sabato, 20 Aprile 2024

Minecraft vs Fortnite: battaglia a colpi di NFT

Sommario
NFT Minecraft

È scontro tra Minecraft e Fortnite sull’integrazione degli NFT nei videogame: il sandbox di Mojang Studios non ospiterà i beni digitali non fungibili al contrario dell’Epic Games Store e quindi del suo più famoso Battle royale.

Il mercato dei videogiochi vale 191 miliardi di dollari e, nel 2022, potrebbe calare per la prima volta dal 2016, con una riduzione stimata di 3 miliardi di dollari. I Non Fungible Token potrebbero dare nuovo impulso al settore, contrastando gli effetti dell’inflazione sull’industria dei videogame.

Fortnite apre agli NFT: una buona notizia per due filiere

«Gli sviluppatori dovrebbero essere liberi di decidere come costruire i loro giochi e tu di decidere se giocarci o meno. Credo che i negozi e i sistemi operativi non dovrebbero interferire imponendo le proprie opinioni su quelle degli altri. Di certo non lo faremo noi», ha sottolineato Tim Sweeney, Ceo di Epic Games.

Affermazioni che aprono prospettive economiche interessanti e, al tempo stesso, pongono interrogativi, etici ed energetici, sugli NFT. Parole che hanno un peso rilevante se consideriamo che l’Epic Games Store, virtual market dell’azienda statunitense, ospita diverse applicazioni. Quindi: via libera ai Non Fungible Token.

L’ingresso nel mondo dei videogame è una buona notizia per entrambi i settori, attualmente in fase discendente. In particolare, a giugno il mercato dei beni digitali non copiabili ha sofferto particolarmente il rallentamento nella vendita di criptovalute, scese da 3.000 miliardi (novembre) a meno di 1.000 miliardi di dollari. L’inserimento dei beni digitali non copiabili nei videogame rappresenterebbe una leva di sviluppo anche per questa filiera, prevista in crescita già dal 2023, anno in cui Ampere Analysis stima che il mercato crescerà sino a 195 miliardi di dollari.

Minecraft e Microsoft confermano il veto agli NFT

Di tutt’altro avviso sono Microsoft e Mojang Studios.

«Per assicurare che i giocatori di Minecraft abbiano un’esperienza sicura e inclusiva, le tecnologie blockchain non possono essere integrate nelle nostre applicazioni né possono essere utilizzate per creare NFT associati a qualsiasi contenuto di gioco, inclusi mondi, skin, elementi persona o altre modifiche. Presteremo anche molta attenzione a come la tecnologia blockchain si evolverà nel tempo per garantire che i principi fissati nelle Linee guida d’uso siano mantenuti e per determinare se consentirà esperienze più sicure nel gioco. Tuttavia, in questo momento non abbiamo intenzione di implementare la tecnologia blockchain in Minecraft», si legge nella nota pubblicata sul sito ufficiale del videogioco.

Una reticenza nei confronti degli NFT che accomuna diverse aziende attive nel settore.

Il Report sullo stato dell’industria dei videogiochi, prodotto dal convegno annuale che raccoglie migliaia di professionisti (Game Developer Conference), rivela che il 70% dei 2700 intervistati non si dimostra interessato a integrare i Non Fungible Token nei propri prodotti.

Perché gli NFT non convincono ancora gli sviluppatori

Il primo motivo è la sicurezza, come sottolinea lo stesso Mojang Studios:

«Alcune implementazioni NFT di terze parti si basano interamente sulla tecnologia blockchain e potrebbero richiedere un gestore patrimoniale che può scomparire senza preavviso. Ci sono stati anche casi in cui i token sono stati venduti a prezzi gonfiati artificialmente o fraudolentemente».

La seconda ragione riguarda invece la leale concorrenza tra giocatori, principio cardine inserito nelle Linee Guida di Minecraft: «Abbiamo queste regole per garantire che Minecraft rimanga una community in cui tutti hanno accesso agli stessi contenuti. Gli NFT possono creare schemi di scarsità ed esclusione che sono in conflitto con i nostri principi e lo spirito di Minecraft», ha chiarito l’azienda.

Quanto sono sostenibili gli NFT?

La risposta è semplice: al momento molto poco. Il problema principale riguarda la quantità di elettricità necessaria ad alimentare i supercomputer che mandano avanti l’intero sistema. Per farsi un’idea, una sola transazione di NFT consuma quanto una famiglia americana media in 4 giorni.

E non è tutto. Anche la blockchain, la catena a blocchi che ospita i certificati digitali di autenticità dei beni unici, è molto energivora. La rete è la stessa su cui circolano i Bitcoin, e brucia circa 138 TWh di elettricità all’anno. Un dato che sta polarizzando la discussione intorno a questa tecnologia, favorendo al tempo stesso lo sviluppo di soluzioni più sostenibili.

📷 ©Jamie McInall via Canva.com

📩 [email protected]. Il mio motto è "Scribo ergo sum". Mi laureo in "Mediazione Linguistica e Interculturale" e "Editoria e Scrittura" presso La Sapienza, specializzandomi in giornalismo d’inchiesta, culturale e scientifico. Per il Bollettino mi occupo di energia e innovazione, i miei cavalli di battaglia, ma scrivo anche di libri, spazio, crypto, sport e food. Scrivo per Istituto per la competitività (I-Com), Istituto per la Cultura dell'Innovazione (ICINN) e Innovative Publishing. Collaboro con Energia Oltre, Nuova Energia, Staffetta Quotidiana, Policy Maker e Giano.news.