A un secolo esatto dall’ultima apparizione in terra francese, i Giochi Olimpici tornano a Parigi per la terza volta, dopo il 1900 e il 1924. L’evento inizierà il 26 luglio e si chiuderà l’11 agosto, catalizzando l’attenzione del pubblico di tutto il mondo. Almeno 3 miliardi di persone, secondo quanto previsto, si sintonizzeranno o si recheranno di persona per assistere ai giochi della 33esima Olimpiade. Una circostanza che, naturalmente, stimola forti investimenti in termini di diritti tv e pubblicità. E che spinge anche il turismo, con importanti ricadute economiche. A beneficiarne sono anche i grandi marchi sportivi, che possono sfruttare queste grandi manifestazioni come una vetrina privilegiata.
Quanto costano i Giochi
Il costo dell’organizzazione dei Giochi Olimpici si aggira intorno ai 12 miliardi di euro. Va precisato che si tratta soltanto di stime e il costo reale potrebbe anche essere superiore. Una buona fetta delle spese è a carico del Comitato olimpico internazionale (CIO), attraverso l’ente organizzatore dei Giochi olimpici e paralimpici (COJOP), che supporterà circa la metà delle spese. L’altra metà sarà invece coperta dalla società partecipata dal Governo francese per le opere e le infrastrutture olimpiche, Solideo. I costi di Parigi 2024 sono comunque superiori a quelli preventivati tanto dal Comitato olimpico quanto dall’Eliseo, che intendevano spendere, rispettivamente, poco più di 4 miliardi e 2,5 miliardi.
In ogni caso, il ritorno economico per Parigi dovrebbe essere decisamente superiore alle spese, grazie anche alla grande concentrazione di eventi sportivi che si svolgono nel Paese transalpino. Oltre al recente Roland Garros, c’è il Tour de France, partito il 29 giugno da Firenze e che si chiuderà il 21 luglio con l’arrivo a Nizza. Una novità, visto che dal 1975 la corsa si era sempre conclusa sugli Champs-Élysées, nella Capitale. Eccezione dovuta proprio alla contemporanea presenza dei Giochi Olimpici. La coincidenza tra queste manifestazioni sportive spinge il turismo, che da solo supererebbe i costi totali, con un indotto previsto oltre i 12 miliardi di euro.
Gli sponsor
In ogni caso, a sostenere i costi non sono solo gli organizzatori. Anche gli sponsor dovrebbero versare nelle casse del CIO almeno 2 miliardi di euro. Il Comitato internazionale trattiene per sé il 10% degli importi versati dai partner, utilizzandolo per le proprie spese di gestione. Dopodiché, il restante 90% viene redistribuito tra tutti gli enti che partecipano all’organizzazione dell’evento. Agli sponsor, la visibilità olimpica fa gola per diversi motivi. Innanzitutto, per la grande copertura mediatica dell’evento, diffuso in tutto il mondo.
In secondo luogo, le regole del Comitato olimpico internazionale, in particolare la Rule 40. Si tratta di una normativa che penalizza i brand che non hanno un contratto con il CIO. Infatti, anche nel caso in cui marchi senza un accordo sponsorizzassero un team nazionale o un atleta, non potrebbero utilizzarne l’immagine per tutta la durata dei Giochi. Va da sè che investire in una partnership con l’organizzazione sia la scelta più popolare. Si stima che, nel corso del 2024, gli investimenti pubblicitari possano superare abbondantemente i 500 milioni di euro per l’Europa. Mentre in Nord America sarebbero addirittura superiori ai 2 miliardi.
Per i brand sportivi (ma non solo), investire nelle Olimpiadi significa anche far crescere il proprio fatturato. L’immagine dei marchi partner di atleti e federazioni, oltre a essere diffusa in tutto il mondo, esce anche rafforzata dal sostegno a eventi del genere, sebbene le stime degli analisti per questa edizione dei Giochi siano piuttosto caute da questo punto di vista. A oggi, in ogni caso, il giro di affari globale degli articoli sportivi per il 2024 ammonta a 192 miliardi di euro, inferiore anche rispetto alle previsioni dei Mercati. Ma l’estate, con la sua rapida successione di eventi di grande richiamo, può spingere a una crescita in questo senso.
I diritti tv
Oltre agli sponsor, a investire sui Giochi Olimpici sono infatti anche le media companies con i diritti tv. Dal 2015 li detiene Discovery, grazie a un accordo stipulato con il CIO per 1,3 miliardi di euro e che riguarda le edizioni delle Olimpiadi (estive e invernali) tra il 2018 e il 2024. Una novità assoluta, visto che l’ente olimpico mondiale non aveva mai ceduto i propri diritti in esclusiva a un’unica emittente prima di allora. L’accordo è stato poi rinnovato nel 2023 per i Giochi che si svolgeranno dal 2026 al 2032. Per l’Italia, a trasmettere le gare di Parigi sarà la Rai, che si è accordata con la piattaforma della Warner Bros per una cifra intorno agli 80 milioni di euro e potrà mandare in onda 200 ore di gare. Rispetto al 2021, la tv di Stato ha ottenuto anche il diritto di trasmettere le gare in streaming.
