Hanno aumentato i tassi di un quarto di punto la Federal Reserve e la Banca d’Inghilterra. La Banca Nazionale Svizzera ha incrementato invece il costo del denaro di uno 0,5%, così come aveva fatto la Bce la scorsa settimana. I banchieri centrali hanno rimarcato in queste ore che l’obiettivo resta quello di combattere l’inflazione, la sensazione però è che la stretta monetaria sia arrivata a una pausa. Come ha spiegato ieri sera durante la conferenza stampa Jerome Powell, presidente della Fed, la possibile stretta creditizia derivante dai crac bancari delle ultime settimane «può essere simile a una stretta monetaria». Le banche centrali hanno fatto il di più, adesso il lavoro sporco per ridurre la domanda, i salari e quindi i prezzi è demandato agli effetti del probabile credit crunch soprattutto in America.
Wall Street sale
Gli indici americani hanno ripreso a correre, con una partenza nettamente superiore al punto percentuale per Wall Street. Soprattutto il Nasdaq sembra beneficiare della possibile pausa delle banche centrali. Nonostante Janet Yellen, ex governatore della Fed e in pratica il ministro dell’Economia di Biden, abbia detto che non si possono salvare tutti i correntisti americani. Una frase che aveva mandato in panico gli indici Usa ieri sera, panico che continua sui titoli delle banche regionali, vedi First Republic o PacWest. Charles Schwab, la decima banca più grande degli Stati Uniti, ha però sottolineato di avere liquidità sufficiente per coprirsi anche se il 100% dei depositi bancari andasse a ruba. La tensione è forte: il mercato dei bond quest’anno è certo che ci sia una recessione e addirittura un taglio dei tassi. E allora si compra.
Milano indietro
Piazza Affari però non ha nel listino Apple, Amazon o altre big tech, che diventano quasi beni rifugio quando la stretta monetaria appare più debole. Sono le banche a farla da padrone a Milano e l’indice dei bancari ha perso l’1,38%, sulla scia dei problemi americani. C’è poi la grana Eurovita da sistemare e dovrà intervenire tutto il sistema. E’ la giornata delle reti: Inwit +5,21%, Terna +2,71% e Snam +1,76%. Male ancora Saipem -3,43% col petrolio che resta debole sui timori di recessione. Alla fine Piazza Affari chiude a -0,15%.
Oro record
Coinbase, punto di riferimento del trading di criptovalute, ha perso in apertura a Wall Street il 13% dopo aver ricevuto un avvertimento dalla Sec, secondo il quale potrebbe incorrere in accuse relative alla gestione titoli. Il Bitcoin però resiste sopra i 28mila dollari. Ma soprattutto sprinta l’oro, che alle 17.30 sfiora i 2000 dollari in rialzo del 2,4%, ipotizzando una pausa della Fed. E l’euro infatti risale a 1,09 biglietti verdi. ©