Domani c’è il rapporto sull’inflazione americana di marzo, crocevia per possibili altri rialzi dei tassi o per una pausa da parte della Federal Reserve. Il dato di venerdì sulla disoccupazione americana, scesa addirittura al 3,5%, fa intuire comunque che forse non ci sarà una grave recessione, anche se il Fondo Monetario ritocca all’ingiù le previsioni sul Pil globale, dicendo che l’economia mondiale potrebbe registrare la crescita più debole dal 1990 e la Germania finire in recessione. Sempre Fmi sostiene che in caso di forte contrazione le banche centrali dovrebbero rivedere la loro politica sui tassi di interesse. I mercati europei iniziano così bene la settimana corta dopo il lungo ponte pasquale, in Cina l’inflazione è salita solo dello 0,7% annuale. Piazza Affari ritocca i massimi da un mese, quasi 27.500 punti, mettendo a segno un rialzo dell’1,15%. E il Cac40 parigino addirittura tocca il massimo storico a 7404 punti.
Pochi spunti a Milano
Sprint di Mps, che torna a 2 euro grazie a un balzo del 3,3%. Ripartono con slancio anche i titoli della galassia Elkann, dopo le pesanti perdite della settimana santa. Tim parte male ma chiude bene a poche settimane dalla resa dei conti sulla rete, con Vivendi in pressing sul cda. Bene anche Saipem, che si riavvicina a 1,5 euro spinta dalle stime dei broker su trimestrale e commesse. Da rossa a verde anche Enel, che attende il cambio della guardia al vertice tuttavia intanto festeggia la vendita delle attività in Perù per un valore di quasi 3 miliardi.
Re Bitcoin
Janet Yellen, segretario al Tesoro Usa ed ex presidente della Fed, sostiene che le condizioni economiche sono migliori di quanto si dica a livello globale. Il mercato non sa più a chi credere e allora si rifugia addirittura nel Bitcoin, che torna sopra i 30mila dollari: si tratta dell’asset che ha guadagnato di più da inizio anno. Più 80%. Rispetto a un anno fa tuttavia è ancora sotto del 23%. Il boom della criptoattività tira comunque su tutti i titoli azionari legati al mondo cripto, che vale ora più o meno circa 1500 miliardi. La scommessa è che, al di là dei programmi bellicosi, la Federal Reserve la smetterà con la stretta.
Asset che non parlano
Oltre al Bitcoin, in questo momento di incertezza sulle mosse delle banche centrali e dopo le scottature prese con alcuni istituti americani, vanno di moda gli asset che non parlano, che non sono legati a persone che con le loro dichiarazioni possano influenzarne l’andamento. Così l’argento torna sopra quota 25 dollari, l’oro risale sopra i 2000 dollari l’oncia. E attenzione allo zucchero, che tocca a New York i massimi da 6 anni, poiché il real brasiliano si sta apprezzando e in Brasile, grande coltivatore di canna da zucchero, si sta dirottando la produzione verso i biocarburanti, complice una ripresa del petrolio e dunque del prezzo dei carburanti fossili tradizionali. ©