A livello globale, le Olimpiadi spingono gli investimenti dei broadcaster sui diritti tv: nel corso del 2024 la cifra è da record e tocca quota 61 miliardi di dollari, sui quali pesa comunque anche la disputa, nel corso dello stesso anno, di altri grandi eventi sportivi come i Campionati Europei di calcio. Oltre ai servizi tradizionali, a concorrere per trasmettere i grandi eventi sono oggi anche altri attori, come le piattaforme di streaming.
La conseguenza è la frammentazione degli eventi, che sono suddivisi tra diversi gruppi. Ne consegue una maggiore difficoltà, per l’utente finale, nella fruizione delle competizioni, come in Italia avviene già da anni con il calcio, per il quale i diritti di trasmissione sono divisi tra diversi broadcaster. Gli utenti si trovano dunque costretti a sottoscrivere più abbonamenti e avere quindi maggiori costi. Per ovviare al problema, alcune società hanno sottoscritto degli accordi per presentare offerte congiunte. Come Sky e DAZN, che permettono agli abbonati al servizio di Comcast di vedere i canali del gruppo britannico sulla propria piattaforma.
Le retribuzioni
Gli atleti in gara alle Olimpiadi non ricevono pagamenti in denaro da parte del Comitato internazionale. Ciò non significa che gli sportivi non percepiscano alcuna cifra. Ogni partecipante può avere accordi di vario genere con i propri sponsor o avere un contratto professionistico con la propria società. In atri casi, è retribuito per la partecipazione dalla propria federazione di appartenenza o dalla federazione mondiale del proprio sport. Per lo più, i premi in denaro vengono riconosciuti agli atleti in caso di arrivo sul podio e, quindi, di vittoria di una (o più) medaglie.
Nel caso dell’Italia, il Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) riconosce a ogni atleta 180mila euro per una medaglia d’oro, 90mila euro per un argento e 60mila per il bronzo. Le stesse cifre stanziate nel 2021 durante i Giochi Olimpici di Tokyo, edizione del record delle 40 medaglie. Nella capitale del Giappone, i tanti successi azzurri sono “costati” al Comitato olimpico circa 7 milioni di euro in bonus per i propri atleti. Il CONI paga per ogni medaglia e per ogni singolo atleta, quindi negli sport di squadra il premio non viene diviso. Ad esempio, i quattro componenti della vittoriosa staffetta 4x100m del 2021 sono stati premiati con 180mila ciascuno.
I premi delle Federazioni nazionali
Quello tricolore è uno dei comitati nazionali più generosi, ma ve ne sono anche di ancora più munifici, in particolare nei Paesi orientali. Su tutti, Singapore: ogni atleta della Città-Stato riceve dalla propria federazione 600mila euro in caso di successo. I fondi impiegati arrivano da sponsor, donazioni e prelievi sul gioco d’azzardo, mentre gli atleti sono tenuti a versare in beneficenza una quota dell’incasso. In ogni caso, Singapore ha vinto appena cinque medaglie nella sua storia olimpica.
I premi in denaro sono meno diffusi tra le federazioni europee. Queste sostengono gli atleti in forme diverse: nel caso del Regno Unito, ad esempio, sono previste forme di sostegno alla carriera sportiva o sovvenzioni destinate alla federazione di cui questi fa parte. Sostegno che è fondamentale, dal momento che – tolti alcuni sportivi professionisti – molti atleti non possono sostentarsi con i guadagni della sola attività sportiva.
La novità dell’atletica
A partire da quest’edizione, inoltre, la federazione internazionale dell’atletica leggera (World Athletics) premierà direttamente i propri sportivi. Si tratta di una novità assoluta, che per il momento riguarderà soltanto i vincitori della medaglia più preziosa. Argenti e bronzi inizieranno infatti a essere premiati dalla World Athetics soltanto a partire dal 2028, quando si svolgeranno i Giochi di Los Angeles.
La cifra complessivamente stanziata è di 2,2 milioni di euro e a ognuno dei vincitori delle 48 specialità dell’atletica andranno 46mila euro. Diversamente da quanto previsto dall’Italia per i suoi alfieri, nel caso delle staffette o delle gare di gruppo, il premio verrà diviso tra i partecipanti. È comunque una novità assoluta a livello globale: nessuna federazione internazionale aveva mai pagato i successi dei suoi rappresentanti ai Giochi olimpici.
I più ricchi
Oltre alla folta schiera di sportivi che non riescono a vivere della propria disciplina, però, alle Olimpiadi presenzieranno anche diversi atleti professionisti che possono contare su guadagni stellari: da Jannik Sinner, che nel solo 2024 ha già messo in tasca oltre 5 milioni, ai colleghi Novak Djokovic e Rafael Nadal, i cui patrimoni sommati superano il mezzo miliardo.
