giovedì, 25 Aprile 2024

Tutti un po’ Nvidiosi a Wall Street. Europa sempre debole

Sommario

Siamo tutti un po’ Nvidiosi. Il titolo di Nvidia guadagna il 26% in apertura a Wall Street, rivendendo i massimi storici, dopo la pubblicazione dei risultati del primo trimestre con numeri ben oltre le attese. Dal rapporto sulla crescita dei data center di Nvidia emerge poi l’impatto rivoluzionario ormai confermato dell’intelligenza artificiale, con una sua adozione rapida e imponente nel mondo, accompagnata da un aumento a due cifre della domanda. Un boost in più, considerando che nei mercati basta dire ‘intelligenza artificiale’ che il titolo sale, un po’ come nel 1998-1999 era sufficiente citare la parola ‘internet’ per far impennare le quotazioni. Nel 2000 era poi scoppiata la bolla delle cosiddette dot.com. Ma da quelle ceneri sono poi nati Amazon, Apple, Google. L’intelligenza artificiale seguirà lo stesso percorso? Boom, crollo e poi crescita selettiva?

Nervosismo e utili in forte calo

Nvidia fa volare il Nasdaq, oltre +1,5% nella prima ora di scambi a New York, ma il contesto intorno rimane nervoso. Non c’è accordo sull’innalzamento del tetto al debito Usa tra Biden e il presidente repubblicano della Camera. Si dice che l’intesa dovrebbe essere siglata nel week-end. La scadenza è fissata per l’1 giugno. Janet Yellen, segretaria del Tesoro, precisa che alcuni pagamenti non saranno onorati immediatamente. In cassa ci sono poco più di 60 miliardi di dollari. Fitch, visto l’impasse, mette sotto osservazione il debito per un eventuale declassamento. Brutto segnale per i mercati. I profitti aziendali negli Stati Uniti sono crollati del 6,8% a 2.307 trilioni di dollari nel primo trimestre del 2023, il minimo dal secondo trimestre del 2021, molto più delle aspettative del mercato di un calo dello 0,9% e dopo un calo del 2,7% nel periodo precedente.

Milano frigge

Anche a Milano sono tutti in attesa di una fumata bianca da Washington. Si chiude a -0,41%. Recuperano le banche e crollano i petroliferi, per i ribassi del greggio e del gas (circa -9%), sostenuti anche dal fatto che la Germania è ufficialmente in recessione. Poi grazie a Nvidia, Stm batte un colpo, mentre la trimestrale oltre le attese non mette le ali a Generali (solo +0,3%). Si avvicina il cda Tim e il titolo perde il 2%. Recuperano invece Moncler e Interpump, tra i migliori, dopo le pesanti vendite post dividendo da inizio settimana.

Mai più un caso Credit Suisse

Il Consiglio federale svizzero ha deciso di avviare la procedura di consultazione sull’introduzione di una garanzia statale della liquidità per banche di rilevanza sistemica. Il progetto – recita il comunicato dell’esecutivo elvetico – ha lo scopo di trasporre nel diritto ordinario le basi legali per lo strumento introdotto dal Consiglio federale lo scorso mese di marzo mediante ordinanza, così come altre misure adottate allora a sostegno dell’acquisizione di Credit Suisse da parte di Ubs. Data l’urgenza, la procedura di consultazione è abbreviata e si concluderà il 21 giugno 2023. Resta la domanda: dopo i 100 miliardi di franchi messi a garanzia dell’operazione Credit Suisse-Ubs, chi dovrà alimentare le nuove garanzie? Sempre il contribuente? ©

Classe 1977. Giornalista. Lavoro all’agenzia di stampa Green Economy Agency, dove seguo il mercato dell’energia e non solo. Ex vicedirettore di Libero. Da sempre appassionato di economia e finanza, su il Bollettino scrivo la rubrica “Buy Buy, cosa succede in Borsa”, dove racconto gli spunti della seduta appena conclusa e segnalo appuntamenti e possibili titoli da seguire per il giorno successivo.