Dalla Cina, la notizia della decisione improvvisa di tre banche di congelare tutti i conti correnti, per un totale stimato di 1,5 miliardi di dollari. Le società clienti non possono pagare gli stipendi ai dipendenti, e alle persone è negato l’accesso ai propri risparmi. Le banche, con sede nella provincia centrale dell’Henan, hanno fornito scarse informazioni sul perché o per quanto tempo, lasciando i correntisti completamente all’oscuro dei propri movimenti. «La cosa che mi fa più rabbia è che nessuno ci ha dato una spiegazione», ha commentato Tony Qian, un consulente per gli investimenti dello Zhejiang. Qian non può accedere ai 20 milioni di yuan affidati alla Yu Zhou Xin Min Sheng Village Bank che aveva risparmiato per l’acquisto di una proprietà.
Nessuna dichiarazione
Yu Zhou Xin Min Sheng Village Bank, Shangcai Huimin Country Bank e Zhecheng Huanghuai Community Bank hanno congelato tutti i depositi il 18 aprile (ma la notizia emerge solo ora fuori dalla Cina), giustificando il blocco con la necessità di aggiornare i sistemi interni. «Da allora, non hanno emesso alcuna comunicazione in merito», spiega la clientela. I tre istituti si sono chiusi nel silenzio e non rispondono a e-mail e telefonate delle agenzie di stampa. «Stiamo esaminando la questione», aveva affermato la China Banking and Insurance Regulatory Commission il 1° maggio, secondo quanto riferito dai media locali. La People’s Bank of China, la banca centrale, invece continua a non rispondere alle richieste di commento.
Il quadro generale
Sebbene nominalmente piccole, le numerose banche locali della Repubblica Popolare hanno un’importanza smisurata poiché prestano a piccole e medie imprese. Quindi la loro attività può essere un indicatore della salute della seconda economia mondiale. Gli esperti si aspettano che gli utili del settore e la qualità degli attivi peggiorino a causa della chiusura di molte attività nelle ultime sei settimane, in varie megalopoli cinesi, strette dalle rigide misure di contenimento del Covid-19. Questi dati fanno prevedere una contrazione nel secondo trimestre dell’anno.
Qualche testimonianza
Intanto la preoccupazione invade WeChat. I clienti cercano di ottenere informazioni su come recuperare i fondi, comunicando tra loro tramite la nota app di messaggistica. Alcuni pubblicano screenshot di conti bloccati e delle conversazioni avute con il personale degli istituti di credito. Altri condividono video di proteste fuori dalle filiali e altri ancora affermano di essersi recati presso le sedi bancarie in cerca di una spiegazione e di essere stati respinti dalla polizia. I correntisti della provincia meridionale dello Zhejiang hanno caricato su WeChat un foglio di calcolo dal quale emergono 1,2 miliardi di yuan (177,55 milioni di dollari) in fondi congelati. Ma il 30 aprile, la rivista Caixin aveva riferito che l’importo bloccato potrebbe addirittura ammontare a 1,5 miliardi di dollari, dato che le banche hanno clienti in tutta la Cina.
«Non poter prelevare denaro ha un enorme impatto sul funzionamento della nostra azienda, soprattutto se pensiamo agli appalti e ai salari dei lavoratori», ha spiegato Jerry Chang, proprietario di una fabbrica nella provincia dell’Hubei, che non può accedere ai 6 milioni di yuan depositati presso la Yu Zhou Xin Min Sheng Village Bank. L’industriale aveva scelto di affidarsi a questa cassa di risparmio per il tasso di interesse dell’1,85%, leggermente più elevato rispetto a quelli offerti da altri istituti. ©
Sara Teruzzi
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Immagine di copertina: PublicDomainPictures da pixabay