lunedì, 29 Aprile 2024

Scontro Iran – Israele, rischiamo di pagare la benzina 3 euro al litro

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L’Iran attacca Israele e i prezzi degli idrocarburi rischiano di impazzire. «Le quotazioni del greggio restano relativamente stabili in queste ore. Il Brent oscilla sui 91 dollari al barile, mentre il gas è già aumentato di 6 punti percentuali», dice Michele Marsiglia, Presidente di FederPetroli Italia.

Benzina a 3 euro al litro

«La benzina potrebbe arrivare a toccare i 3 euro al litro, se le azioni belliche dell’Iran dovessero portare alla chiusura dello Stretto di Hormuz. In questo caso dal Golfo Persico, non potrebbe uscire più niente. Ciò significa che non sono a rischio solo gli approvvigionamenti petroliferi, ma anche tutto ciò che l’Europa scambia con l’area Sud del Mediterraneo. Attualmente il prezzo alla pompa supera i 2 euro al litro, il tetto dei 3 euro non è così lontano o impensabile soprattutto se dovessimo essere costretti ad acquistare i barili con costi 7 volte più cari».

Iran, il problema di Hormuz

«L’offensiva iraniana potrebbe concentrarsi proprio sullo Stretto di Hormuz da dove passano 28 milioni di barili di greggio al giorno. Il Mercato ha molta paura, perché non sa cosa farà Israele e come risponderà l’Iran, e quindi si cerca di non far volare alle stelle il prezzo del petrolio. Si tenta di capire quali saranno le prossime mosse. È una fase di grande incertezza, ma è anche vero che non è stata bloccata alcuna nave. Si è solo attivato un rischio bellico più alto che ha fatto crescere i costi di assicurazione. Al momento si sta osservando l’evoluzione del conflitto».

Il prezzo del gas

«Già sul gas dipendendo al 90% dalle forniture estere abbiamo assistito ad aumenti in bolletta del 300% nei mesi scorsi. La scarsità produttiva dei giacimenti in Egitto, che pur essendo un esportatore ha iniziato ad acquistare gas dall’estero per il consumo interno, stava per far traballare i mercati internazionali. Ed è ovvio che sia così. Ogni piccola difficoltà nei Paesi fornitori ha delle ripercussioni dirette sulle nostre tasche. Produciamo a livello nazionale solo l’8% del nostro fabbisogno e questo comporta costi maggiori per tutti.  Teniamo conto che non tutto il gas arriva attraverso i gasdotti, ma anche via mare. Il flusso si bloccherebbe se l’Iran schierasse le navi da guerra: dal Golfo Persico non partirebbe più nessuno. Chi si avventurerebbe nel canale rischiando di perdere il proprio carico? Questo farebbe schizzare le quotazioni alle stelle. E al momento basta una piccola scintilla». ©

📸 Credits: Canva

Giornalista professionista appassionata di geopolitica. Per Il Bollettino mi occupo di economia e sviluppo sostenibile. Dal 2005 ho lavorato per radio, web tv, quotidiani, settimanali e testate on line. Dopo la laurea magistrale in Giornalismo e Cultura Editoriale, ho studiato arabo giornalistico in Marocco. Ho collaborato a realizzare in Saharawi il documentario La sabbia negli occhi e alla stesura della seconda edizione del Libro – inchiesta sulla Statale 106. Chi è Stato?