Nel mondo di creme, maschere di bellezza e profumi, quattro valori aiutano a fotografare uno scenario più che positivo, anche grazie al modesto incremento dei prezzi, in cui il territorio rimane la chiave centrale per lo sviluppo. La produzione, in crescita di 13,8 punti percentuali, supera i 15,1 miliardi di euro. L’export, che rappresenta il 46% della produzione, cresce di oltre 20 punti percentuali, con un valore che oltrepassa i 7 miliardi di euro. La bilancia commerciale, invece, sempre sensibilmente in crescita, tocca la cifra record di 4,1 miliardi di euro. Il Mercato interno, infine, conferma un’ottima tenuta dei consumi (+9,4%) e registra numeri superiori ai 12,5 miliardi di euro (Fonte: Cosmetica Italia, Rapporto annuale 2024).
Ad arricchire questo scenario contribuisce la valutazione di altri tre aspetti: il fatturato della fliera cosmetica, il valore condiviso creato dal sistema della cosmetica in Italia e l’entità del sistema economico che vi ruota attorno. Il primo racchiude l’industria cosmetica, cui si uniscono le tappe a monte della catena di produzione, per un fatturato complessivo di 20,2 miliardi di euro. Il valore condiviso, invece, nel 2023 ha toccato i 28,5 miliardi di euro, ovvero l’1,37% del PIL italiano. Il sistema economico comprende invece la valutazione dell’intera filiera, fino alla distribuzione finale, per un valore complessivo del fatturato che raggiunge i 38,7 miliardi di euro.
Consumi ed esportazioni
Quanto ai consumi, il primato va alla Germania, con 15,9 miliardi di euro nel 2023, seguita dalla Francia (13,7 miliardi di euro). Terzo posto per l’Italia (12,5 miliardi), mentre quarto è il Regno Unito con 11 miliardi di euro. Segue la Spagna, quinta, con un valore prossimo a 10,4 miliardi di euro. L’indice di concentrazione conferma che questi primi 5 Paesi coprono circa il 60% del totale del Mercato europeo, che nel 2023 ha superato complessivamente i 95 miliardi di euro di euro, registrando una crescita di 8,6 punti percentuali.
Il dato delle esportazioni si conferma come quello più dinamico: crescono del 20,2% lo scorso anno, confermando un ritmo di crescita a doppia cifra. Aumenta anche il contributo dell’export alla crescita del fatturato totale dell’industria: nell’arco di vent’anni, il suo peso è raddoppiato, passando dal 23% del 2003 al 46% di fine 2023. Nello stesso periodo, se consideriamo il solo valore assoluto, le esportazioni di cosmetici Made in Italy sono quadruplicate passando da 1,8 a oltre 7 miliardi di euro. A livello territoriale, la Lombardia si conferma la Regione con la più alta densità di imprese cosmetiche: vi hanno sede oltre il 48% delle italiane. Seguono Emilia-Romagna (11,2%), Veneto (7,3%), e Toscana (6,2%). La Liguria invece si ferma all’1,5%.
Il territorio al centro
«Ligyes nasce da un profondo amore per il territorio ligure, quindi tutto quello che è la sua natura sia territoriale sia culturale, che è proprio insita nel nostro DNA. Il sogno era realizzare un brand per poter riuscire a valorizzare la Liguria. E poi con la passione per i profumi è venuta l’idea di realizzare qualcosa che potesse rappresentare questa Regione in qualcosa che non c’era mai stato prima. Non c’è mai stato un brand che ne rappresentasse l’identità, così particolare e unica. Si parla sempre di pesto e di focaccia, quando in realtà è una terra che può offrire e offre veramente molto di più», dice Giovannella Bonioli, Co-Founder di Ligyes.
Qual è l’idea che ha portato alla nascita della Startup?
«Paolo Montanaro, il mio socio, aveva già in mente di dare seguito a un progetto di valorizzazione della nostra Liguria. Poi ci siamo incontrati, tramite parentele e amicizie. Sapendo che stavo approfondendo l’argomento della profumeria, ci siamo trovati a parlarne insieme e a essere all’unisono su ogni sfumatura e dettaglio di questo progetto. Da lì, il sogno incomincia a diventare realtà perché si concretizzano le possibilità di avviare una macchina per nulla semplice. Eravamo consapevoli che ci saremmo inseriti in un Mercato già abbondantemente rappresentato. Però la nostra forza è legata al fatto che vogliamo rappresentare un territorio dalla forte vocazione culturale. Deriva dall’internazionalità di una Genova che dal Medioevo fino al 1500-1600 è stata un po’ la New York europea per il tipo di rotte, scambi e quindi di contaminazioni che si riflettono ancora oggi».
In questo processo quali sono state le criticità principali?
«Ci sono voluti due anni di lavoro. Il problema principale è più che altro riuscire a comunicare, per quanto riguarda ad esempio le fragranze, il brief al profumiere. E quindi avere un rimando che in qualche modo concretizzasse il nostro pensiero. Noi nasciamo da zero e non siamo esperti del settore. Siamo partiti solo come appassionati. Le criticità le abbiamo riscontrate soprattutto a mano a mano che ci addentravamo nell’aspetto produttivo».
Da dove nasce il nome della vostra azienda?
