martedì, 30 Aprile 2024
Sommario

Il mercato crypto riprende vigore, ma a livelli ancora bassi. Bitcoin ed Ethereum scambiano rispettivamente a 25.000 e 1.500 euro, 56 e 64 punti percentuali in meno rispetto ai massimi di novembre 2021. Il rialzo dei tassi d’interesse di BCE e Federal Reserve ha messo in subbuglio il mercato dei digital asset. Così anche l’inasprimento della normativa fiscale, da una parte dell’Oceano all’altra. Il risultato è una serie di curve da montagne russe, difficili da leggere in un’ottica di Mercato.

Il Bitcoin supera il livello di 28.000 euro a luglio, per poi scivolare a 23.430 euro nei primi giorni di settembre e scambiare in zona 25.000 euro nella seconda metà del mese.

Di fronte a una tale incertezza, una domanda sorge spontanea: è già finito il boom delle crypto?

«È importante considerare che 25.000 euro rappresentano una soglia significativa per il Bitcoin. Ciò che trovo straordinario è che questa criptovaluta ha mantenuto un valore elevato per un periodo prolungato», dice Christian Miccoli, Co-founder di Conio. «Se si esamina la sua storia, il Bitcoin ha iniziato a far parlare di sé nel 2017, quando ha raggiunto i 16.000 euro. Successivamente, ha subito una flessione e molti credevano che non si sarebbe ripreso. Tuttavia, nel 2021 ha registrato due picchi notevoli, di cui uno di quasi 59.000 euro. È poi calato, tornando nuovamente a 16.000 euro a fine dicembre 2022.  Considerando il suo valore attuale, possiamo dire che si mantiene a un livello piuttosto elevato».

L’interesse per le crypto nel nostro Paese è in crescita, come dimostrato dall’aumento degli investimenti in questo settore. In termini di servizi per le valute digitali, l’Italia si posiziona seconda tra i dieci Paesi europei con il più alto PIL. Gli italiani possiedono criptovalute per un valore superiore a un miliardo di euro, secondo l’Organismo Agenti e Mediatori, in calo però dell’8% dal Q1 2023. In modo che forse non sorprenderà, l’approccio all’investimento cambia – e di parecchio – a seconda dell’età. Meno prevedibile è, tuttavia, il fatto che siano gli investitori di età compresa tra 40 e 60 più attivi. Il 40% dei clienti è costituito da giovani tra i 18 e i 29 anni, il che evidenzia una certa apertura nell’adottare nuove tecnologie finanziarie. Ma, con il 50% degli investimenti totali, sono i quaranta/sessantenni ad aggiudicarsi la palma. Anche se non è da escludere che il dato sia influenzato dalla loro maggiore disponibilità liquida rispetto alle fasce giovanili.

Fonte: OAM

In che stato si trova, al momento, il settore delle criptovalute?

«Il 2021 ha visto forti fluttuazioni, mentre il 2022 ha portato con sé una serie di eventi imprevisti. Molti progetti sono falliti e il mercato è stato influenzato da alcuni operatori poco onesti che hanno promesso enormi guadagni attraverso le crypto. Quel periodo è stato piuttosto caotico, erano presenti numerosi schemi di finanza decentralizzata (DeFi). Questi ultimi promettevano rendimenti straordinari a fronte di semplici prestiti di criptovalute. Gli exchange, inoltre, creavano il proprio token, aggiungendo ulteriore confusione. Sfortunatamente, alcune entità senza scrupoli, come FTX, hanno sfruttato la situazione per ingannare le persone con la promessa di facili guadagni. Spesso hanno venduto schemi Ponzi, inclusi diversi progetti di DeFi che offrivano profitti incredibilmente elevati senza apparente giustificazione. Questi sistemi di remunerazione a fronte del lending erano praticamente delle catene di Sant’Antonio. Alla fine, tutto è crollato. Ma, nonostante tutto questo, il mercato si sta riprendendo. Ciò è un segno molto positivo della forza del Bitcoin».

Quindi il trend di fondo è in salita?

«L’halving del Bitcoin – cioè il dimezzamento delle ricompense elargite ai “miner” – previsto per il prossimo anno, suggerisce che continuerà a seguire una traiettoria ascendente. Nel settore, si è notato che ogni volta che si verifica un dimezzamento, l’offerta di Bitcoin diminuisce, causando un aumento del prezzo. Questo succede perché, mentre l’offerta si riduce, la domanda rimane invariata, portando il prezzo a salire rapidamente. Di conseguenza, c’è un’ampia aspettativa che il prezzo di Bitcoin possa aumentare drasticamente come è accaduto in passato. Questo fenomeno è in linea con la tendenza osservata nel mercato: quando la maggioranza degli operatori ha aspettative simili, è probabile che le cose si sviluppino secondo quelle aspettative. Inoltre, l’halving non è una semplice speculazione, ma è un evento programmato nell’algoritmo di Bitcoin. Pertanto, si prevede che anche nel 2024 porterà ad un forte aumento del valore della crypto».

