venerdì, 29 Marzo 2024

Il second hand vola in Borsa: da Gucci a Burberry, i marchi del lusso si reinventano nell’e-commerce

The second hand is the new black. Il re-commerce vale milioni ed è la prossima grande novità del mercato del lusso. E i più importanti brand di questo settore, che erano soliti prendere le distanze dal mercato dell’usato, sono balzati sul carro dei vincitori. Gucci è tra questi: all’inizio di ottobre, The RealReal, il colosso di e-tailer americano specializzato nella vendita di beni di lusso second hand, ha annunciato una partnership con la maison, aggiungendosi così a Burberry, Stella McCartney e Jonathan Cohen, per aprire, sulla sua piattaforma, un e-shop dedicato entro la fine dell’anno, con 2.000 prodotti, dall’abbigliamento uomo e donna a borse e scarpe, fornite sia da utenti sia dalla griffe stessa.
La pandemia COVID-19 è stata la più grande battuta d’arresto affrontata dal settore del lusso in questo secolo, con cali delle entrate in percentuali variabili nei primi due trimestri dell’anno. Basti pensare che nei risultati del terzo trimestre appena pubblicati di LVMH, i ricavi dei primi nove mesi del 2020 sono diminuiti del 21%. E, chiaramente con la nuova ondata di coronavirus che colpisce tutto il mondo, l’impatto di questa epidemia potrebbe durare più a lungo di quanto inizialmente stimato dal mercato.


Però la pandemia ha anche ispirato cambiamenti nel comportamento dei consumatori. Il mercato della rivendita di lusso di seconda mano online è emerso come un vincitore silenzioso: in questi tempi incerti, i consumatori di prodotti di alto livello, si sono rivolti alla vendita al dettaglio di seconda mano come opzione più economica e accessibile e più sostenibile.
Il Resale Report 2020, pubblicato dalla piattaforma il cui giro d’affari è stimato intorno a un valore di più di 500 milioni di dollari e approdato a Wall Street nel giugno 2019 – quotazione al Nasdaq – con un valore di 2,39 miliardi nel giorno del debutto, valore poi assestatosi su circa 1,4 miliardi di dollari, mostra che l’industria della rivendita, pur non rimanendo immune dagli effetti della pandemia, ha ottenuto anche dei risultati positivi.
Secondo il bilancio del secondo trimestre di The RealReal, il valore lordo della merce era di 182,8 milioni di dollari, in calo del 20% rispetto allo scorso anno. Le entrate totali registrate sono scese di circa il 21% a 57 milioni di dollari e la perdita netta è stata di 42,9 milioni di dollari, collocandola al di sopra della stima iniziale degli analisti di 35,5 milioni di dollari.
Ma altri dati hanno mostrato la resilienza della piattaforma: gli acquirenti attivi sono cresciuti per l’undicesimo trimestre consecutivo (a un tasso annuo del 24%) e la piattaforma ha guadagnato 10.000 utenti nel secondo trimestre nonostante i budget ridotti.
I protagonisti del mercato del re-commerce online hanno attirato l’attenzione degli investitori negli ultimi tempi. Vestiaire Collective, la piattaforma francese di resale che oggi ha oltre 10 milioni di utenti nel mondo, ha raccolto 64,2 milioni di dollari in un nuovo round di finanziamenti nell’aprile di quest’anno e nei dati del report “The smart side of fashion” snocciola alcuni dati interessanti su quanto successo nel mese di maggio 2020: i depositi sono aumentati fino all’88 % rispetto al mese precedente e sono stati registrati il 119% di ordini in più rispetto a maggio 2019. A giugno, a livello globale i depositi sono saliti del 100% mentre gli ordini sono saliti del 144 per cento.


Rebag, il portale di e-commerce di borse e accessori di seconda mano, ha raccolto 15 milioni di dollari in un round di finanziamenti a maggio; mentre la divisione investimenti di Huda Beauty ha acquisito una quota (il valore è sconosciuto) nella società di rivendita di abbigliamento The Luxury Closet, con sede a Dubai.
A leggerla così, potrebbe sembrare la pandemia il catalizzatore nel convincere alcuni consumatori a fare acquisti di seconda mano, ma non è l’unico fattore. La recente attenzione alla sostenibilità all’interno dell’industria della moda ha svolto un ruolo importante nel far avanzare anche questo modello di business.
Secondo un rapporto di McKinsey & Company e Global Fashion Agenda, ogni punto percentuale di aumento nel mercato dell’economia circolare – inclusi noleggio, rivendita, riparazione, ristrutturazione – potrebbe ridurre le emissioni dell’industria della moda di 13 milioni di tonnellate di CO2 entro il 2030, il che rappresenta l’8,5% della riduzione totale delle emissioni globali pianificata.
Ed è proprio questa economia circolare che ha già conquistato e sta continuando a conquistare i consumatori, che stanno diventando sempre più consapevoli non solo scegliendo marchi che producono con pratiche sostenibili, ma partecipando loro stessi all’economia circolare, riciclando e “riusando”. E, chiaramente, essendo la natura stessa del settore del re-commerce in linea con il crescente senso di coscienza ambientale delle giovani generazioni, i numeri non possono che aumentare.


Chiaramente, nel mercato del lusso, la partnership con marchi importanti è fondamentale per dare credibilità e fiducia a chi acquista. L’entrata di Gucci su The RealReal, indica da una parte l’impegno della casa di moda italiana per la sostenibilità, dall’altra permette di creare una percezione di autenticità nel consumatore che utilizza la piattaforma.
La presenza della maison italiana è certamente un segno importante del crescente interesse dei principali marchi di lusso per le piattaforme di rivendita online. Tuttavia, l’attività di rivendita nelle categorie prêt-à-porter, calzature e accessori è ancora agli inizi. Il settore, comunque, ha ancora notevoli margini di crescita e secondo GlobalData, il settore della rivendita raggiungerà probabilmente un valore di 36 miliardi di dollari entro il 2024, quintuplicando i 7 miliardi di dollari nel 2019.
E se anche i marchi di fascia media come COS e Levi’s hanno già lanciato piattaforme di rivendita del proprio marchi, qualunque sia la motivazione, pandemia, sostenibilità o pura redditività, il futuro del re-commerce nella moda, sembra davvero promettente.