lunedì, 29 Aprile 2024

Divorziare costa tanto, ma la soluzione per risparmiare c’è

Sommario

Divorziare in Italia potrebbe essere a costo zero. L’opzione esiste dal 2014 grazie alla legge 132, che consente a chi si lascia di evitare il procedimento giudiziale. Come si fa? Ci si rivolge al Comune e con poche decine di euro si abbattono tutti i passaggi – e le spese – di una ordinaria causa di divorzio. Attenzione però, perché la procedura non può essere richiesta in presenza di figli minori, o maggiorenni ma incapaci o portatori di handicap. Ma c’è una ulteriore alternativa per ridurre le spese, ed è la negoziazione assistita, che non prevede stop in caso di figli. Si tratta di un contratto finalizzato a risolvere in buona fede le controversie, per cui è necessario affidarsi a un avvocato. E qui le spese salgono fino a circa 3mila euro, compresi eventuali bolli o tasse, a seconda della parcella richiesta dal professionista.

Divorzio in tribunale

Anche nel caso di divorzio davanti a un tribunale, le spese possono essere minime: il contributo unificato di 43 euro e i costi amministrativi. Ma così sarà solo in caso non ci siano figli minori o non autosufficienti, e vi sia consenso tra i coniugi. L’alternativa è andare davanti a un giudice, e in questa fattispecie tra spese processuali e onorari di avvocati si possono sforare i 15mila euro a testa, secondo una stima di Moneyfarm. Una cifra che può variare sensibilmente, a seconda della durata dell’intero procedimento o della tariffa proposta dal legale.

L’assegno di divorzio 

Uno dei più frequenti motivi del contendere tra ex coniugi è l’entità dell’assegno di mantenimento o quello dell’assegno divorzile. Che esiste ancora, ma è riconosciuto solo quando per uno degli ex sia oggettivamente impossibile guadagnarsi da vivere. La giurisprudenza ha cambiato direzione più volte nel corso degli anni. L’ultima sentenza – storica – della Cassazione, risale a dicembre. E torna sul tenore di vita, in precedenza cancellato come parametro. Adesso invece si dice che quello della convivenza prematrimoniale ha un peso ai fini della definizione degli importi. Ma solo se il coniuge più debole economicamente ha fatto delle rinunce, come ad esempio al lavoro in caso di nascita di figli.

I numeri del divorzio 

L’Italia è fanalino di coda in Europa tanto per numero di matrimoni (1,6 ogni 1000 abitanti), che di divorzi (1,1 ogni 1000 persone). Secondo l’Istat nel 2022 si sono registrati 82596 divorzi, sostanzialmente stabili rispetto all’anno precedente. Un boom si è avuto invece nel 2016 (oltre 99mila). Il motivo l’introduzione del divorzio breve, una legge che consente di divorziare dopo soli sei mesi di separazione consensuale, invece di tre anni. Periodo che sale a un anno se non vi è accordo tra i due.

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📸 Credits: Canva.com

Giornalista professionista, classe 1981, di Roma. Fin da piccola con il pallino del giornalismo, dopo la laurea in Giurisprudenza e qualche esperienza all’estero ho cominciato a scrivere per i giornali, quasi sempre online. All’inizio di cinema e spettacoli, per poi passare a temi economici, soprattutto legati al mondo del lavoro. Settori di cui mi occupo anche per Il Bollettino.