Niente più demolizioni, ma recupero: un sito industriale rigenerato ospita i Giochi di Pechino. Un grande progetto di riconversione architettonica e rinnovo urbano che porta la firma italiana del Politecnico di Torino. Oltre 9 milioni di metri quadrati per quella che un tempo era la più grande acciaieria della Cina. Oggi, nell’ex zona produttiva di Shougang – alle porte della capitale – si trova l’imponente Visitor Center, che accoglie atleti e giornalisti da tutto il mondo per i Giochi Invernali 2022. «Si tratta di una trasformazione impressionante del paesaggio», ha commentato Michele Bonino, architetto e docente dell’Ateneo piemontese. Il suo team ha partecipato a un piano congiunto con la Tsinghua University per la ricostruzione dell’area ed è l’unico gruppo non cinese ad aver collaborato alla progettazione degli spazi per questa manifestazione sportiva.
UN’OLIMPIADE SOSTENIBILE
Un paesaggio post-industriale per un’Olimpiade circolare, la prima carbon neutral della storia. La Repubblica Popolare ha promesso un totale adeguamento alle tematiche ambientali e, in linea con il Piano di Sostenibilità del Beijing Organizing Committee for the Olympic Games (BOCOG), diversi spazi del 2008 sono stati riutilizzati. «Pechino 2022 ha messo al primo posto la tutela ecologica, la conservazione delle risorse, l’impiego delle energie rinnovabili e il rispetto per l’ambiente. La Cina vuole offrire Olimpiadi verdi, inclusive, aperte e pulite», ha dichiarato il Presidente del BOCOG, Liu Qi.
IL VISITOR CENTER: RECUPERO E RIGENERAZIONE URBANA
Per 91 anni, l’area di Shougang è stata il centro dell’attività di Shougang Group, la più grande acciaieria di Stato cinese. Dismessa il 13 gennaio 2011 per ridurre l’inquinamento atmosferico nella capitale, oggi è la sede del BOCOG, oltre che di uno dei due siti urbani dove si tengono le gare di Big Air (freestyle skiing e snowboard). Il Visitor Center – 11 mila metri quadrati nel cuore del cluster olimpico – è nato dal recupero di una parte dell’area, la Oxigen Factory: a progettarlo, un gruppo di ricercatori e ricercatrici del Politecnico di Torino. La realizzazione dell’edifico che, con le sue luminose vetrate, permette ai visitatori di ammirare dall’alto le piste, ha seguito il principio circolare del riutilizzo delle risorse esistenti, anche per contenere i costi.
«Abbiamo mantenuto lo scheletro della vecchia fabbrica. Al suo interno, un nuovo volume di cemento e vetro pensato per rimanere sospeso da terra: grazie a una soluzione strutturale innovativa, lascia il pianterreno quasi libero da appoggi, creando una piazza pubblica coperta che accoglie i visitatori all’inizio della loro esperienza olimpica», ha spiegato Michele Bonino.
I DETTAGLI DEL PROGETTO
Le cose sono cambiate dal lontano 2008, quando 1,5 milioni di abitanti erano stati dislocati per fare posto agli impianti che avrebbero ospitato le gare. Questa volta le competizioni si tengono ai margini della zona metropolitana di Pechino. «Il piano era quello di costruire un nuovo quartiere, ma la richiesta era chiara: bisognava concentrarsi sul riuso, sul recupero degli spazi, e ottenere quindi l’idea di una fabbrica che rinasce per accogliere altre realtà. Il cambiamento è impressionante: l’area oggi ha un aspetto rinnovato, ma allo stesso tempo rimane quella di sempre: ci sono ancora gli altoforni, il Visitor Center è ricavato da un’ala della Oxigen Factory».
UNA NUOVA IDEA DI CITTÀ
Il nuovo paradigma urbano nella Repubblica Popolare riflette un’idea diversa sullo scopo delle città, ormai lontana dall’immagine di ghost town – un enorme agglomerato di strade, palazzi e grattacieli costruiti ex novo, e per lo più disabitati. Questi progetti rappresentano una rivincita sulla speculazione edilizia. Qual è, allora, il futuro della zona di Shougang una volta finite le Olimpiadi? «Niente è ancora certo, però l’obiettivo è farne un quartiere di servizi e un centro di ricerca per lo sport. Non solo riutilizzare gli spazi per concerti o skate park all’aria aperta, ma attirare l’attenzione dei giovani ricercatori sul tema delle discipline sportive. L’area diventerà il manifesto di una nuova Cina, quella in cui il governo ambisce a far riscoprire l’esercizio fisico, la salute e l’ambiente ai cittadini. È un invito a uno stile di vita più sano e a contatto con la natura». ©
Sara Teruzzi
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