consapevoli. Perciò il 53% darà la priorità alle opzioni di risparmio piuttosto che selezionare un’alternativa ecologica e sostenibile.

Il fast fashion ne approfitta

Millennials e Z Generation sono delusi da quei brand sostenibili che però non propongono soluzioni di prezzo accessibili. E così sono costretti a trovare rifugio nel fast fashion pronto ad accoglierli a braccia aperte. Questo è uno dei motivi per cui, seppur il tema della sostenibilità sia oggi più sentito che mai, la curva di crescita del business della moda veloce è in continua ascesa. Si stima infatti che l’industria arriverà a 122,4 miliardi nel 2026 per poi raggiungere, nel 2030, la cifra da capogiro di 200 miliardi di dollari. Praticamente il doppio del fatturato del 2022.

Queste stime sono sostenute dalle performance della più note aziende di moda veloce. Da Inditex a Shein fino a Primark: il loro business è più in salute che mai. Primark, esempio più recente, ha in programma un piano di espansione internazionale sulla scia degli ottimi risultati delle ultime semestrali. Nel periodo di sei mesi, la catena d’abbigliamento low cost fondata nel 1969 ha visto le vendite crescere del 21% a 9,56 miliardi di sterline. L’azienda si impegna ora a raggiungere 530 punti vendita diretti entro il 2026. Incrementando la sua presenza nei principali mercati: Stati Uniti, Francia, Italia e Penisola iberica; nonché ristrutturando la sua attività in Germania. Nel primo semestre ha già inaugurato 13 nuovi negozi.

Un altro caso emblematico è quello di Inditex. Nel 2022, il gruppo cui fanno capo Zara, Massimo Dutti, Pull&Bear, Bershka, Stradivarius e Oysho, ha registrato i profitti più alti della sua storia. Su un giro d’affari di 32,6 miliardi di euro, gli utili si sono attestati a 4,13 miliardi di euro, in aumento del 27% rispetto al 2021. Una testimonianza di come l’aumento del costo della vita non abbia minimamente intaccato il suo business, bensì piuttosto aiutato spingendo più clienti a comprare nei suoi negozi. ©

Credit: Canva.com

Dopo gli studi universitari in relazioni internazionali e un master in Communication & brand management inizia subito a lavorare nella moda a Milano. Scrive a tempo pieno per diverse testate occupandosi di business, moda, lusso e design. La conoscenza finanziaria maturata nell'editoria e l’occhio per le ultime tendenze sono i suoi punti di forza.