sabato, 27 Aprile 2024
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A breve vedrà la luce un nuovo gigante nel settore del gas che fa tremare i petrolieri. Infatti, Woodside e Santos stanno trattando una fusione che darebbe vita al maggiore produttore di gas naturale liquefatto (GNL) dell’Australia, secondo fornitore al mondo di questa fonte di energia. Quali conseguenze avrà?

Cosa produrrà il colosso?

La nuova realtà avrà una capacità di produzione di 260 milioni di barili di petrolio equivalente (Boe), circa 16 milioni di tonnellate all’anno. Il gas da gasdotto occuperà il 24% delle attività della società, mentre il restante 23% sarà riservato al petrolio greggio, stando alla produzione attuale delle due società.

Una diversificazione del portafogli che offrirà maggiore flessibilità dei terminali e più opzioni per le consegne, dando alla società maggiore potere di contrattazione. In altre parole, la nuova azienda sarà in grado di sfidare le major del petrolio grazie a una maggiore capacità di investire e nuovi hub di esportazione di GNL.

La nuova entità nata dalla fusione di Woodside e Santos avrà diversi asset esteri, che rappresenteranno un terzo della produzione totale. I Paesi principali sono: Alaska, Golfo del Messico, Senegal, Trinidad e Tobago e Papua Nuova Guinea. In quest’ultimo Paese, in particolare, sono in corso due importanti progetti di gas naturale liquefatto.

Gli scambi commerciali principali vedranno protagonisti Tokyo Gas, la giapponese JERA e la sudcoreana Kogas.

Un problema per la concorrenza?

Il colosso controllerà circa il 26% del mercato del gas sulla costa orientale dell’Australia e il 35% in Australia Occidentale. Infatti, gestirà quattro impianti di GNL nella Terra dei canguri (Darwin, Gladstone, North West Shelf e Plutone) e avrà una partecipazione in Wheatstone. Un portafogli ampio, che potrebbe distorcere il mercato. Per questa ragione, l’Antitrust nazionale (Australian Competition and Consumer Commission) esaminerà l’accordo per verificare che rispetti le regole della concorrenza.

La vendita di asset più piccoli, come Varanus Island e Cooper Basin, sarebbero sufficienti a scongiurare il rischio di sanzioni per il nuovo colosso del gas, secondo gli analisi. Nel frattempo, Woodside e Santos hanno già messo in vendita le sue partecipazioni nel giacimento di gas Macedon e nel progetto petrolifero Pirenei.

La classifica dei maggiori produttori di gas naturale liquefatto

Il colosso avrà un valore di mercato di 50 miliardi di dollari, guadagnandosi il titolo di sesto maggiore produttore di GNL al mondo, davanti a TotalEnergies e Petronas.

Nelle prime cinque posizioni troviamo invece:

1) QatarEnergy

2) Cheniere Energy

3) Shell

4) Exxon Mobil

5) Chevron

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📸 Credits: Canva.com

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