Mentre i prezzi di petrolio, gas e carbone continuano a salire, all’orizzonte energetico europeo appare un nuovo (si fa per dire) possibile supplier: l’Iran.
BLOCCO USA E PREZZI ALLE STELLE, L’EUROPA CERCA ALTERNATIVE
All’annuncio di Stati Uniti e Gran Bretagna dello stop alle importazioni di petrolio e gas russo, rispondono i mercati. Il prezzo del greggio che si avvicina sempre più al record assoluto di 147,5 dollari al barile raggiunto nel 2008. E risponde Vladimir Putin, minacciando di chiudere i rubinetti energetici verso l’Europa. Ma se per gli Usa il blocco potrebbe avere un valore prevalentemente simbolico e un effetto modesto (l’import di petrolio dalla Russia rappresenta il 3% del totale), nel Vecchio Continente la minaccia del Cremlino desta notevole preoccupazione. L’Europa dipende da Mosca per il 40% del gas naturale e per quasi il 30% del greggio. Così le diplomazie dei Paesi dell’Unione si sono attivate per cercare fornitori alternativi.
L’IRAN, IL PETROLIO E L’ACCORDO SUL NUCLEARE
In questo scenario, oltre ai noti Azerbaijan e Turchia, l’Europa potrebbe rivolgersi al fertile mercato energetico iraniano per sopperire ai tagli di Mosca. Le raffinerie di Grecia, Italia e Spagna hanno acquistato greggio iraniano in passato, ma hanno dovuto trovare sostituti come la Russia quando gli Stati Uniti sono usciti dall’accordo sul nucleare iraniano e hanno ripristinato le sanzioni contro Teheran nel 2018. Inoltre, negli ultimi anni l’Iran si è posizionato come hub energetico regionale, esportando petrolio verso Cina e India e stringendo accordi per le forniture con i partner regionali (l’ultimo in ordine di tempo con l’Iraq poco più di un mese fa).
Con l’aggravarsi della crisi tra Russia e Ucraina e con i colloqui sul nucleare ripresi a Vienna all’inizio di febbraio, Stati Uniti e Iran potrebbero presto trovare un accordo e aprire la strada a nuovi possibili accordi tra Europa e Teheran. Sempre che si riescano a evitare i bastoni russi ben posizionati tra le ruote dei negoziati. Lo scorso fine settimana il ministro degli Esteri di Mosca Sergei Lavrov ha affermato che il Cremlino vuole garanzie dagli Stati Uniti che il suo commercio, gli investimenti e la cooperazione tecnico-militare con l’Iran non saranno ostacolati dalle sanzioni imposte alla Russia. Cosa che in uno scenario in cui tutti gli attori sono molto più inclini a chiedere che a concedere, complica notevolmente le cose.
Sara Zolanetta
LinkedIn Sara Zolanetta
Twitter @fataverdina
Photo by Patrick Hendry on Unsplash