Abbonati
domenica, 28 Maggio 2023

Eurobond: il conflitto russo-ucraino sprona le diplomazie europee

L'ipotesi eurobond torna a far discutere dopo l'invasione dell' da parte della . Le conseguenze della guerra metteranno pressione sui debiti pubblici dei Paesi europei, soprattutto quelli dell'area mediterranea. Il nord si oppone compatto ma i movimenti di mercato confermano che si è aperto uno spiraglio.

GUERRA UCRAINA: PEGGIORA LO SCENARIO MACROECONOMICO

L'invasione dell'Ucraina ha conseguenze negative sullo scenario macroeconomico mondiale e soprattutto europeo a causa della dipendenza dalle forniture di idrocarburi dalla Russia. Il prezzo del è volato alle stelle: toccati a inizio marzo i 345 euro/megawatt contro i 15-20 dello stesso periodo del 2021. Anche altre materie prime hanno subito forti rialzi mentre alcuni prodotti sono scomparsi dagli scaffali dei supermercati, come l'olio di semi di girasole: l'Italia ne importava oltre il 60% dall'Ucraina.

Tutto ciò determina ulteriori pressioni al rialzo sull'inflazione, già salita su livelli ultradecennali a causa delle criticità create dalla pandemia. Il balzo dei prezzi delle materie prime e dell'inflazione ha alcuni effetti negativi sui budget statali. I governi sono costretti ad aumentare le spese per alleviare il peso delle bollette energetiche: in Italia dal 1° aprile le utenze per elettricità e gas sono un po' più leggere – meno 10% circa – ma si tratta del primo calo dopo ben 6-7 trimestri di aumenti.

Un ulteriore aggravio per i conti pubblici arriva poi dall'ascesa dei tassi d'interesse. Il rialzo dell'inflazione, che fino a prima dell'invasione russa era considerato un fenomeno temporaneo, sembra ora più strutturato. Questo comporta uno spostamento verso l'alto della stima sull'inflazione futura, ovvero una delle componenti determinanti dei tassi a medio-lungo termine. In altre parole gli interessi passivi sui titoli di Stato salgono e creano un danno per le finanze pubbliche. Infine, il conflitto Russia-Ucraina ha indotto gli Stati europei ad annunciare incrementi consistenti delle spese militari. A tutto questo aggiungiamo che un rallentamento della crescita sembra scontato: anche per questo fattore il rapporto debito/ è destinato ad aumentare.

SPREAD SOTTO CONTROLLO: EFFETTO EUROBOND?

La naturale conseguenza di queste dinamiche dovrebbe essere – soprattutto per l'Italia – un netto incremento dello . Un peggioramento dei conti pubblici rende infatti il debito tricolore più rischioso rispetto a quello del Paese benchmark, ovvero la Germania. Pertanto il differenziale di rendimento tra e a 10 anni avrebbe dovuto aumentare sensibilmente. Invece lo spread, dopo aver toccato il massimo da giugno 2020 a 178 bp il 24 febbraio – giorno dell'inizio dell'invasione dell'Ucraina – ha progressivamente perso terreno verso area 140, per poi recuperare sui 170 ma restando ben al di sotto dei livelli di febbraio.

Sono movimenti incoerenti con il quadro macroeconomico e geopolitico prima descritto: qual è la spiegazione? Molto probabilmente il mercato ha iniziato a scontare la possibilità che i Paesi dell'unione monetaria decidano di emettere eurobond per finanziare le spese extra in armamenti e sostegni per consumatori e imprese oppressi dal caro-energia. Paesi come Spagna e soprattutto Italia trarrebbero notevole vantaggio dalla mutualizzazione del debito: per questo gli spread – anche quello della Spagna – sono scesi con l'avvio del conflitto Russia-Ucraina.

DIPLOMAZIE AL LAVORO SUGLI EUROBOND

L'ipotesi eurobond è quindi sul tavolo e – a quanto risulta dalle cronache – è stata discussa nel corso della riunione informale dei capi di Stato o di governo a Versailles circa un mese fa. Sarà però molto difficile convincere la Germania e i cosiddetti Paesi frugali: Olanda, Austria, Danimarca, Svezia ne costituiscono il nucleo storico, poi si sono aggiunti Finlandia, Lettonia, Repubblica Ceca e Slovacchia. Dal loro punto di vista mutualizzare il debito con Paesi poco virtuosi dal punto di vista del rigore dei conti è qualcosa da evitare assolutamente. Nondimeno, se esistono progetti comuni che richiedono investimenti sembra logico che le risorse vengano procurate mediante emissioni di debito dell'Unione Europea.

Ne è un esempio il , lo strumento temporaneo per la ripresa post Covid-19 da oltre 800 miliardi di euro. Di questi, circa 340 verranno finanziati con l'emissione dei NextGenerationEU green bonds e dei social bond del programma SURE. Nella conferenza stampa che ha chiuso i lavori a Versailles il presidente francese Emmanuel Macron ha lasciato la porta aperta alla possibilità di utilizzo degli eurobond per sostenere i programmi di spesa necessari a rafforzare la sovranità della UE messa a dura prova dagli ultimi eventi geopolitici. Per Macron, una volta trovato l'accordo sugli obiettivi da raggiungere, la scelta degli strumenti sarà una conseguenza naturale. Premono nella direzione degli eurobond i Paesi dell'area mediterranea Italia, Spagna, Portogallo e Grecia: Mario si è più volte speso per sostenere l'emissione di titoli europei. ©

Simone Ferradini

Twitter: @SimoneFerradini

LinkedIn: @SimoneFerradini

Foto: Dusan Cvetanovic da pixabay

Rilevato Adblocker

Caro utente, abbiamo notato che stai utilizzando un adblocker. Ti chiediamo gentilmente di disattivarlo per supportare il nostro lavoro e permetterci di offrirti contenuti di qualità gratuitamente.

Refresh Page