Un fungo patogeno ha fatto crollare la produzione di vino nostrano. La peronospora, una malattia che colpisce i vigneti, ha aggredito le viti provocando un’enorme riduzione del raccolto durante la vendemmia. Abbondanti e frequenti piogge a cavallo dell’inizio dell’estate, associati all’alto tasso di umidità, ne hanno favorito la diffusione tra i vitigni portando a un calo dell’uva sulle viti di quasi un quarto rispetto allo scorso anno. In media il 23,2% su base nazionale, anche se a soffrire maggiormente sono state le regioni centro-meridionali.
La vendemmia più povera dal Dopoguerra
Ormai è ufficiale. Quella del 2023 è stata la vendemmia più povera dal 1947. A certificarlo sono i dati diramati dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste con una produzione vitivinicola che a fatica ha raggiunto i 38 milioni di ettolitri. Per il 2024 sembrerebbe che attualmente, dal punto di vista epidemiologico, le spore siano in germinazione e stiano rapidamente evolvendo, come documentato dal Consorzio Fitosanitario di Modena. Gli specialisti infatti in vista dell’arrivo di prossime perturbazioni che darebbero il via alle prime infezioni da peronospora consigliano di correre ai ripari con prodotti di copertura prima che arrivino le piogge.
Dichiarato lo stato di calamità
Gli attacchi della peronospora hanno indotto il Governo a dichiarare lo stato di calamità in 11 Regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Marche, Molise, Puglia, Sicilia, Toscana e Umbria). I viticoltori, da pochi giorni, possono ottenere risarcimenti inoltrando apposita richiesta entro il 12 maggio 2024 sul sito del SIAN (Sistema Informativo Agricolo Nazionale). Per dare ristoro a chi ha subito perdite a causa di infezioni da peronospora pari o superiori al 30% del raccolto con il Decreto Asset sono stati stanziati, in totale, 7 milioni di euro.
Le perdite del settore
A trainare il settore dei vini è in buona parte l’export. Nonostante le perdite il calo nelle vendite verso l’estero è stato dell’1%. Abbiamo esportato nel 2023, in totale, 21.400.000 ettolitri per un volume d’affari che si aggira sui 7,8 miliardi di euro. Un business del Made in Italy (composto dal 52% di vini DOP e il 25% IGP) che traballa di fronte al fungo che si spera possa non attecchire in maniera nefasta sulle colture devastando i raccolti della prossima vendemmia. ».©
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