«È il termine con cui sono stati designati i liguri da parte dei greci e dai popoli naviganti fondatori di colonie in giro per il Mediterraneo che hanno fatto nascere la colonia di Marsiglia. Nell’avvicinarsi e nel percorrere le le acque territoriali che dalla Grecia costeggiano la Liguria, incontrarono questa popolazione, in realtà non più di un insieme di tribù che vivevano ognuna con il proprio re in modo molto disgregato».
Qual è il vostro background accademico e professionale?
«Io sono laureata in Filosofia, con tesi sulle Religioni dei Popoli Primitivi: ho una formazione assolutamente letteraria. Sono nata a Genova e ho sempre vissuto qui. Sono appassionata di profumi da quando sono bambina. Poi ho iniziato a studiare, ho fatto un corso specifico e mi sto specializzando nel settore. Paolo, invece, è un medico veterinario, appassionato e innamorato di profumi, territorio e natura. Si definisce un ligure viscerale, perché ama la sua terra con la capacità anche di osservarne tutte le criticità e i limiti. Ha lavorato e studiato in giro per il per il mondo, tra Inghilterra e Stati Uniti, mentre oggi lavora a Bergamo».
Cosa raccontano le fragranze della vostra terra e del vostro territorio?
«La prima è dedicata a Giano, considerato a livello mitologico il fondatore di Genova nel Medioevo. La scelta delle fragranze persona e ambiente è legata sia a ispirazioni territoriali ma anche a storie tipicamente liguri che si legano a persone, personaggi ed eventi. È uno storytelling che entra nel vivo di quella situazione che ha lasciato traccia nella storia della città. Quindi è un recuperare la storia a livello olfattivo, attraverso un profumo. E non è la sola Liguria, ma sono anche tutte le rotte internazionali che ha avuto nei secoli».
Come vi state inserendo nel Mercato?
«Siamo un brand di medio-alto livello. Abbiamo scelto una fascia superiore semplicemente perché, essendo un settore abbastanza sviluppato, non volevamo avere limiti nell’utilizzo delle materie prime, essenziali nella palette del profumiere. L’idea è di vendere tramite e-commerce, profumerie artistiche di nicchia, Concept Store ed eventualmente hotel dove presentare anche le profumazioni per ambienti. Quindi un Mercato molto mirato, non di massa».
Come vi relazionate con i partner e gli investitori?
«È complesso. C’è voluto del tempo per far capire la nostra visione e lo stiamo facendo ancora adesso tramite alcuni eventi. Nei prossimi tre o quattro anni, vorremmo focalizzare la nostra attenzione sulla costruzione del brand. Quanto agli investitori, noi ci stiamo autofinanziando e non abbiamo alcun finanziatore esterno, perché al momento vogliamo essere liberi di poter portare avanti il nostro progetto».
Il vostro modus operandi?
«Facciamo molta autocritica, forse esagerando anche un po’, a volte: è per questo che abbiamo impiegato molto a uscire con la prima collezione. Vogliamo lavorare lentamente, per prodotti di qualità e che rispettino la nostra voglia di raccontare la Liguria in maniera puntuale. Ligyes è una Lifestyle House. Siamo partiti con profumi per persone e ambiente. Ma è prevista nel nostro sviluppo anche la produzione di accessori per persona e casa, anche qui con progetti molto mirati e curati, con molta ricerca».
Il business dell’online e il legame con il territorio
Il Beauty continua a fare da traino all’economia del Paese. Soprattutto in ottica di sviluppo e innovazione. Eppure le sfide che si prospettano sono ancora molte. Le Startup iscritte alla relativa sezione speciale del Registro delle imprese, al 2 ottobre 2023, sono risultate pari a 13.756, in calo del 3,6% – equivalente a 508 unità – rispetto al 31 dicembre 2022. Questa l’evidenza dell’ultima relazione annuale del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
L’eCommerce in Italia
Anche la crescita dell’eCommerce B2C in Italia non si è arrestata, ma ha calato il ritmo. La stima sul fatturato complessivo del 2024 si attesta sui 58,8 miliardi di euro, con un aumento del +6% rispetto al 2023, contro una variazione dell’anno precedente del +13% (fonte: Osservatori Politecnico di Milano). Ed è proprio la cosmetica, e più in generale il settore Beauty, a rappresentare nel 2023 uno dei comparti più dinamici del commercio elettronico di prodotto. Nel complesso, gli acquisti online nel Beauty hanno raggiunto un valore di 1,3 miliardi di euro, rappresentando il 4% del fatturato dell’e-Commerce di prodotto. Quasi la metà degli acquisti relativi al Beauty online è generata da prodotti per la cura della persona (ad esempio accessori, creme solari, struccanti, creme per il corpo) e di igiene (ad esempio bagnoschiuma, deodoranti premium non presenti al supermercato). La restante parte è composta da profumi e da prodotti di make-up.
E si prevede che, tra il 2022 e il 2027, lo shopping online nel comparto crescerà del 12% annuo (fonte: McKinsey & Company). Questo aumento porterà gli acquisti digitali a rappresentare un quarto del volume totale delle vendite nel settore entro il 2027, segnando un cambiamento sostanziale nelle abitudini dei consumatori e nelle strategie delle aziende. Secondo l’ultimo studio di Casaleggio Associati, in media un sito di e-Commerce italiano lo scorso anno è cresciuto (+27,14%) sopra le aspettative di inizio anno degli operatori. E il fatturato raggiunge oltre 1,4 miliardi di euro nella categoria “Salute e Bellezza”.
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📸 Credits: Canva.com
Articolo tratto dal numero del 1 dicembre 2024 de il Bollettino. Abbonati!