Campari scivola in Borsa del 20% nella prima metà dell’anno, dopo aver registrato un sonoro +36% nel primo semestre del 2023. Quali sono le cause? Il settore del lusso soffre l’inflazione e i liquori, considerati accessibili fino a poco tempo fa, iniziano a sembrare fuori budget.
L’incorporazione di Courvoisier
Ulteriore zavorra sulla performance è l’acquisto di Courvoisier, brand del cognac valutato 1,32 miliardi di dollari. Per sostenerla, la società ha offerto nuove azioni ordinarie per un controvalore di circa 650 milioni e un importo nominale di obbligazioni convertibili, con scadenza nel 2029, di circa 500 milioni. L’intenzione era quella di rafforzare il portafoglio del gruppo, con un quarto asse di sviluppo da affiancare ad aperitivi, bourbon e tequila. Ma il Mercato non l’ha presa bene ed ora il titolo galleggia intorno agli 8,5€.
Il trasferimento della sede legale
Ma i guai per il Gruppo non finiscono qui. L’Agenzia delle Entrate chiede 1,2 miliardi di euro in tasse alla holding lussemburghese Lagfin, che controlla il 51,3% delle azioni e il 38,8% dei diritti di voto della Campari. Secondo l’ente pubblico, il pacchetto di controllo della società milanese è stato trasferito dall’Italia al Lussemburgo senza pagare la exit tax.
Come è nata la Campari?
La storia del Gruppo inizia nel 1860, quando Gaspare Campari, inventa l’aperitivo rosso che prende il suo nome. Nel 1904 viene inaugurato il primo stabilimento produttivo a Sesto San Giovanni (MI). Sotto la guida di Davide Campari, figlio di Gaspare, l’azienda inizia ad esportare la bevanda, prima in Francia, poi oltremare. Negli anni ’90, con il consolidamento del Mercato globale delle bevande, il Gruppo inizia a costruire il suo portafoglio di marchi. Nel 1995 acquisisce la filiale italiana del gruppo olandese BolsWessanen, che distribuiva Crodino, Cynar e Lemonsoda. A cui seguono altre acquisizioni strategiche. Oggi è il sesto più grande player mondiale nel settore degli spirits premium, con un portafoglio di oltre 50 brand, commercializzati e distribuiti in oltre 190 Mercati. L’attuale capitalizzazione del Gruppo è di 10,4 miliardi di euro, -9,56% rispetto al valore di 11,5 mld del 2023. Mentre l’utile netto è passato dai 330,5 milioni del 2023 ai 415,3 milioni (stimati) del 2024, +25,67%. ©