Le rinnovabili viaggiano verso un futuro roseo grazie alla crescita delle comunità energetiche (CER). Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza stanzia 2,2 miliardi di euro a fondo perduto per finanziare al 100% impianti fotovoltaici e modalità di autoconsumo collettivo. 1,6 miliardi sono riservati allo sviluppo delle comunità di cittadini che condividono l’energia. Inoltre, il Bando comunità energetiche sisma, pubblicato il 30 settembre, stanzia 68 milioni di euro per la realizzazione di impianti rinnovabili e lo sviluppo di CER nei territori colpiti dai terremoti che hanno coinvolto l’Appennino. Ma per cambiare passo serve un approccio diverso: concentrarsi su come concretizzare misure e riforme, piuttosto che sul “se”. È il filo rosso che ha attraversato il convegno “Energetici, rinnovabili, innovativi. L’Italia che sfida la crisi”, organizzato dal World Energy Council in avvicinamento all’appuntamento annuale dell’energia delle Giornate di Trevi 2023.
Le rinnovabili crescono insieme alle comunità energetiche
«Nel 2022 la curva delle rinnovabili ha iniziato a salire, anche se siamo lontani dagli obiettivi previsti. I numeri riguardo la potenza aggiuntiva installata che si inizia a misurare in termini di migliaia», ha affermato Stefano Conti, direttore Relazioni Esterne e Istituzionali di ARERA, Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente. «Si stima una crescita anche per quest’anno, il 2024 e il 2025. Il peggio sembra passato, dal punto di vista energetico. Infatti stiamo entrando in una nuova fase. Siamo scesi dalle montagne russe dei mesi precedenti ma l’imprevisto è sempre dietro l’angolo.
Tuttavia, siamo in un periodo di minore instabilità rispetto ai due anni passati. Se continueremo su questa strada potremo contare su una maggiore stabilità. Oggi c’è un contesto giuridico differente rispetto al 2021, che può migliorare gli investimenti. I temi centrali sono il coordinamento giuridico e le aree idonee. Grazie alle CER i cittadini diventano protagonisti a fianco delle istituzioni e degli operatori».
«I nostri contratti Green a 10-15 anni permettono di dare stabilità al prezzo dell’energia che verrà fornita. Energia che è certificata come verde», ha dichiarato Elisa Borghese, Istitutional and Regulatory Affairs di Axpo Italia. «Questo contribuisce alla transizione sostenibile del Paese facendo abbassare le bollette. Un altro elemento importante sono le comunità energetiche, veri e propri incubatori di evoluzione culturale e tecnologica».
Cosa manca alle Cenerentole dell’energia per diventare regine?
«Una delle domande è come conciliare rinnovabili e territorio, dinamiche non facili da coordinare», ha spiegato Francesco Chierchia, Affari Istituzionali Italia di Edison. «Si può parlare di transizione energetica ma, a mio parere, sarebbe più corretto parlare di transizioni. Sono diverse le realtà interessate da questi cambiamenti, che possono portare benefici alle comunità locali. È importante però lavorare per un coordinamento semplificativo tra tutti gli attori in campo e un maggiore coinvolgimento dei territori locali. Nel Centro e Sud del Paese si stanno portando avanti iniziative strategiche sull’accumulo. Iniziative che possono portare alla nascita di nuove filiere, che potrebbero prendere know how e conoscenze da altre esistenti».
«In Italia manca un indirizzo di politica industriale chiaro», ha dichiarato Andrea Porchera, Responsabile Relazioni Istituzionali di Renexia. «Noi abbiamo deciso di puntare sull’eolico offshore galleggiante. Attualmente sono 30 i MW installati in Italia, al largo di Taranto. Siamo agli esordi ma ci sono ancora molti progetti in programma. Puntare su questa nuova tecnologia permette di riconvertire manodopera creando maestranze specializzate e attrarre investimenti importanti».
Riciclo e riutilizzo, come trasformare i rifiuti in risorsa
«Aumentare il riciclo e il riutilizzo di carta e cartone è uno dei fari del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Sono 70 i progetti messi a finanziamento per il potenziamento dell’impiantistica. Il 66% di questi riguarda l’Italia Centromeridionale, una buona notizia in termini di riduzione del gap impiantistico tra Nord e Sud del Paese», ha spiegato Claudio Brusca, Head of Legal Public Affairs di COMIECO, Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica. «Saranno 130 i milioni di euro messi in campo dal PNRR, a cui si aggiungono quelli investiti da operatori e altre società. I benefici saranno diversi, in termini di sostenibilità, occupazione e competenze. I tre pilastri sono innovazione, digitalizzazione e revamping impiantistico».
Da Brusca arrivano critiche sulla direttiva imballaggi, approvata a fine novembre, che prevede che dal 1° gennaio 2030 tutti siano progettati per essere riciclabili o riutilizzabili. «Nella stesura della normativa europea, qualcuno ha dimenticato l’analisi di scenario e di impatto. Le città sono i nuovi giacimenti del nostro Paese, le nuove foreste urbane. La sostenibilità non si raggiunge eliminando gli imballaggi, fondamentali per la conservazione dei prodotti. Si raggiunge studiando affinché possano essere realizzati in materiali innovativi che li rendano riciclabili e riutilizzabili. In quest’ottica, non possiamo trascurare di fare una riflessione sui nuovi stili di vita che si stanno affermando. Penso a take-away, food delivery, e-commerce».
Le tre r: rinnovabili, riciclo e riutilizzo
«Il sistema dei consorzi di filiera permette di portare a termine progetti per stimolare cittadinanza e imprenditoria. Speriamo che a livello europeo non prevalga un modello unico basato su ideologie», ha affermato Andrea Campelli, Responsabile Relazioni Esterne di COREPLA, Consorzio Nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica. «La differenza tra riuso e riciclo è importante e può fare la differenza. Il nostro consorzio mette a disposizione il suo know-how, le sue conoscenze e tecnologie. Nei prossimi tempi assisteremo a ulteriori semplificazioni che favoriranno lo sviluppo delle rinnovabili. È importante parlare anche della strada per raggiungere questi obiettivi. Abbiamo l’85% di riciclo, parliamo di 3,6 milioni di tonnellate di cartone. Il PNRR destina 130 milioni di euro per il riciclo di carta e cartone», conclude Campelli.