Il 9 giugno è stata pubblicata la normativa MiCA sulle crypto. Quale sarà l’impatto sul settore?

«L’implementazione della MiCA avrà luogo il 1° luglio 2024 e attualmente possiamo solo fare supposizioni sui suoi effetti. La normativa si distingue per le sue peculiarità, poiché per la prima volta l’Europa ha un mercato unico destinato alle criptovalute. Ciò rende il continente un luogo di grande interesse, persino superiore agli Stati Uniti, dove le leggi in materia sono piuttosto confuse, in particolare a causa delle accuse della Securities and Exchange Commission – organo di vigilanza dei mercati americani – nei confronti dei principali operatori ed exchange di criptovalute per la vendita di titoli. Questa situazione ha prodotto significative difficoltà e incertezze nel mercato crypto, facendo apparire il Vecchio Continente più attraente rispetto agli Stati Uniti. In Europa, da un lato, abbiamo un mercato unico per i prodotti. Ma per quanto riguarda i servizi non è affatto così, soprattutto nel settore finanziario, che affronta molteplici problemi e quindi rimane un mercato locale. Tuttavia, l’introduzione della MiCA potrebbe portare cambiamenti significativi in questo senso».

Ci spieghi meglio

«L’aspetto più interessante è sicuramente la creazione di un mercato unico. Più in generale, le premesse della MiCA sono affascinanti, poiché l’obiettivo principale della normativa è promuovere l’innovazione nel settore finanziario. Questo perché si riconosce il potenziale trasformativo della tecnologia sottostante, in particolare la Blockchain, per l’industria bancaria e finanziaria. Si ritiene che questa tecnologia possa stimolare la creazione di posti di lavoro, Startup e così via. Di conseguenza, il governo europeo e i regolatori stanno spingendo in questa direzione. Allo stesso tempo, l’Europa ha bisogno di recuperare il ritardo, poiché l’implementazione di tecnologie innovative nel settore procede più rapidamente al di fuori del continente. Questo risulta evidente dal fatto che, durante la riunione dell’anno scorso del Financial Stability Board, non era presente nessuna banca europea, tra quelle convocate. Stiamo assistendo a un’ondata di innovazione nel settore finanziario, guidata dalle tecnologie sottostanti alle criptovalute. Sebbene l’Europa stia puntando su questo, resta da vedere se il suo sistema bancario e finanziario sarà in grado e disposto a seguirla. Al momento, la percezione è che le banche europee siano indietro rispetto alle loro controparti globali».

E nel nostro Paese?

«La Banca d’Italia ha una divisione, chiamata Milano Hub, dedicata a promuovere l’innovazione nel settore bancario e finanziario. Milano Hub lancia annualmente una call for proposal, invitando a presentare proposte su temi giudicati importanti anno per anno. L’edizione del 2022 era focalizzata sull’applicazione di tecnologie Blockchain ai prodotti bancari e finanziari, per identificare le tecnologie con il maggior potenziale di sviluppo. L’anno precedente, invece, ci si era concentrati sull’intelligenza artificiale».

Siamo a quasi un anno dal crollo di FTX. Ci sono stati progressi a livello di regolamentazione?

«La situazione, in particolare negli exchange di grandi dimensioni, è ancora in fase di evoluzione. Probabilmente saranno costretti a riorganizzarsi per separare le operazioni che presentano conflitti di interessi, in particolare la gestione della volatilità del mercato e la custodia degli asset dei clienti. I legislatori li stanno progressivamente obbligando a effettuare queste divisioni. Il risultato è ancora incerto e non si può escludere la possibilità di ulteriori situazioni rischiose come quella di FTX, dato che il settore crypto è complesso e potrebbero ancora emergere delle aree grigie. Il trend principale è l’adozione di questa tecnologia per la creazione di prodotti finanziari attraverso la tokenizzazione degli asset e le security. Un punto di svolta significativo in Italia riguarda l’introduzione del risparmio amministrato. Da quest’anno in poi, sarà possibile affidare all’intermediario l’applicazione del regime del risparmio amministrato. In questo modo, è l’intermediario che si occupa di tutte le operazioni. Il servizio include anche la compilazione della dichiarazione fiscale per conto del cliente, un passaggio che permetterebbe di risparmiare sui costi di un consulente apposito». ©

📸 Credits: Canva.com

Articolo tratto dal numero del 15 ottobre 2023. Abbonati!

Laureato in Economia, Diritto e Finanza d’impresa presso l’Insubria di Varese, dopo un'esperienza come consulente creditizio ed un anno trascorso a Londra, decido di dedicarmi totalmente alla mia passione: rendere la finanza semplice ed accessibile a tutti. Per Il Bollettino, oltre a gestire la rubrica “il punto sui Mercati”, scrivo di finanza, crypto, energia e sostenibilità. [email protected]