La fattibilità economica degli investimenti e il rispetto delle tempistiche sono le due principali incertezze legate alla realizzazione del PNRR. Un’implementazione inefficiente potrebbe ridurne considerevolmente l’impatto economico.
L’Ue sarà flessibile solo su circostanze oggettive
L’Unione Europea sarà aperta a cambiamenti del Piano di fronte a circostanze come l’inflazione o la difficoltà a reperire le materie prime. Ma «sulle riforme non possiamo essere flessibili perché dipendono da una volontà politica e non da circostanze oggettive», ha dichiarato il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni che ha ricordato anche come con il Next generation Eu «finora abbiamo erogato 137 miliardi di euro di cui 64 all’Italia».
Rincari energetici e carenza di materiali mettono a rischio il PNRR
Nonostante gli interventi governativi, rimangono gli stessi rischi di inizio anno legati all’attuazione del Piano. Tra questi, i rincari dell’energia, la carenza di alcuni materiali e le elevate differenze di performance tra le pubbliche amministrazioni incaricate di attuare il Piano.
Nel 2023 molte opere saranno avviate, inoltre è stato istituito Capacity Italy (sportello tecnico telematico a supporto della pubblica amministrazione per l’attuazione del PNRR) e task force specifiche a sostegno degli enti locali. Gli snellimenti burocratici introdotti con le riforme favoriranno un’accelerazione nella capacità di spesa.
«Stiamo lavorando intensamente per conseguire i 55 obiettivi del II semestre 2022, per poter presentare a Bruxelles la terza richiesta di pagamento entro la fine di dicembre. Siamo già a buon punto e centreremo sicuramente anche questo traguardo», ha detto Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia e delle finanze.
Il PIL italiano rallenterà nel 2023
Per il nostro Paese il 2022 si chiuderà con slancio, per poi frenare nel 2023. Il test maggiore per l’economia sarà portare avanti con successo il Piano nazionale di ripresa e resilienza, con l’attenzione alla crescita e al calo del debito.
Nel periodo 2022-2023 dovrebbe giocare un ruolo chiave soprattutto la domanda interna per sostenere la ripresa (rispettivamente +4,2 e +0,5 punti percentuali); mentre quella estera fornirebbe un apporto negativo in entrambi gli anni (-0,5 e -0,1 punti percentuali), in base ai dati Istat.
NADEF 2023
Secondo la NADEF 2023 (la nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza) è prevista una crescita del PIL nello scenario tendenziale che è stata rivista al rialzo per il 2022, da 3,3% a 3,7%, mentre quella per il 2023 è stata ridotta dallo 0,6% allo 0,3%. Le previsioni per i due anni successivi sono invece rimaste invariate, all’1,8% e all’1,5%.
Per l’anno in corso è previsto un dimezzamento della spesa rispetto a quanto ipotizzato nel DEF (Documento di Economia e Finanza) di aprile scorso: dei 29,4 miliardi di euro se ne spenderanno probabilmente solo 15. Mentre nel periodo 2020-2021 l’Italia ha speso solo 5,5 miliardi sui 18,5 programmati, ovvero meno di un terzo di quanto originariamente previsto nel DEF 2021. Di conseguenza, la spesa dei 26,7 miliardi di mancate attuazioni nel triennio 2020-2022 è rinviata agli anni successivi, con un aumento consistente nel biennio 2025-2026.
La NADEF 2023 fissa il deficit programmatico per il 2022 al 5,6% del PIL, con una discesa progressiva al 4,5% nel 2023, al 3,7% nel 2024 e 3% nel 2025. Parallelamente alla crescita del PIL, questi dati permettono al Governo di recuperare fondi e risorse che saranno spesi tutti per contrastare il caro energia.
Nonostante le difficoltà il PNRR resterà una missione nazionale
Il Governo ha confermato che un forte impegno sarà anche dedicato all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, da cui dipendono ingenti investimenti per rilanciare la crescita sostenibile dell’economia italiana. Infatti, l’Italia deve concludere tutti gli interventi entro fine 2026, per non perdere le risorse stanziate dall’Europa.
«Se facciamo del PNRR una missione nazionale, penso che lo potremo portare a termine», ha dichiarato Paolo Gentiloni.
«I servizi della Commissione sono non solo disponibili, ma pronti continuamente a collaborare per risolvere difficoltà, strozzature, singoli progetti che incontrano problemi concreti», ha aggiunto Gentiloni.
«Una collaborazione che sarà fondamentale per rendere l’attuazione del piano possibile in tutti i suoi aspetti, per vedere quello che c’è da correggere e per farlo mentre si lavora per attuare gli impegni presi», ha concluso il commissario europeo.
E in caso di ritardo?
Se uno Stato membro si rendesse conto di non riuscire a rispettare una scadenza potrebbe accordarsi per un posticipo della stessa. Una volta raggiunta anche la seconda scadenza; lo Stato membro presenterà la richiesta di pagamento della rata e sottoporrà i traguardi e gli obiettivi alla valutazione della Commissione. ©
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