Egitto e Arabia Saudita insieme per un progetto di interconnessione elettrica da 1,8 miliardi. Una volta completato, Riyad e Il Cairo potranno scambiarsi fino a tremila megawatt/h di energia. «Siamo orgogliosi e determinati a implementarlo secondo i più alti standard e il prima possibile», ha detto il Principe saudita Abdulaziz bin Salman, Ministro di Stato per gli Affari Energetici. Orascom Construction e Hitachi ABB Power Grids si occuperanno dei lavori in Egitto, mentre un consorzio separato di Hitachi ABB e SSEM (Saudi Services For Electro Mechanic Works co.) seguirà le operazioni nel Regno del Golfo. Il progetto di interconnessione in corrente continua ad alta tensione da 500 kV prevede tre stazioni di conversione, due nello Stato della penisola arabica, a Medina e Tabuk, e una terza a Badr, a Nord-Est del Cairo. Le stazioni saranno poi legate tra loro tramite linee aeree di trasmissione e 22 chilometri di cavi sottomarini nel Golfo di Aqaba. Progettazione, fornitura, installazione e collaudo saranno affidati a una società italiana: il gruppo Prysmian, attore di grandezza globale nel settore dei sistemi in cavo per la corrente e le telecomunicazioni. Una volta realizzato, il piano di collegamento elettrico fornirà energia a circa 20 milioni di abitazioni egiziane e 2,3 milioni di nuclei familiari sauditi, stando ai dati diffusi da Hitachi ABB. I lavori dovrebbero iniziare il prossimo anno: il completamento della prima fase è previsto per la fine del 2024, con una capacità di 1,5 GW/h, mentre il termine delle operazioni è fissato per metà 2025. Il progetto sarà finanziato dal Kuwait Fund for Arab Economic Development, dall’Arab Fund for Economic Development e dalla Islamic Development Bank, e verrà sostenuto con le risorse della Egyptian Electricity Transmission Company, mentre Il Cairo stanzierà circa 600 milioni di dollari. Per l’Egitto, l’obiettivo è diventare un hub energetico globale per lo scambio di corrente con l’Europa, i Paesi arabi e quelli africani. Secondo quanto riferito da Mohamed Shaker, Ministro dell’Elettricità e delle Fonti Rinnovabili, infatti, la produzione nazionale attualmente ammonta a circa 60.000 megawatt/h, il 25% in più rispetto al suo fabbisogno: un buon surplus da destinare all’esportazione. Il Paese del Nilo sta volgendo l’attenzione anche verso la vicina Libia – con un rafforzamento della linea di interconnessione già esistente – oltre a Giordania e Sudan. Inoltre, sono stati avviati studi per un piano di collegamento elettrico con Cipro – della capacità di 2.000-3.000 MW/h – che consentirebbe di connettere lo Stato nordafricano con l’Europa intera. «Il progetto dimostra la profondità delle relazioni che legano Riyad e Il Cairo, oltre a rappresentare un corridoio per l’Asia. Il risultato raggiunto ci permette di valutare un futuro legame nell’ambito delle fonti rinnovabili, in più stiamo esplorando la possibilità di creare un “ponte energetico” anche con il continente africano e i Paesi europei», ha spiegato Mohamed Shaker. Per il Regno Saudita, il memorandum d’intesa con l’Egitto si colloca nel programma Vision 2030, piano di sviluppo economico e sociale che mira a rafforzare il settore energetico non petrolifero. L’ambizione del Principe ereditario Mohammed bin Salman è quella di costruire la più grande rete elettrica dell’area MENA (Middle East and North Africa) attraverso progetti di interconnessione, trasformando Riyad in un centro regionale per la fornitura di corrente. In più, l’Arabia Saudita vede nell’accordo la possibilità di consolidare la propria posizione nel Mar Rosso, teatro geostrategico di rilevanza crescente, specialmente in termini marittimi, in quanto crocevia strategico per i traffici globali da e verso l’Europa e l’Asia, e ponte naturale tra Mediterraneo e Oceano Indiano. «Il risultato raggiunto è un passo importante verso il rafforzamento dell’unione fraterna tra i nostri due Paesi, il primo tassello di un’azione araba congiunta che aprirà la strada alla cooperazione con altre nazioni», ha affermato il Ministro dell’Energia saudita. ©
Sara Teruzzi
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