lunedì, 29 Aprile 2024

La Fed non alza i tassi, ecco il perché

Stop agli aumenti, per ora. La Fed non incrementa i tassi e li mantiene fermi in una forchetta tra il 5,25% e il 5,50%, ai massimi da 22 anni. Ma per la Banca centrale americana il 2023 può riservare ancora delle sorprese. Entro la fine dell’anno, è attesa una nuova correzione al rialzo anche se l’inflazione sta rallentando, oggi è al 3,7%. Nonostante l’attuale instabilità dei mercati energetici, infatti, è previsto un ulteriore calo percentuale nei prossimi mesi. Questo è principalmente dovuto alla riduzione dei prezzi delle automobili e degli affitti. La combinazione di tali fattori sembra offrire ai funzionari la rassicurazione che sia possibile interrompere l’aumento dei tassi senza correre il rischio di un rinnovato incremento dei prezzi.

Ma c’è un precedente

A giugno Jerome Powell aveva già lasciato invariati i tassi, mentre cresceva l’incertezza su come la crisi bancaria di primavera avrebbe influito sui prestiti. Quando è emerso che l’economia non era stata colpita da quelle turbolenze, però, la Fed ha alzato nuovamente i tassi a luglio. 

C’è chi sostiene che la Banca Centrale ha già innalzato sufficientemente i tassi per raffreddare l’economia e portare l’inflazione al suo obiettivo dichiarato del 2%. Ma anche se la Fed è rassicurata dal costante rallentamento dell’inflazione, e dalle prospettive positive, deve ancora affrontare una serie di incertezze all’orizzonte.

Cosa potrebbe accadere?

Infatti, l’aumento dei prezzi dell’energia rappresenta un fattore critico, avendo recentemente determinato un incremento del carburante al distributore. Il costo medio della benzina negli Stati Uniti è attualmente di 3,88 dollari al gallone, il livello più alto da ottobre 2022.

«La Fed è ovviamente più concentrata sull’inflazione di fondo, ma non ignorerà ciò che sta accadendo con i prezzi dell’energia, in particolare se i prezzi più alti della benzina inizieranno a influenzare le aspettative di inflazione e le richieste salariali, il che è una possibilità reale», ha detto Mark Zandi, capo economista di Moody’s Analytics. ©

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Laureato in Economia, Diritto e Finanza d’impresa presso l’Insubria di Varese, dopo un'esperienza come consulente creditizio ed un anno trascorso a Londra, decido di dedicarmi totalmente alla mia passione: rendere la finanza semplice ed accessibile a tutti. Per Il Bollettino, oltre a gestire la rubrica “il punto sui Mercati”, scrivo di finanza, crypto, energia e sostenibilità. [email protected]