venerdì, 19 Aprile 2024

ROSSI, EUCLIDEA: «Boom degli ESG, occhio però alla trasparenza»

 

L’effetto Greta irrompe anche nel mondo della finanza. Boom degli ESG, occhio però alla trasparenza. Dopo anni di investimenti “selvaggi” e senza scrupoli, si sta diffondendo anche tra portafogli e dividendi una coscienza sociale. Negli ultimi anni sono esplosi gli investimenti ESG, ovvero legati a tematiche ambientali, sociali e di governance aziendale. ESG è l’acronimo di Environmental, Social and Governance e si riferisce a questi tre fattori centrali nella misurazione della sostenibilità di un investimento. E non sono solo moda del momento. Un solco è stato segnato e indietro non si torna. «Le società quotate devono adeguare il proprio modo di governare l’azienda secondo questi criteri. Quindi questi si sono di fatto spostati verso una maggiore sostenibilità», spiega Stefano Rossi, Chief executive officer di Euclidea.

Le aziende cambiano, come gli investimenti e la coscienza civile di chi investe

«Indubbiamente sì perché questi fondi che investono secondo i criteri Esg hanno raccolto e stanno raccogliendo molto da un punto di vista di capitali. Quindi hanno più soldi da investire in quelle aziende che li rispettano. Tutte le realtà adesso devono avere un bilancio di sostenibilità. È un momento storico particolarmente interessante non solo ovviamente da investitore ma anche come cittadino. Non possiamo che essere contenti che ci siano degli sviluppi favorevoli per la società».

Non a caso si è parlato di effetto Greta

«Penso proprio di sì. Alla fine, le aziende quotate sanno che devono adeguarsi in fretta. Perché se vogliono avere accesso a quei capitali che vengono indirizzati solo verso chi rispetta determinati criteri, devono far vedere dove hanno investito i soldi. E che genere di impatto sociale hanno avuto quegli investimenti e quali sono le regole all’interno dell’azienda dal punto di vista di governance».

Per anni nel pensiero collettivo si è pensato che il mondo della finanza fosse brutto, cattivo, speculativo, senza scrupoli né riguardo verso il mondo. Allora non è così…

«Come tutti gli ambienti, anche la finanza ha aspetti positivi e meno positivi. Quanto sta accadendo va verso la direzione della trasparenza, obbliga di fatto a dimostrare e far vedere che con quei soldi sono stati fatti dei progetti positivi. Quando uno dice inquino meno, piuttosto che assumo persone giovani o che ho un impatto sociale sulla popolazione che abita nella stessa città dove c’è l’azienda, sono tutti elementi estremamente interessanti per andare verso un mondo più positivo».

Parlava di trasparenza. Quanto è importante?

«Fondamentale, anche grazie a strumenti che aiutano l’investitore finale, come la legge Mifid che dovrà essere rispettata da tutti ed è un’ottima notizia per il risparmiatore.  Purtroppo, molto spesso le banche non spiegano e non raccontano bene che cosa succede con i loro investimenti, se non con clausole quasi illeggibili… Pensano che i clienti abbiano veramente le orecchie e gli occhi tappati ma non è così, sempre più persone si stanno informando bene su cosa vogliono fare coi loro soldi e soprattutto vogliono capire come vengono gestiti». 

Per voi investitori è un problema?

«Al contrario, per noi è un vantaggio enorme perché puntiamo tutto sulla trasparenza. Noi forniamo i migliori strumenti per dare la possibilità al cliente finale, che chiaramente non ha le competenze o la voglia di controllare quali siano i migliori fondi per fare un determinato investimento, di sapere tutto in maniera chiara e precisa, senza possibili sorprese negative. Abbiamo un nostro algoritmo che seleziona gli strumenti poi abbiamo i dati che noi acquistiamo, siamo il secondo compratore di dati più grosso in Europa dopo JP Morgan…».

Una volta investire era un privilegio per pochi, voi avete anche altri target…

«Il nostro limite minimo di investimento è di 5mila euro. Abbiamo l’idea che anche la “casalinga di Voghera” possa arrivare a comprare un prodotto di classe iper-istituzionale solitamente riservato a chi dispone di un certo ammontare. Attraverso questo metodo noi diamo la possibilità di avere una dignità di risparmio anche a persone che hanno pochi soldi da investire. Tutti quanti si impegnano a dare sempre più soldi a chi è già ricco e in realtà si dimenticano che la maggior parte dei risparmiatori italiani non ha disponibilità enormi. Ecco, noi vogliamo rispondere a tutti, dal giovane che oggi inizia a lavorare e che deve mettere da parte i soldi per comprare la prima casa, al lavoratore dipendente fino, appunto, alla casalinga». ©

Mariano Boero