venerdì, 26 Aprile 2024

Aria di supertassa sulle banche. Altri attacchi alle centrali

Sommario
recessione

Da una parte c’è Commerzbank che chiude il primo trimestre con un utile raddoppiato e buone previsioni per tutto il 2023, grazie all’aumento dei tassi, ma che non viene premiata sul Dax di Francoforte. Anzi: profondo rosso, perché il mercato si aspettava di più. Dall’altra c’è il ministro Giancarlo Giorgetti che spinge ormai quotidianamente gli istituti italiani ad alzare la remunerazione dei depositi, fermi a una media dello 0,6% (quando per i prestiti si paga oltre il 10% di interesse). Le banche italiane, dopo un rally iniziato a ottobre, non corrono dunque più a Piazza Affari. All’orizzonte anche l’ipotesi di una extra-tassazione europea (sulla scia del prelievo sugli extra profitti energetici). Piazza Affari ancora piatta, chiude a  -0,03%. Banche in difficoltà, recupero di alcuni industriali (Iveco in primis) e chiude verde Tim, +1,5%, ma ormai è un’altalena in attesa di novità vere sulla rete. 

L’America ci crede

Parte bene Wall Street. Per i leader del Congresso sono stati positivi i colloqui di martedì con Biden sull’innalzamento del limite al debito, ma l’accordo non è vicino, per cui altre riunioni in settimana. E il presidente Usa è ottimista sul fatto che gli Stati Uniti non andranno in default. Intanto le azioni di Western Alliance Bancorp sono aumentate di oltre il 10% dopo che l’istituto di credito ha riportato una crescita dei depositi in questo trimestre.

Musk contro la Fed

Dopo l’assemblea annuale degli azionisti di Tesla, Elon Musk, in un’intervista alla Cnbc, ha attaccato la Fed dicendosi «preoccupato per il modo in cui la Fed agisce, è troppo lento e lo sarà anche nei prossimi mesi». E ancora: «I dati sono alquanto obsoleti, prevedo mesi difficili per tutte le imprese americane». Stando al fed rate monitor di Investing.com, che si basa sui future sui fed funds a 30 giorni, i trader scommettono però su un primo taglio dei tassi a settembre, con intervallo target del 4,50%-4,75% che potrebbe essere raggiunto entro la fine dell’anno. E secondo il Global Fund Manager Survey di Bank of America, il 61% degli intervistati e partecipanti al mercato ritiene che il ciclo di rialzi sia terminato, con il consensus che però vede l’inizio della riduzione del costo del denaro a partire da gennaio 2024.

Bce e Fed frenano mattone

Secondo uno studio della Bce, nell’area dell’euro gli investimenti immobiliari hanno iniziato a diminuire nel secondo trimestre del 2022 e hanno registrato un calo cumulato di circa il 4% entro il quarto trimestre del 2022. Il calo negli Stati Uniti era invece iniziato nel secondo trimestre del 2021. Da allora, gli investimenti immobiliari statunitensi sono diminuiti cumulativamente di circa il 21%. Ora è probabile, continua lo studio, che gli effetti negativi dell’aumento dei tassi di interesse si intensifichino, per questo si prevede un calo prolungato e sostanziale degli investimenti immobiliari nell’area dell’euro fino al 2024.

Giappone da record

L’economia giapponese è cresciuta dello 0,4% su base trimestrale a inizio 2023, superando le stime di mercato di un aumento dello 0,1%. Questo è stato il ritmo di espansione più veloce dal secondo trimestre del 2022, trainato dai consumi privati nonostante un calo del 4,2% delle esportazioni. Da ricordare che il Giappone è l’unico Paese del G7 dove i tassi sono a -0,1%. La Borsa di Tokyo festeggia con un altro +0,81% dell’indice Nikkei, tornando sopra i 30mila punti, al top da due anni. ©

 

 

Classe 1977. Giornalista. Lavoro all’agenzia di stampa Green Economy Agency, dove seguo il mercato dell’energia e non solo. Ex vicedirettore di Libero. Da sempre appassionato di economia e finanza, su il Bollettino scrivo la rubrica “Buy Buy, cosa succede in Borsa”, dove racconto gli spunti della seduta appena conclusa e segnalo appuntamenti e possibili titoli da seguire per il giorno successivo.