La paghetta muove 150 milioni di euro al mese. Quasi 2 miliardi d’euro l’anno. Soldi che ben indirizzati rappresentano un utile strumento di educazione finanziaria. È di 12 anni l’età media dei giovani percettori di queste piccole somme di denaro da autogestire nel nostro Paese. A rivelarlo è un report delle agenzie mUp Research e Norstat commissionato da Facile.it.
Quanto ricevono dai genitori i ragazzi
Oltre la metà (il 65%) dei genitori dà ogni settimana una paghetta ai propri figli. Il 21% invece lo fa 1 volta al mese e il 14% su esplicita richiesta. Ma quanto vale? Gli importi variano in base all’età. Tra i 10 e i 18 anni in media è di 54 euro mensili. Quando si cresce aumenta: meno di 40 euro tra i 10 e i 14 anni; 70 euro tra i 15 e i 18 anni.
Come viene data la paghetta
La diffusione dei pagamenti digitali inizia a prendere piede nei rapporti tra genitori e figli. L’82% delle transazioni però avviene ancora in contanti. Il restante 18% (quasi 1 ragazzino su 5) riceve invece un accredito. Su scala nazionale nel nostro Paese l’11% delle mamme e dei papà ricarica una carta prepagata fisica. Un’abitudine riscontrabile maggiormente nella fascia d’età tra i 15 e i 18 anni: il 15%. E tra gli adolescenti residenti al Sud e nelle Isole: 14,7%. Le carte digitali sono invece più usate nel Nord Ovest: 9% su una media nazionale del 6%.
Un confronto con il passato
Dai sondaggi condotti nello studio è emerso che non riceveva la paghetta quasi la metà delle madri e dei padri (il 48%) che oggi danno periodicamente del denaro ai propri figli. Tra chi la incassava regolarmente si nota il cambio del potere d’acquisto con l’avvento della moneta unica. Gli adolescenti pagati in euro prendevano 30 euro al mese, quasi il doppio delle 26mila lire che ricevevano i loro coetanei prima del 2002. ©
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