Nel libero mercato di gas ed energia elettrica capire i contratti è complicato. Sono molti i consumatori confusi. Alcune pubblicità non proprio trasparenti potrebbero indurre a sottoscrivere clausole poco convenienti. In più, le aziende che si definiscono Green sono davvero così attente all’ambiente? «Nel nostro Paese fare arrivare in casa l’elettricità prodotta solo da fonti rinnovabili non è facile» afferma l’avvocato Giuseppe d’Ippolito, specialista in diritto dell’ambiente e ditti dei consumatori, Presidente di Giusto&Sostenibile che, con l’ACU (Associazione Consumatori Utenti) si è occupato di diversi casi di greenwashing.
Gas, luce e pubblicità ingannevoli
«I casi di greenwashing legati al settore dell’energia sono ancora tutti in itinere. Sono circa 20 le aziende che nei mesi scorsi l’ACU, insieme a ClimateAid Network, abbiamo segnalato all’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato). Non si discute tanto della verità dei claim, quanto dell’impossibilità di definire una fornitura inquinante di gas come sostenibile. Oppure di affermare che può essere venduta agli utenti, esclusivamente e selettivamente, solo elettricità prodotta da fonti rinnovabili e non fossili. Attendiamo, il parere dell’Autorità».
Greenwashing nelle forniture di energia elettrica
«Pur non dubitando che esistano aziende che producono o si approvvigionano di energia elettrica “pulita”, riteniamo non sia corretto definire Green la filiera. Chi produce o acquista energia elettrica, quand’anche da fonte rinnovabile, non tende un cavo dallo stabilimento di produzione fino al nostro contatore. Anzi. È obbligato da leggi e regolamenti, ad immetterla nella rete che riunisce tutte le fonti energetiche (anche quelle prodotte da centrali atomiche estere, ad esempio) per poi distribuirla tra i singoli utenti».
Greenwashing nelle forniture di gas
«Abbiamo iniziato a contestare, nelle forme che la legge prevede, l’attribuzione di vanti di sostenibilità ambientale a forniture di gas. È infatti noto che l’intera filiera del gas, dalla produzione alla distribuzione, provoca effetti di importante inquinamento contribuendo alla produzione di anidride carbonica e di altri gas climalteranti».
Contratti gas e luce, 7 consigli per non sbagliare
- «Una sana diffidenza verso tutte le affermazioni pubblicitarie è la prima forma di autodifesa. Occorre controllarle e verificarle.
- Non bisogna farsi abbagliare dalla convenienza economica. Può nascondere clausole contrattuali che vincolano a mantenere la fornitura per un lungo periodo e penalità in caso di recesso.
- Eviterei i vari siti di consulenza e confronto delle offerte sul mercato che vivono sulle provvigioni delle singole aziende, sull’acquisizione dei vostri dati o su abbonamenti con il consumatore.
- Se si punta al risparmio, si può pensare ai Gruppi d’Acquisto Collettivo, ma anche nelle loro pubblicità si nascondono, talvolta, delle insidie. Serve essere attenti e informarsi.
- Meglio tentare la strada dell’autoproduzione, per esempio promuovendo una Comunità Energetica Rinnovabile di condominio o di quartiere. Allo stato è l’unica maniera certa per avere in casa energia elettrica prodotta solo da fonti rinnovabili.
- Avvalersi dei servizi per i cittadini offerti sia da AGCM sia da ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente).
- Fortemente consigliato è il ricorso sia preventivo che successivo, alle associazioni dei consumatori, scegliendo quelle che se ne intendono veramente della vostra necessità». © 📸 Credits: Canva