giovedì, 25 Aprile 2024

Ci deve preoccupare quello che accade al debito USA?

Sommario
tetto debito

Repubblicani e democratici raggiungono l’accordo sul tetto al debito pubblico americano, ma non è detto che per i mercati sia una buona notizia. Quali sono i rischi legati a un innalzamento nei livelli di indebitamento del Tesoro USA?

L’accordo

Come annunciato da una nota della presidenza americana, Joe Biden e lo speaker repubblicano della Camera dei rappresentanti Kevin McCarthy hanno stabilito le condizioni a cui alzare il tetto del debito pubblico nazionale. La notizia, arrivata nel fine settimana, a mercati chiusi, ha fatto tirare un sospiro di sollievo dopo mesi di braccio di ferro tra le parti. Il tetto di 31,4 trilioni di dollari, infatti, era stato di fatto superato già al 19 gennaio. Allora il Dipartimento del Tesoro aveva comunicato che, grazie ad alcune misure d’eccezione, si sarebbe potuto continuare con le procedure di ordinaria amministrazione fino tutt’al più al 5 giugno. Oltrepassata quella data, il Governo non sarebbe stato più in grado di contrarre nuovo debito. Un’eventualità che avrebbe provocato la pressoché totale impossibilità di svolgere anche le procedure più ordinarie ed essenziali come pagare i fornitori di servizi pubblici. La conseguenza più probabile di questa paralisi? Il default per l’economia più importante al mondo e una crisi finanziaria globale. Insomma, i listini d’Oltreoceano, chiusi lunedì per il Memorial Day, hanno più di una ragione per gioire di questo salvataggio al fotofinish.

I tagli alla spesa pubblica

A dire il vero, non è ancora detta l’ultima parola. Infatti, prima di procedere all’estensione del tetto, il provvedimento dovrà passare per l’approvazione del Congresso, cui spetta, da Costituzione, il diritto di approvare qualsiasi emissione di debito pubblico. È tuttavia probabile che la norma passi senza troppe cerimonie, visto il consenso dei leader delle rispettive parti e l’urgenza della situazione. Nello specifico, il compromesso raggiunto accorderebbe uno spostamento del tetto, non ancora chiaramente quantificato, fino al 2025, cioè dopo le prossime elezioni presidenziali del 2024. In compenso, però, il GOP ha preteso dal Governo l’attuazione di una vera e propria spending review, che prevederà consistenti diminuzioni agli aiuti già varati da Biden per la ripresa post-pandemica. Anche se la spesa militare rimarrà intonsa, così come praticamente quella sanitaria e gli aiuti sociali, i tagli ammonteranno complessivamente a ben 650 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni.

I rischi connessi all’accordo

Ma l’innalzamento del tetto porta con sé anche conseguenze potenzialmente preoccupanti per le piazze. In particolare, è altamente probabile che il Tesoro approfitti della nuova estensione per emettere una grossa tranche di titoli di stato, per un controvalore stimato dagli analisti in 1,1 trilioni di dollari nel giro di pochi mesi. Questo scenario, in cui l’amministrazione Biden compenserebbe il rallentamento nelle emissioni imposto finora dall’emergenza, non è dei più rosei per il mondo finanziario. Se infatti si verificassero queste condizioni, molta della liquidità in circolazione si potrebbe spostare dai depositi bancari e dai titoli ai Treasury Bills di Stato, percepiti generalmente come più sicuri (e, al momento, anche piuttosto redditizi). Questo rischierebbe di aggiungere ulteriore stress su un settore bancario americano già, lo abbiamo visto, in forte bisogno di liquidità. Insomma, un giro di vite non proprio ideale, dopo i fallimenti degli ultimi mesi.

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Studente, da sempre appassionato di temi finanziari, approdo a Il Bollettino all’inizio del 2021. Attualmente mi occupo di banche ed esteri, nonché di una rubrica video settimanale in cui tratto temi finanziari in formato "pop".