sabato, 27 Aprile 2024
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Energia solare per emanciparsi. In Senegal, Mali e Niger le donne che vivono nelle zone rurali hanno risollevato la propria economia familiare grazie agli impianti fotovoltaici. Come? Attraverso un progetto cofinanziato dall’Italia che, dal 2017 al 2023, ha investito 9 milioni e 500mila euro nella regione del Sahel.

Energia solare per le donne, gli obiettivi

L’iniziativa si inserisce nel piano dell’Unione Europea che porta il nome di Donne ed Energia Sostenibile ed è stata realizzata attraverso il piano di interventi DESFERS (Développement Socio-économique des Femmes à travers les Énergies Renouvelables au Sahel). L’obiettivo è quello di promuovere l’uguaglianza di genere con azioni concrete, sfruttando le potenzialità delle nuove tecnologie. L’innovazione consente infatti di creare opportunità per le donne tali da essere efficaci contemporaneamente su più fronti: violenza di genere, trasformazione verde e digitale, empowerment economico e sociale. L’energia solare ha così permesso alle donne del Sahel (Senegal, Mali e Niger) di rendere più competitive le loro attività generatrici di reddito affermando la propria indipendenza finanziaria.

I risultati

Le facilitazioni all’accesso al credito e all’energia solare per le piccole e medie imprese femminili, unite alla formazione dedicata al funzionamento del fotovoltaico, hanno dato risultati sorprendenti in pochi anni. Le attività commerciali promosse da donne beneficiarie dei sussidi sono state 4.650. I gruppi di risparmio e credito organizzati per condividere ricavi e spese sono stati 600. Hanno incluso 21mila donne e ragazze, permettendo loro di poter ricevere fondi e utilizzare l’energia solare. Per quanto riguarda invece la gestione degli impianti sono state occupate 600 donne con mansioni di agenti dei servizi energetici sostenibili. La partecipazione degli enti governativi, utile ad armonizzare i processi di sviluppo sul territorio, ha permesso di coinvolgere 60 funzionari pubblici e camere di commercio, nonché 60 autorità locali per siglare accordi sull’utilizzo delle energie rinnovabili da parte delle donne.

Fotovoltaico e reddito, un esempio pratico

La rapida evoluzione delle energie da fonti rinnovabili nei tre Paesi ha avuto risvolti concreti nella quotidianità dei cittadini. Il ruolo nevralgico della donna nell’economia delle aree del Sahel a vocazione agricola ha dato al progetto l’opportunità di influire positivamente sulla società, sulle istituzioni, sulla comunità del villaggio e all’interno dello stesso nucleo familiare. Un esempio pratico è l’istallazione di un mulino alimentato dal fotovoltaico in Senegal organizzata da un gruppo di 25 donne nel villaggio di Goria. L’operazione ha avuto ripercussioni inimmaginabili. Il nuovo mulino ha risolto problemi che la comunità si trascinava da decenni. Dovevano percorrere 9 chilometri a piedi per macinare il miglio necessario a preparare il couscous, pasto principale della giornata per l’intera famiglia. Un’incombenza che gravava sulle più giovani. Ragazze che per raggiungere il mulino e portare il miglio macinato a casa non riuscivano ad arrivare a scuola in orario o vi rinunciavano per la stanchezza. Oggi invece dedicano il loro tempo agli studi e possono sperare un futuro migliore. Il tutto grazie a semplici pannelli solari. Per l’Italia è possibile prendere esempio? ©

📸 Credits: Canva

Giornalista professionista appassionata di geopolitica. Per Il Bollettino mi occupo di economia e sviluppo sostenibile. Dal 2005 ho lavorato per radio, web tv, quotidiani, settimanali e testate on line. Dopo la laurea magistrale in Giornalismo e Cultura Editoriale, ho studiato arabo giornalistico in Marocco. Ho collaborato a realizzare in Saharawi il documentario La sabbia negli occhi e alla stesura della seconda edizione del Libro – inchiesta sulla Statale 106. Chi è Stato?