giovedì, 2 Maggio 2024

Gender gap, i 4 punti per sfondare il soffitto di cristallo

Sommario
gender gap

Il gender gap è un soffitto di cristallo che imprigiona le ambizioni delle donne e impedisce la crescita del Paese. Come abbattere questo ostacolo? I punti emersi nel corso del convegno “Obiettivo Parità di Genere Aziendale tra Strategia per la Parità dell’Unione Europea, Nazionale e Agenda 2030”, organizzato presso la Sala Conferenze Esperienza Europa David Sassoli da Associazione Italiana Trasparenza e Anticorruzione (AITRA) in collaborazione con Women 7 (W7) Italy 2024 e il Parlamento Europeo.

1) Più lavoro di qualità per le donne

Il gender gap è legato a doppio filo con la carenza di lavoro. Infatti, il 62% delle donne che si trova nei centri antiviolenza a causa di una prevaricazione economica da parte del partner. Un fenomeno che ha le sue radici nelle scarse percentuali di occupazione femminile.

«La violenza economica è l’altra faccia del gender gap. Dobbiamo dare una missione sociale alla parità di genere aziendale: creare occupazione per liberare le donne dalla violenza, rendendole autonome finanziariamente. All’87,5% il femminicidio è conseguenza della violenza economica», afferma Florinda Scicolone, Consigliera Direttiva AITRA ed esperta di politiche di genere.

Infatti, esiste uno scarto di circa 20 punti percentuali tra il tasso di occupazione maschile e femminile in Italia. Come se non bastasse, il gap retributivo complessivo è del 43%, stando ai dati dell’ultimo dossier del Servizio studi della Camera dei Deputati.

Per incidere sul gap salariale servono politiche concrete, ad esempio un budget dedicato, secondo Claudia Cattani, Presidente Bnl Bnp Paribas.

2) Cambiare la cultura aziendale per sconfiggere il gender gap

Il primo ostacolo da oltrepassare per raggiungere la parità di genere è culturale. Serve un cambio di passo, la gender equality deve essere inserita in un contesto di sostenibilità aziendale. La svolta non può prescindere dalla presa di coscienza del valore economico e sociale di questo traguardo. L’introduzione di un esperto di queste tematiche, ad esempio un ESG manager, può contribuire a superare i pregiudizi culturali.

«La tematica di genere oggi non è un valore solo per le donne. L’uguaglianza di trattamento tra uomini e donne sul lavoro deve diventare a tutti gli effetti un asset d’impresa. Se non lavoriamo insieme agli uomini non sfonderemo mai il soffitto di cristallo», spiega Scicolone.

Una missione che può essere raggiunta anche instaurando un’etica della cura.

«L’inclusione migliora anche la performance economica dell’azienda. Nel privato solo il 17% delle donne sono dirigenti. Le lavoratrici perdono l’80% dello stipendio dopo la prima maternità.

Il problema è che l’assistenza agli altri è ancora affidata solamente alle donne», afferma Laura Valli, Consigliere dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC).

Numeri che migliorano leggermente nel mondo delle società quotate.

«Le donne quest’anno rappresentano il 43% degli incarichi di amministratore delle 210 società quotate e il 41% dei componenti degli organi di controllo», dice Gabriella Alemanno, commissaria della Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (CONSOB).

3) Norme contro le molestie sul lavoro

Le molestie sul posto di lavoro non rappresentano un reato specifico. Sembra assurdo ma nel nostro ordinamento giuridico non c’è una norma dedicata, ma solamente un insieme di fonti quali trattati e convenzioni internazionali. Una carenza che fa sì che simili comportamenti vengano sanzionati solo quando si verifica un abuso di autorità.

Ci sono anche buone notizie: è in arrivo un disegno di legge che norma le molestie sul luogo di lavoro introducendo un’aggravante nel caso in cui il rifiuto costi alla vittima il licenziamento o una degradazione.

«Il ddl introduce diversi obblighi a carico del datore di lavoro. In primo luogo prescrive la denuncia entro 48 ore della molestia alle autorità competenti. Inoltre, si prevede il divieto di sanzionare il lavoratore che denuncia simili episodi», spiega Susanna Campione, Membro Commissione Giustizia del Senato, co-firmataria della norma.

4) Più formazione e informazione contro il gender gap

L’abbattimento del soffitto di cristallo del gender gap passa necessariamente dalla formazione e dalla corretta informazione.

L’introduzione della certificazione di genere ha dato un impulso importante alle tematiche di genere all’interno dell’azienda. Un obiettivo favorito anche dall’ingresso di nuove figure professionali dedicate, quali i Diversity Manager. Ma la formazione deve partire necessariamente dalle scuole, dove insegnare la cultura dell’inclusione, ma anche i fondamenti di economia e finanza. Principi che aiuteranno le ragazze a diventare donne indipendenti economicamente. L’informazione gioca un ruolo cruciale in quest’ambito. Ma i dati sulla visibilità delle donne non fanno ben sperare.

«Serve un cambiamento sostanziale e l’informazione ne è il fondamento. In Italia ci sono due direttrici donne di quotidiani, in calo rispetto allo scorso anno. Economia e finanza non sono temi lontani e ostici, ma riguardano la vita quotidiana di tutti noi. La quota di firme rosa nelle prime pagine dei giornali è del 20%. Uno studio dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia evidenzia che da quando nasciamo siamo immersi in una cultura che discrimina in base al sesso. Dobbiamo dare tutti il buon esempio per educare le nuove generazioni», spiega Antonia Ronchei, direttore de il Bollettino. ©

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