Curiosamente, gli atleti con i patrimoni maggiori fanno parte del dressage, specialità che fa parte dell’equitazione: qui concorreranno le ereditiere danesi Agnete Kirk Thinggaard, bisnipote del fondatore della Lego, il cui patrimonio sfiora i 6 miliardi di euro, e Anna Kasprzak, appartenente a una dinastia di fabbricanti di scarpe internazionali, con una ricchezza stimata in 1,4 miliardi. Per trovare lo stipendio più alto, invece, bisogna guardare al golf: in quest’ultima disciplina, in gara ci sarà lo spagnolo Jon Rahm, che nel LIV Golf Tour ha un contratto da 520 milioni in tre anni.
La squadra italiana
A Parigi l’Italia si presenta con un contingente ben nutrito. In totale, saranno oltre 300 gli sportivi tricolori che cercheranno di conquistare le 5.084 medaglie in palio ai Giochi. Le maggiori soddisfazioni potrebbero arrivare dall’atletica leggera. Tra i nomi da tenere d’occhio, i campioni olimpici uscenti Gianmarco Tamberi nel salto in alto e Antonella Palmisano, specialista nella marcia: i due hanno brillato nei recenti Europei di Roma e sperano di ripetersi nella manifestazione francese.
Tra i giovani, i più in vista sono Larissa Iapichino e Mattia Furlani, entrambi specialisti del salto in lungo. Altro sport che può regalare grosse soddisfazioni in salsa tricolore è il ciclismo su pista maschile, dove il quartetto con Filippo Ganna, Filippo Lamon, Simone Consonni e Jonathan Milan è pronto a bissare le meraviglie di Tokyo. Attenzione anche al tennis: il summenzionato Sinner e Jasmine Paolini, qualche settimana fa, hanno disputato sugli stessi campi olimpici un ottimo Roland Garros e cercheranno sicuramente di ripetersi.
Altra disciplina in cui l’Italia olimpica potrebbe fare il pieno di medaglie è il nuoto, nel quale tra le diverse specialità concorreranno oltre 40 azzurri. Nella scherma, invece, saranno circa 30 i protagonisti tricolori a imbracciare spade, sciabole e fioretti. Grandi possibilità di successo azzurro ci sono inoltre nella pallanuoto, tanto maschile quanto femminile. Per il Setterosa, la partecipazione a Parigi vale doppio, visto che nel 2021, dopo quattro presenze olimpiche consecutive, non si era qualificato. Ma anche gli uomini, dopo le prestazioni incolori del precedente olimpico, avranno voglia di riscattarsi. E lo stesso vale per la pallavolo: entrambe le selezioni, nella scorsa edizione, sono state eliminate ai quarti di finale. Non ci sarà, invece, una rappresentanza calcistica. Gli azzurri del pallone mancano dalle Olimpiadi dal 2008.
Secondo le previsioni, l’Italia potrebbe portare a casa 47 medaglie, superando la cifra record delle 40 conquistate a Tokyo. La delegazione olimpica azzurra sarà ospitata al Pré Catelan, nel Bois de Boulogne. A portare la bandiera tricolore nel corso della cerimonia di apertura saranno il già citato Tamberi e la fiorettista Arianna Errigo, che nella sua carriera ha conquistato tre medaglie olimpiche: dopo l’argento individuale ottenuto a Londra nel 2012 e l’oro a squadre nella stessa edizione, a Tokyo nel 2021 ha centrato anche un bronzo a squadre.
L’inclusione
Alle oltre 200 delegazioni nazionali presenti a Parigi se ne aggiunge anche un’altra. Si tratta della Squadra Olimpica dei Rifugiati. Si tratta di atleti a cui questo status è riconosciuto dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite (UNHCR) e che competeranno regolarmente per conquistare medaglie e piazzamenti, con una propria bandiera. I componenti del team, che a Parigi saranno 36 e gareggeranno in 15 diverse discipline, sono sostenuti dal CIO con un’apposito finanziamento. L’esordio di questo peculiare team risale al 2016, ai Giochi di Rio de Janeiro. In quell’occasione, a rappresentarlo furono in 10, mentre a Tokyo, nel 2021, i componenti della selezione erano 56. Nelle precedenti partecipazioni olimpiche, l’équipe dei rifugiati non ha mai conquistato una medaglia.
I Giochi di Parigi saranno infine anche quelli della parità di genere, almeno numerica. Per la prima volta nella storia olimpica, infatti, il numero di donne e quello di uomini in gara sarà perfettamente identico. Dei 10.500 sportivi in gara, 5.250 saranno donne e altrettanti uomini. Si tratta di un obiettivo che il CIO aveva inserito nel 2014 tra i traguardi da raggiungere. Ma la cifra complessiva non deve ingannare: persistono ancora alcuni ostacoli alla piena parità. In alcune discipline, infatti, le quote di genere sono decisamente squilibrate. E, a livello globale, rimane ancora il gap retributivo tra uomini e donne. Aspetti, questi, su cui bisognerà ancora insistere. ©
Articolo tratto dal numero del 15 luglio 2024 de il Bollettino. Abbonati!