domenica, 3 Novembre 2024

Frena la crescita dell’Italia, stipendi a rischio?

Rallenta la crescita dell’economia italiana, ma segnali positivi provengono dal fronte dell’inflazione. Il PIL (prodotto interno lordo) crescerà dello 0,7% sia per l’anno in corso che per il prossimo, secondo le previsioni del Fondo Monetario Internazionale (FMI) . Cifre inferiori a quelle previste dal Governo nazionale nella Nadef, che prevedeva un aumento dello 0,8% nel 2023 e dell’1,2% nel 2024.

Il debito pubblico dell’Italia dovrebbe calare lentamente, ma rimarrà al di sopra del 140% del PIL fino al 2028. Il rapporto debito/PIL dovrebbe raggiungere il 143,7% quest’anno, per poi iniziare a diminuire al 143,2% nel 2024, raggiungendo il 140,1% nel 2028. Il rapporto deficit/PIL, tuttavia, è previsto al 5% quest’anno e al 4% nel prossimo, secondo le stime del FMI. Ciò riduce le capacità di spesa del Governo limitando la possibilità di nuovi investimenti che possano stimolare l’economia dell’Italia.

L’organizzazione conferma un rallentamento dell’inflazione a livello globale: dall’8,7% del 2022 al 6,9% nel 2023, al 5,8% nel 2024. Il rallentamento dipende dagli effetti della politica monetaria restrittiva implementata dalle banche centrali; oltre che dal calo dei prezzi internazionali delle materie prime, in particolare quelle energetiche.

L’inflazione core dovrebbe calare in misura più graduale e, nella maggior parte dei casi, non dovrebbe tornare in linea con il target prima del 2025. Per questo le misure di politica monetaria saranno necessarie per mantenere ancorate le aspettative.

Nell’Area Euro, è prevista al di sopra del valore obiettivo fissato dalla Banca Centrale Europea per il prossimo anno. È previsto un tasso del 5,6% nel 2023 e del 3,3% nel 2024. Però, l’inflazione tornerà al di sotto del target BCE del 2% nel lungo termine. In Italia, l’inflazione è prevista in calo al 6% quest’anno e al 2,6% il prossimo. ©

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